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Night Fever Designing Club Culture 1960 – Today | Shortcuts

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Night Fever  Designing Club Culture 1960 – Today

7 giugno— 13 ottobre 2019

 

una mostra di Vitra Design Museum e ADAM – Brussels Design Museum

 

Il Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci ospita "Night Fever. Designing Club Culture 1960 – Today", una mostra prodotta dal  Vitra Design Museum e ADAM – Brussels Design Museum che arriva al Pecci come unica sede italiana. Il progetto espositivo poliedrico e multidisciplinare, con un focus specifico su architettura e design, rappresenta ancora una volta l’attenzione del Centro per i molti linguaggi della contemporaneità, e la più recente volontà di indagare i luoghi non convenzionali del sapere per raccogliere e approfondire le testimonianze della contro-cultura.

 

I locali notturni e le discoteche sono stati epicentri di cultura contemporanea. Nel corso del ventesimo secolo hanno messo in discussione i codici prestabiliti del divertimento e dello stare insieme e hanno permesso di sperimentare stili di vita alternativi. Al loro interno si incontrano le manifestazioni più d’avanguardia del design, della grafica e della moda, luci, suoni e effetti speciali per creare un moderno Gesamtkunstwerk.

 

Night Fever. Designing Club Culture 1960 – Today esamina la storia del clubbing, con esempi che vanno dai locali notturni italiani degli anni Sessanta creati dai membri del gruppo dei Radicali al leggendario Studio 54 di Ian Schrager a New York (1977-80); da Les Bains Douches di Philippe Starck a Parigi (1978) al più recente Double Club di Londra (2008), ideato dall'artista tedesco Carsten Höller per la Fondazione Prada. Con film, fotografie d'epoca, manifesti, abiti e opere d’arte, la mostra comprende anche una serie di installazioni luminose e sonore che accompagneranno il visitatore in un viaggio affascinante attraverso il mondo del glamour, delle sottoculture e della ricerca nella notte che non finisce mai.

 

A completare la struttura cronologica della mostra, Konstantin Grcic, che ha curato l’exhibition design, e Matthias Singer, che si è occupato del lighting, hanno elaborato un’installazione musicale e luminosa, una silent disco che catapulta i visitatori nella movimentata storia della club culture. Una raccolta selezionata di copertine di dischi, tra cui i disegni di Peter Saville per Factory Records o la copertina programmatica dell’album Nightclubbing di Grace Jones, sottolinea infine le importanti relazioni tra musica e grafica nella storia delle discoteche dal 1960 a oggi.

 

Artisti, designer e architetti rappresentati (selezione):

François Dallegret, Gruppo 9999, Halston, Keith Haring, Arata Isozaki, Grace Jones, Ben Kelly, Bernard Khoury, Mark Leckey, Miu Miu, OMA (Office for Metropolitan Architecture), Peter Saville, Studio65, Roger Tallon, Andy Warhol.

 

Club rappresentati (selezione):

The Electric Circus, New York 1967; Space Electronic, Firenze 1969; Il Grifoncino, Bolzano 1969; Studio 54, New York 1977; Paradise Garage, New York 1977; Le Palace, Parigi 1978; The Saint, New York 1980; The Haçienda, Manchester, 1982; Area, New York 1983; Palladium, New York 1985; Tresor, Berlino 1991; B018, Beirut 1998; Berghain, Berlino, 2004.

 

Curatori:

Jochen Eisenbrand, capo-curatore; Meike Wolfschlag e Nina Steinmüller, assistenti curatrici (Vitra Design Museum) | Catharine Rossi, co-curatrice (Kingston University London) | Katarina Serulus, co-curatrice (ADAM – Brussels Design Museum). 

 

Elena Magini, curatrice associata (Centro Pecci)







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Ren Hang. Nudi | Shortcuts

REN HANG. NUDI

a cura di Cristiana Perrella
 4 giugno – 23 agosto 2020

 

Esplicito ma anche poetico, il lavoro dell’acclamato fotografo e poeta cinese Ren Hang (1987– 2017) è esposto per la prima volta in Italia con una selezione di 90 fotografie, accompagnate da un portfolio che documenta il backstage di uno shooting di Ren Hang nel Wienerwald nel 2015 e  un’ampia sezione di libri rari sul suo lavoro.

Ren Hang è noto soprattutto per la sua ricerca su corpo, identità, sessualità e rapporto uomo-natura, che ha per protagonista una gioventù cinese nuova, libera e ribelle.

