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Wróble

Passeri

FILM



9—19 marzo 2017

Rúnar Rúnarsson (Isl-Dan-Cro, 2015; 99’; v.o.s.i.)

Fine come Periferia

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informazioni

Il 16enne Ari, che vive con la madre a Reykjavik, viene improvvisamente rispedito nel remoto villaggio islandese di Westfjords, per vivere con il padre Gunnar. Mentre cercherà di stabilire un nuovo rapporto con il padre e ambientarsi con gli amici d'infanzia ormai cambiati, costretti a vivere un'esistenza in cui l'isolamento si accompagna alla violenza e all'abbrutimento di giovani e adulti, spesso legati all'alcool, Ari cercherà di trovare la sua strada.

“Campi lunghi e lunghissimi schiacciano i personaggi, rendendoli infinitamente piccoli e impotenti di fronte alla maestosità del panorama. Un panorama sublime ed espressione di quel sentimento di sgomento e piacere indotto dalla grandiosità della natura: Ari si inerpica sulle rocce scoscese e si ferma a contemplare l’orizzonte brumoso come il Viandante sul mare di nebbia di Friedrich. E proprio come l’eroe del romanticismo diviene consapevole dell’infinita imperfezione dell’uomo. È in questi momenti di confronto tra l’uomo e il paesaggio che emerge tutta la spiritualità del film. Una spiritualità scevra da ogni forma di credo religioso: le uniche manifestazioni di religiosità sono quelle del funerale della nonna e si esauriscono nell’attaccamento, del tutto umano e perciò terreno, al rituale. La divinità di Passeri scaturisce dal contatto con un cucciolo di foca o dal primo timido bacio tra innamorati. È insomma la divinità della natura e della vita, del sentimento, di nuovo, del sublime. E la voce soave di Ari rivelata nella prima scena del film è la manifestazione lampante di questa divinità. Non a caso, i momenti in cui il ragazzo si dedica al canto sono accompagnati da un movimento discendente della macchina da presa, dal cielo alla terra: è l’incarnazione definitiva del sublime, del magnifico e del terribile, che riassume in sé l’essenza più pura del ciclo vitale in cui nascita e decesso, bellezza e brutalità sono parte integrante dell’esistenza. Dopo l’esperienza della morte, infatti, Ari sarà iniziato alla sessualità. E che questo rito di passaggio avvenga mentre il ragazzo sta ancora affrontando il lutto della nonna è una chiara dimostrazione del fatto che la morte e la vita si susseguono senza soluzione di continuità, entrambi eventi inesorabili che chiamano l’uomo a dimostrare la propria maturità. Se però il padre non può che fallire miseramente, non riuscendo ad essere altro che un eterno bambino, Ari è l’unico che, al termine di questo travagliato processo di crescita segnato dal crudele meccanismo di prosecuzione della specie in una terra remota e dura come l’Islanda, è diventato davvero adulto”. (Linda Magnoni, ‘Cineforum’)




Dove
Cinema - Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci

Viale della Repubblica, 277, Prato 


Quando

gio 9 mar H 21.15

ven 10 mar H 19.00

sab 11 mar H 19.00

dom 12 mar H 21.15

mer 15 mar H 21.15

dom 19 mar H 00.45

 

Ingresso

intero € 6,00

ridotto € 4,50

Abbonamento 10 entrate € 45,00

vedi anche
Film
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