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Visages, Villages

Nuovi orari disponibili

FILM



March 16—27, 2018

 di Agnés Vardà, JR; (Fra, 2016;  89'; v.o. sott.it)

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informations

Agnès Varda e JR hanno in alcuni punti in comune: la passione e la messa in discussione delle immagini in generale e più specificamente sui luoghi e sui dispositivi per mostrarle, condividerle ed esporle. Agnès ha scelto il cinema. JR ha scelto di creare delle gallerie fotografiche all'aperto. Quando Agnès e JR si sono incontrati nel 2015, hanno subito deciso di lavorare insieme per fare un film in Francia, lontano dalle città, attraverso un viaggio a bordo del camion fotografico (e magico) di JR, portando a termine una serie di progetti, a volte casuali a volte già preparati. Ma il film racconta anche la storia della loro amicizia, cresciuta durante le riprese, tra le sorprese e le prese in giro, ridendo delle loro differenze.


Candidato all'Oscar 2018 come Miglior Documentario Straniero.


"I francesi lo definirebbero un film jubilatoire, che mette allegria e gioia. Noi italiani possiamo aggiungere radioso, etereo, brioso, esultante. Perché Visages Villages, che la Cineteca di Bologna ha meritoriamente distribuito in Italia dopo gli applausi ricevuti a Cannes (e la nomination agli Oscar), non è solo un film, un bel film, ma anche una specie di esperienza totale, psicologica e mentale, capace di trasmetterti quella gioia e quell’allegria che animano il film e i loro due autori e interpreti, la regista Agnès Varda e il fotografo JR. La trama è riassunta perfettamente nel titolo: volti e villaggi. Curiosi l’uno dell’altra, JR e Agnès Varda hanno deciso di mettersi in viaggio per la Francia e cercare persone e situazioni da riprendere e fotografare con la tecnica che ha reso celebre il fotografo franco-tunisino: riproduzioni ingigantite di uomini e donne da incollare sui muri. Una pratica che JR ha sperimentato in giro per il mondo, anche in Italia a Napoli sui marciapiedi della passeggiata a mare, ma che con gli interventi della Varda guadagna un più di senso, perché iscritto in una più coerente riflessione sul rapporto tra l’immagine e la sua fruizione, tra la persona e l’ambiente, tra l’arte e i luoghi dove può essere esposta. Oltre che un più di divertimento, visto che il senso più profondo del film va cercato proprio nel legame che unisce due persone così distanti e che le fa vicendevolmente reagire. Perché quello che è il «tradizionale» percorso dell’arte contemporanea, preoccupata di rompere i confini della fruizione «esponendo» le proprie opere dove non ti aspetti di vederle e coinvolgendo in maniera sempre più diretta il pubblico così da abbattere le barriere tra oggetto e fruitori, diventa in Visages Villages qualcosa di diverso e, appunto di jubilatoire. La differenza d’età tra i due sembra svanire – quando ha girato il film la regista Agnès Varda aveva ottantotto anni, il 30 maggio di quest’anno ne compirà novanta; JR ne aveva trentatré, ne ha festeggiati trentacinque a febbraio) – anzi chi ha più energie sembra proprio lei perché ha saputo mantenere la stessa curiosità e lo stesso entusiasmo che l’hanno guidata per tutta la sua vita da regista: «Il caso è sempre stato il migliore dei miei assistenti» spiega, a ribadire un’idea di cinema che è disposta a confrontarsi continuamente con la realtà e da quella ricevere stimoli e suggestioni. È l’esprit de liberté che i registi della Nouvelle Vague avevano teorizzato e messo in pratica e da cui lei, antesignana di quella rivoluzione, si era fatta guidare per i suoi film, La Pointe-Courte, Cléo dalle 5 alle 7, Les Creatures, Senza tetto né legge fino agli ultimi lavoro a cavallo tra documentario, finzione e riflessione. E che qui si ritrova nella libertà con cui organizzano (o meglio: disorganizzano) il loro viaggio per la Francia: vanno in un villaggio di minatori vicino allo spopolamento, in una fabbrica che lavora il sale, in una cittadina del Sud e tra i resti di un bunker della Seconda Guerra Mondiale, a conoscere i lavoratori del porto di Le Havre e le loro moglie o su un treno merci. Senza una logica che non sia quella del caso e della curiosità, della voglia di incontrare persone nuove, di visitare la tomba di un amico (Henri Cartier-Bresson, commovente per semplicità) o di ritrovare luoghi del passato (come la Normandia dei primi lavori fotografici della Varda). Insieme a una bella dose di ironia, di leggerezza e di divertimento. A sorprendere, oltre la vitalità e la grazia di una regista che ha mantenuto lo spirito dei suoi vent’anni, è però la lezione di cinema che emerge ad ogni scena: Visages Villages non è un documentario, non sono fogli di diario, non è una finzione, è tutto questo e molto di più ancora perché ad ogni scena ti sembra di entrare in un film nuovo, a secondo di quello che il mondo che incontrano i due autori propone loro. Così c’è tempo per parlare dei problemi di vista di lei e per visitare la nonna centenaria di lui, per ribadire l’egoismo di Jean-Luc Godard (la deviazione a Rolle, dove abita il regista, è commovente ed emozionante insieme) e ricordare l’amore per i gatti, in un trionfo di intelligenza appassionata, di divertimento e allegria. Che restituisce al cinema la sua forza di invenzione e di poesia. (Paolo Mereghetti, 'Corriere della Sera', 11 marzo 2018).

 

 


 

Quando

venerdì 16 marzo ore 18.15 e 21.30 

sabato 17 marzo ore 22.00 

domenica 18 marzo ore 16.30 e 21.30

martedì 20 ore 17.00

mercoledì 21 ore 21.15

 

Ingresso

Intero € 6

Ridotto € 4,50

 

Per informazioni sulla sala cinema e biglietti

 




Where
Cinema - Centro per l'Arte Contemporanea Luigi Pecci

Viale della Repubblica, 277, 59100 Prato PO, Italia


Quando

venerdì 16 marzo ore 18.15 e 21.30 

sabato 17 marzo ore 22.00 

domenica 18 marzo ore 16.30 e 21.30

martedì 20 ore 17.00

mercoledì 21 ore 21.15

 

Ingresso

Intero € 6

Ridotto € 4,50

 

Per informazioni sulla sala cinema e biglietti



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