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Rainer Ganahl | Please, teach me Chinese - Please, teach me Italian

EVENTS / PECCI 30



June 22, 2018 5:00 PM

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Il lavoro di Rainer Ganahl (artista nato a Bludenz, in Austria nel 1961; vive e lavora a New York) è emblematico di un interesse personale per l'apprendimento e la conoscenza e di una pratica artistica incline allo scambio e alla contaminazione fra culture diverse, come quella cinese e quella italiana che si trovano a Prato.

Dagli anni Novanta Ganahl  ha studiato varie lingue straniere - il russo, il coreano, il cinese, il giapponese, l'arabo -, fotografando e filmando conferenze e seminari, intervistando gli autori, rielaborando e restituendo quanto appreso in originali presentazioni e installazioni multimediali.

 

Il nuovo progetto per Prato - ideato e realizzato con il Centro Pecci e il PIN - Polo Universitario Città di Prato in relazione alla situazione socio-culturale dell'area urbana del Macrolotto Zero, dove è massiccia la presenza di popolazione cinese - propone la richiesta di apprendimento della lingua altrui come forma di avvicinamento e considerazione reciproca, quindi come fondamento per la comprensione e la convivenza.

L'artista ha ideato una speciale linea di tessuti (prodotti insieme al gruppo Marini Industrie SpA) con cui ricavare diversi abiti (confezionati dalla sartoria di Manifatture Digitali Cinema) e mettere in scena un'azione pubblica incentrata sulle relazioni fra lavoratori italiani e cinesi nell'epoca del passaggio dall'industria novecentesca alla produzione globalizzata.

 

La performance di Ganahl (realizzata con il collettivo artistico Kinkaleri) costituirà il culmine del processo voluto dal Comune di Prato e sostenuto dalla Regione Toscana per avviare una "rigenerazione pop" del quartiere, intesa come occasione di trasformazione culturale attraverso riflessioni condivise con le associazioni attive nell'area e interventi artistici diretti sull'identità urbana, produttiva, linguistica del Macrolotto Zero.

 


 

La sera del 22 giugno 2018, il tratto di via Pistoiese collegato alla cosiddetta "Piazza dell'Immaginario" (progetto pluriennale a cura di Dryphoto Arte Contemporanea) sarà teatro di un vero e proprio Street Festival dedicato all'architettura e al design urbano di Ecòl, all'arte concettuale diffusa di Yoko Ono (con il progetto DREAM), a un'inedita performance artistica di Rainer Ganahl con Kinkaleri, coinvolgendo anche cicloamatori guidati da Dryphoto (secondo lo slogan: Ci vado in bicicletta) che animeranno e comporranno il programma di eventi previsti al Macrolotto Zero di Prato.

 

Dalla linea "griffata" ideata da Rainer Ganahl per il Macrolotto Zero a Prato usciranno, inoltre, da una parte un'abito concepito in forma di "prova d'artista" simbolica, ispirata all'iconico Felt Suit di Joseph Beuys con due pezzi basici (giacca e pantaloni)  da far indossare all'artista o da esporre al museo come emblema della combinazione possibile fra l'arte e la vita, fra l'oggetto estetico e il prodotto funzionale, e dall'altra una serie di capi di "pronto moda" e merchandise da diffondere nell'area urbana come merce effettiva, seppure contrassegnata dall'invito proposto dall'artista: Please, teach me Chinese - Please, teach me Italian; quindi un docu-film prodotto dal Centro Pecci intorno al processo creativo, produttivo e partecipativo innescato da questo progetto artistico e, infine, un video d'artista incentrato sulla performance finale realizzata insieme a Kinkaleri il 22 giugno 2018 al Macrolotto Zero.

 


 

Secondo quanto ha dichiarato l'artista:

"Questo progetto è iniziato con un invito del capo curatore del Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci di Prato, vicino a Firenze in Italia. Sono stato invitato a proporre un progetto d'arte pubblica inteso a migliorare le relazioni interculturali a Prato. Il vero significato di questo invito è diventato rapidamente chiaro quando hanno aggiunto: noi crediamo di più nell'arte che nelle videocamere di sorveglianza. Il progetto è stato proposto e pagato dalla città per mitigare l'aumento di tensioni di gruppo violente fra le due principali popolazioni che si confrontano (italiana e cinese)."

"Ho deciso velocemente di farmi coinvolgere con il luogo dove operano queste parti in conflitto usando alcune delle capacità produttive per le quali la città è famosa. I conflitti esistenti toccano anche la xenofobia e il razzismo, più i dialetti del vecchio lavoratore-manager. Inoltre, il cinese è una parola che diffonde paura in giro per il mondo, da quando il capitale parla sempre di più cinese (se posso usare questa metafora per sottolineare il tremendo successo dell'economia cinese e il relativo declino delle economie dell'Europa occidentale e degli USA)."

(Rainer Ganahl)

 

 

 

 

Rainer Ganahl (Bludenz, Austria 1961) è un artista trapiantato a New York che ha esposto internationalmente, fra l'altro alla Biennale di Venezia (1999, 2007, 2009) e alle Biennali di Shanghai, Atene, Siviglia e Gwangju. Ha tenuto mostre personali presso: Kai Matsumiya, New York (2017, 2016, 2015); Barbara Weiss, Berlino (2017); Alex Zachary, New York (2010); Paul Pettro, Toronto, (2000, 2004, 2008, 2018); Levy Delval, Brussels (2009, 2010, 2013). Fra le prime gallerie che hanno esposto il suo lavoro si possono ricordare: Massimo de Carlo, Milano; Blum and Poe, L.A.; Philomene Magers, Colonia; Nordanstad-Skarstedt, New York; Ghislain Mollet-Viéville, Paris; Roger Pailhas, Marsiglia; Max Protetch, New York; Galerie Nächst St. Stephan e altre. Ha tenuto mostre personali in istituzioni come Dallas Museum of Art; Person's Weekend Museum, Tokyo; White Columns, New York; Wallach Gallery at Columbia University, New York; Kunsthaus Bregenz; Museum of Modern Art, Vienna; MAK Vienna; Fashion Space Gallery, University of the Arts di Londra. Ganahl è stato "alumni" del Whitney Museum Independent Study Program a New York e dell'Art Academy di Düsseldorf, dove ha studiato nella classe di Nam June Paik.

 

Una sua opera video Bicycling Damasco, è attualmente esposta nella collezione del Centro Pecci, in comodato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Prato.

 


 

 

Please, teach me Chinese - Please, teach me Italian  è realizzato nel contesto del progetto RIGENERAZIONE POP  in materia di sicurezza urbana integrata e rientra tra gli interventi denominati POP ART - La Cultura Unisce , finanziati dalla Regione Toscana e attivati dal Comune di Prato attraverso il PIN - Polo Universitario Città di Prato. Questi interventi sono realizzati con il coinvolgimento diretto del Centro Pecci / Fondazione per le Arti Contemporanee in Toscana, in occasione del suo 30° anniversario di attività (1988-2018), con la generosa partecipazione di: Marini Industrie SpA e Manifatture Digitali Cinema e grazie alla preziosa collaborazione di: Associazione chì-na, Dryphoto Arte Contemporanea, Kinkaleri, Circolo Curiel.

 

 


 

Quando

22 giugno 2018

 

Ingresso Libero

 


Pecci 30



Where
Via pistoiese

Via Pistoiese, 59100 Prato PO, Italia


Quando

22 giugno 2018


Ingresso Libero



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