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Jérôme Bel

in conversazione con Kinkaleri

TALKS



April 27, 2017 7:00 PM

Modera Antonia Alampi

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Si può “fare danza” in un contesto museale? Come si fa a lasciarsi trascinare dalla potenza di questa disciplina in un luogo per definizione dedicato (anche se con minore esclusività di un tempo) alle arti visive?  E come si può mantenere l’intensità di una danza per un periodo di tempo esteso quanto gli orari di apertura dell’istituzione? E come la stessa interagisce con i rumori di fondo del museo, con la mobilità continua dei suoi visitatori, con la rigidità delle sue architetture? La domanda finale potrebbe essere: cosa “produce” il museo sulla danza? E, specularmente, la danza sul museo? 

 

Il 27 Aprile 2017, alle ore 19:00 presso lo spazioK di Prato Jérôme Bel discute questo genere di questioni in una conversazione con i Kinkaleri moderata da Antonia Alampi. Un’anticipazione di alcune delle istanze teoriche affrontate in 76’38’’ + ∞, la mostra personale di Jérôme Bel al Centro Pecci che inaugura il giorno successivo.

Attraverso il lavoro e lo sguardo personale dei Kinkaleri e di Bel,  si discuteranno le caratteristiche e gli sviluppi della danza contemporanea dagli anni Novanta ad oggi ed il suo rapporto con le arti visive, evidenziando similitudini e differenze tra la scena italiana e quella francese nel contesto di una più ampia scena europea.

 

Jérôme Bel (n.1964) vive a Parigi, ma lavora in tutto il mondo. I suoi film e spettacoli sono stati presentati in musei di arte contemporanea e biennali internazionali. 

nom donné par l'auteur (1994) è una coreografia di oggetti. Jerome Bel (1995), ruota intorno all’identità e totale nudità dei suoi interpreti. Shirtology (1997), presenta un attore che veste e si fa guidare dai brand di molte T-shirts. The last performance (1998), citando la coreografa tedesca Susanne Linke, l’Amleto e André Agassi, cerca di definire un’ontologia della performance. Il lavoro Xavier Le Roy (2000) è stato firmato da Jérôme Bel ma in realtà è stato coreografato da Xavier Le Roy stesso.

The show must go on (2001) coinvolge un cast di venti performer, diciannove canzoni pop e un DJ. Veronique Doisneau (2004) è un documentario teatrale sul lavoro della ballerina Véronique Doisneau, parte del corpo di balletto della compagnia. Pichet Klunchun and myself (2005) è un lavoro in cui Pichet Klunchun e Jérôme Bel discutono delle loro pratiche artistiche nonostante le differenze culturali abissali che li dividono. Isabel Torres (2005), realizzato per il Teatro Municipal di Rio de Janeiro è la versione brasiliana della produzione per l’Opera di Parigi. Nel 2010, con Anne Teresa De Keersmaeker, realizza 3Abschied, una performance basata su The song of the Earth di Gustav Malher. Nel 2012, produce Disabled Theater, un lavoro realizzato con il Theater Hora di Zurigo, un compagnia di attori con disabilità.

In Cour d'honneur (2013) quattordici persone parlano della loro esperienza come spettatori di Cour d'honneur del Palais des Papes al Festival di Avignone. In Gala (2015), Bel mette insieme ballerini professionisti e non. In Tombe (2016), una performance realizzata su invito dell’Opéra National de Paris, Jérôme Bel propone ad alcuni ballerini di invitare, per un duetto, una persona con la quale non condividerebbero mai la scena.

 

KINKALERI nasce a Firenze nel 1996. Il gruppo è formato attualmente da Massimo Conti, Marco Mazzoni, Gina Monaco. Kinkaleri opera fra sperimentazione teatrale, ricerca sul movimento, installazioni, performance, produzioni sonore. Tra le produzioni più importanti ricordiamo Doom (1996) fa implodere la scomposizione molecolare dei corpi in un abbagliante cubo bianco che è forza centripeta di microsistemi tra scienza pornografica, passatempo clinico-medico, Beckett, Bacon; Super (1997) immerge la temperatura nella sospensione masochista attraversata da onde controllatissime in costante attesa; My love for you will never die (2001) svuota la rappresentazione e riempie la drammaturgia assumendosene il paradosso, non inciampa e non brancola, non ha amici; <OTTO> (2002/2003) accumula l’azzeramento e il sentore della catastrofe nella civiltà occidentale contemporanea nella superproduzione spettacolare ed artistica; WEST (2003-2005) proietta il fallimento mortale in varie città dell’occidente culturale e ne deposita i corpi orizzontali nel perimetro del quadro; I Cenci/Spettacolo(2004) muore dalla voglia di esistere e vive la propria condizione a rappresentarsi sulla ciglia dell’imbarazzo a riconoscersi finendo il turno del tema della rappresentazione; pool (2005) indaga un luogo fatto di traiettorie e geometrie, scontri cercati da sponda a sponda o fortuiti; Nerone (2006) invoca al teatro, al gioco dei multipli impossibili tra bambini e alla improvvisa evocazione di un nome Imperatore che suonava la cetra e faceva l’attore; Alcuni giorni sono migliori di altri (2008) si compone attraverso l’eccessiva presenza di fantasmi scenici, una sorta di ossessione che sopravvive a tutto e ritorna sempre, qualcosa o qualcuno che non si può dimenticare; All! (2012-2016) che usa come elemento cardine l'invenzione di un codice gestuale che trascrive il simbolo alfabetico direttamente sul proprio corpo, organizzato in diversi episodi.

 

Immagine di copertina: Jérôme Bel, Diaporama, 1994/2017, photo by Jérôme Bel




Where
spazioK

Via Santa Chiara, 38, Prato


Ingresso

libero



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