Per lo più nudi, i suoi soggetti appaiono su un tetto tra i grattacieli di Pechino, in una foresta di alberi ad alto fusto, in uno stagno con fiori di loto, in una vasca da bagno tra pesci rossi che nuotano oppure in una stanza spoglia, i loro volti impassibili, le loro membra piegate in pose innaturali. Cigni, pavoni, serpenti, ciliegie, mele, fiori e piante sono utilizzati come oggetti di scena assurdi ma dal grande potere evocativo. Sebbene spesso provocatoriamente esplicite nell'esposizione di organi sessuali e nelle pose, che a volte rimandano al sadomasochismo e al feticismo, le immagini di Ren Hang risultano di difficile definizione, scottanti e allo stesso tempo pure, permeate da un senso di mistero e da un’eleganza formale tali da apparire poetiche e, per certi versi, melanconiche. I corpi dei modelli – tutti simili tra loro, esili, glabri, dalla pelle bianchissima e i capelli neri, rossetto rosso e unghie smaltate per le donne – sono trasformati in forme scultoree dove il genere non è importante. Piuttosto che suscitare desiderio, queste immagini sembrano voler rompere i tabù che circondano il corpo nudo, sfidando la morale tradizionale che ancora governa la società cinese. In Cina infatti, il concetto di nudo non è separabile da quello di pornografia e il nudo, come genere, non trova spazio nella storia dell’arte. Le fotografie di Ren Hang sono state per questo spesso censurate. “Siamo nati nudi…io fotografo solo le cose nella loro condizione più naturale” (Ren Hang).

 

Quando

04.06.2020 — prorogata fino al 30 agosto 2020
Foto in copertina: Ren Hang, Untitled, 2015. Courtesy OstLicht Gallery e Ren Hang Estate

 

Sky Arte è Media Partner della mostra Ren Hang. Nudi


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Dalla Caverna alla Luna

Due percorsi espositivi, articolati fra l'ala grande del nuovo e metà del vecchio edificio museale, suddivisi in otto sezioni collegate dialogicamente con spettacolari evidenze, attraverso relazioni inedite e raffronti originali fra le opere che inglobano oppure evitano di volta in volta combinazioni filologiche per generi artistici, gruppi stilistici o cronologia storica, raccontano una prima parte del patrimonio d'arte contemporanea raccolto negli ultimi tre decenni dal Centro per l'Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato, finalmente presentata al pubblico. Il pubblico potrà entrare dentro la collezione del Centro Pecci per farsi stimolare dall'incontro con le opere o lasciarsi coinvolgere dalle combinazioni proposte, in una visita d'arte ricca di suggestioni e rivelazioni. L'esposizione si sviluppa fra il tempo ancestrale evocato dalla leggendaria Caverna dell'antimateria di Pinot Gallizio e lo spazio cosmico anticipato dalla Luna di Fabio Mauri, passando per la proliferazione energetica emersa ne La spirale appare di Mario Merz, l'habitat futuribile della Supersuperficie immaginata dal Superstudio, l'integrazione fra arte e architettura sperimentata nell'Intercamera plastica di Paolo Scheggi.

 

Artisti: Vito Acconci, Vahram Aghasyan, Archizoom Associati, Marco Bagnoli, Pier Paolo Calzolari, Paolo Canevari, Loris Cecchini, Marcos Chaves, Giuseppe Chiari, Fabrizio Corneli, Enzo Cucchi, Gino De Dominicis, Ulan Djaparov, VALIE EXPORT, Jan Fabre, Factory of Found Clothes, Sylvie Fleury, Michael Fliri, Lucio Fontana, Pinot Gallizio, Rainer Ganahl, Marco Gastini, Nan Goldin, Franco Grignani, Pietro Grossi, Shirazeh Houshiary, Ilya Kabakov, Anish Kapoor, Dani Karavan, Joseph Kosuth, Jannis Kounellis, Ketty La Rocca, Sol LeWitt, Francesco Lo Savio, Amedeo Martegani, Fabio Mauri, Mario Merz, Robert Morris, Maria Mulas, Ugo Mulas, Bruno Munari, Marco Neri, Lamberto Pignotti, Michelangelo Pistoletto, Chris Sacker, Remo Salvadori, Paolo Scheggi, Julian Schnabel, Keith Sonnier, Esther Stocker, Superstudio, David Tremlett, UFO, JCJ Vanderheyden, Luigi Veronesi, Massimo Vitali, Andy Warhol, Erwin Wurm, Gilberto Zorio. Progetti speciali di Carlos Garaicoa, Henrique Oliveira (from the exhibition The End of the World) Curatore della mostra: Stefano Pezzato


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