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La donna elettrica - Kona fer í stríð

Nuove proiezioni disponibili

FILM



December 20—30, 2018

(Isl-Fra-Ucr, 2018; 101'; vers.it e vers.orig.sott) di Benedikt Erlingsson; con Halldóra Geirharðsdóttir e Jóhann Sigurðarson

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Halla è una donna che combatte da sola con caparbietà e coraggio contro le multinazionali che stanno devastando la sua terra, gli altipiani islandesi. Ma quando una sua vecchia richiesta d'adozione va a buon fine e una bambina si affaccia a sorpresa nella sua vita, Halla dovrà affrontare la sua sfida più grande...

"La donna elettrica, ecoterrorista in Islanda. La protagonista: "Quanto bisogno abbiamo di eroine"" di Giulia Echites (La Repubblica)

La prima immagine di Halla (Halldóra Geirharðsdóttir) è un primo piano di lei concentrata a scagliare una freccia contro i piloni dell’alta tensione. Halla non è la versione islandese di Katniss Everdeen, nonostante le sue abilità con l’arco siano simili a quelli della guerriera di Hunger Games e nonostante anche lei sia, a suo modo, un’eroina. Halla è la protagonista del film La Donna Elettrica, di Benedikt Erlingsson, presentato alla Settimana della Critica all’ultimo Festival di Cannes e vincitore del Premio LuX del Parlamento europeo. La donna vive a Reykjavik dove c’è pure sua sorella gemella, insegnante di yoga in procinto di trasferirsi in un ashram indiano dove si chiuderà a meditare. Halla è maestra di un coro ma noi la conosciamo in un momento della vita in cui l’attività che consuma tutte le sue energie è un’altra: il terrorismo, l'ecoterrorismo. Halla ama talmente tanto la sua terra (e a osservare il paesaggio islandese mostrato nel film non si fa fatica a comprenderla) che ha già messo in atto quattro attentati contro l'industria cinese che la sta violando. Al quinto, quando già le agenzie di sicurezza internazionali hanno dispiegato forze, elicotteri, droni per sventare questa "rete terroristica", Halla riceve una notizia: la domanda di adozione che aveva fatto anni prima è stata accettata, e lei, donna single, può finalmente diventare madre della piccola Nika, orfana ucraina a cui la guerra ha portato via mamma, babbo e nonna.

 

"È molto importante che le nostre figlie e le nostre nipoti vedano che gli eroi non sono solo uomini" dice Halldóra, attrice che il pubblico italiano ha potuto conoscere nel film del 2015 Storie di cavalli e di uomini, diretto sempre dall’islandese Erlingsson. "Il fatto è che il cinema e la letteratura hanno scelto di raccontare quasi sempre eroi maschili, ma nella vita reale le donne forti sono tante. Quando ero ragazza mia mamma lavorava a teatro: all'epoca le registe più famose erano tutte donne. Dopo le rivolte del 1968, in Islanda, le donne erano riuscite ad ottenere posizioni importanti nella società. Poi però la mia generazione si è addormentata – continua l’attrice nata proprio cinquant'anni fa - pensavamo di avere ottenuto l’uguaglianza e il massimo dei diritti e abbiamo smesso di combattere. A poco a poco gli uomini si sono ripresi i nostri spazi, i nostri lavori. Se la mia generazione è caduta in un sonno profondo, adesso è importante che le donne siano viste nuovamente come eroine, in politica, nelle università e in qualunque posto dove si prendono decisioni. Le loro opinioni sono importanti tanto quanto quelle dei loro fratelli”.

 

Ora però in Islanda la situazione è di nuovo migliore, da questo punto di vista, rispetto a tanti altri Paesi: "Abbiamo già parecchie eroine, ecologiste o attiviste in altri ambiti" per non parlare del fatto che Halla adotterà e crescerà una bambina da madre single perché in quel Paese può farlo e, soprattutto, perché lei non ha nessuna preoccupazione o interesse a trovare un compagno con il quale dividere questo compito. "In una società patriarcale c’è qualcuno che stabilisce chi può o non può essere genitore o come deve essere un buon genitore – dice Halldóra - siamo tutti d’accordo che un buon genitore è quello che si prende cura del benessere del figlio e per questo a volte è meglio crescere un bambino da soli piuttosto che all’interno di una pessima relazione".

Se Halla porterà avanti le proprie battaglie anche da mamma, il regista sceglie di non dircelo, lasciando il finale aperto. "Quando sei genitore le responsabilità cambiano, non puoi rischiare di essere messo in carcere – dice l’attrice – io ho avuto una figlia abbastanza presto quindi l’attivista che è in me non è mai venuta troppo fuori". Halldóra ha scelto ad esempio di sostenere l’Unicef, viaggiando in Paesi come l’Uganda, il Perù, Haiti per seguire i lavori dell’associazione: "prendersi cura dei bambini è come prendersi cura dell’ambiente. In entrambi i casi ci si preoccupa del futuro. Mi identifico abbastanza con questa donna, anche se il mio attivismo non è stato così attivo come il suo. E credo sia anche il motivo per cui molti si rivedono in lei. Molti di noi sono attivisti nell’anima, attivisti che non si sono ancora attivati. La cosa bella è che abbiamo un eroe femminile al quale sia uomini che donne possono identificarsi, perché Halla è prima di tutto un essere umano". Se l’immedesimazione a livello mentale è stata piuttosto semplice, tutt’altro discorso vale per la parte fisica. Halla passa buona parte del film a scappare, il che vuol dire correre, ma, in quei paesaggi, anche attraversare laghi o piccoli torrenti, arrampicarsi sulle montagne. "Ho corso tantissimo – dice Halldóra – se devi andare verso la macchina da presa correndo devi mettere in conto di rifare la scena sei o sette volte prima che venga bene. Dovevo necessariamente essere allenata. Da questo punto di vista sono stata molto felice quando tutto è finito".

Divertente, invece, è stato condividere il set con una band di tre musicisti e un coro di tre donne ucraine ai quali è stato affidato il compito di interpretare, con la voce le coriste e con tromba, fisarmonica, batteria e piano gli altri, i pensieri di Halla. "È stato un po' come recitare a teatro, lì ci sono sempre i musicisti sul palco. Di solito non hai idea di quale sia la colonna sonora di un film perché viene registrata sempre dopo, in questo tutta la musica è stata scritta prima delle riprese. Ho potuto ascoltarla e ho avuto modo di scegliere se muovermi a ritmo o senza seguire la musica. Ho pensato davvero che i musicisti stessero traducendo i pensieri della protagonista". La Donna Elettrica ha vinto il premio Lux del Parlamento europeo, premio che ogni anno viene assegnato alla migliore produzione europea, portando di fatto a Strasburgo temi importanti che la storia tratta in alcuni momenti come commedia divertente in altri come film d’azione. "Tutto inizia dalle storie – dice l’attrice - le storie hanno la forza di educare le persone. Non potrei mai fare questo lavoro se non pensassi che in qualche modo posso cambiare il mondo".

 

Quando

giovedì 20  dicembre ore 18.30 - vers.orig.sott e ore 21.15 - vers.it

venerdì 21 dicembre ore 18.30 - vers.it e ore 21.15 - vers.orig.sott

sabato 22 dicembre ore 16.30 - vers.it, ore 18.30 - vers.orig.sott e ore 21.15 - vers.it
domenica 23 dicembre ore 11.00 ore 16.30 - vers.orig.sott, ore 18.30 - vers.it e ore 21.15 - vers.orig.sott

martedì 25 dicembre ore 16.30 - vers.orig.sott, ore 18.30 - vers.it e ore 21.15- vers.it

mercoledì 26 dicembre ore 16.30 - vers.it, ore 18.30 - vers.it e ore 21.15 - vers.orig.sott

 

Biglietti
Intero 6 euro
Ridotto 4,50 euro

 




Where
Cinema - Centro per l'Arte Contemporanea Luigi Pecci

Viale della Repubblica, 277, 59100 Prato PO, Italia


Quando

giovedì 20  dicembre ore 18.30 - vers.orig.sott e ore 21.15 - vers.it

venerdì 21 dicembre ore 18.30 - vers.it e ore 21.15 - vers.orig.sott

sabato 22 dicembre ore 16.30 - vers.it, ore 18.30 - vers.orig.sott e ore 21.15 - vers.it
domenica 23 dicembre ore 11.00 ore 16.30 - vers.orig.sott, ore 18.30 - vers.it e ore 21.15 - vers.orig.sott

martedì 25 dicembre ore 16.30 - vers.orig.sott, ore 18.30 - vers.it e ore 21.15- vers.it

mercoledì 26 dicembre ore 16.30 - vers.it, ore 18.30 - vers.it e ore 21.15 - vers.orig.sott

 

Biglietti
Intero 6 euro
Ridotto 4,50 euro



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