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Pecci School 2019: Women in Art

Natalia Goncharova, Marisa Merz, Maria Lai, Kara Walker

TALK



8—29 ottobre 2019

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informazioni

La sesta edizione della Pecci School è dedicata a quattro figure cardine della storia dell’arte, protagoniste nel 2019 di  grandi retrospettive. Un viaggio nel tempo e nello spazio che va dalla Russia dei primi del Novecento di Natalia Goncharova, passa per la Torino dell’Arte Povera con Marisa Merz, approda nella Sardegna di Maria Lai fino ad arrivare alla New York di Kara Walker. 

 

A partire da martedì 8 ottobre, per quattro martedì, direttori e curatori ci accompagneranno in questo nuovo percorso che, partendo dai singoli percorsi artistici, offrirà uno spaccato più ampio sulla storia dell’arte.

 

 

Calendario

 

martedì 8 ottobre ore 21.00: Natalia Goncharova 

presentata da Ludovica Sebregondi - curatore Fondazione Palazzo Strozzi

 

martedì 15 ottobre ore 21.00: Marisa Merz

presentata da Daria Filardo - storica dell'arte e curatrice

 

martedì 22 ottobre ore 21.00: Maria Lai

presentata da Bartolomeo Pietromarchi - direttore MAXXI Arte

 

martedì 29 ottobre ore 21.00: Kara Walker 

presentata da Cristiana Perrella - direttrice del Centro Pecci 

 




 


 

Informazioni

Gli incontri si terranno ogni martedì sera alle ore 21.00 a partire dal 8 ottobre 2019 presso la Sala Cinema del Centro Pecci

 

Ingresso

5 € singolo incontro

4 € e soci UniCoopFirenze

Ingresso libero per soci Centro Pecci, disoccupati, studenti e docenti di ogni ordine e grado (documentati)

14 € abbonamento a tutto ciclo

 

Gli incontri non richiedono prenotazione

 


 

Calendario incontri precedenti

 

martedì 08 ottobre, ore 21.00

Natalia Goncharova 

presentata da Ludovica Sebregondi

 

Natalia Goncharova è stata una pittrice, costumista, scrittrice, illustratrice e scenografa, profondamente ispirata nella sua pratica artistica dagli aspetti primitivi di arte popolare russa. Con il marito Mikhail Larionov ha sviluppato il raggismo, un movimento che filtrava il reale attraverso frecce di luce, raggi, che costruivano il quadro con immagini che rinviano fortemente all’atmosfera futurista.

Lei e il marito furono i principali precursori dell’ avanguardia russa: nel 1912 organizzarono l’esposizione Coda d’Asino – che contribuì a lanciare una scuola russa indipendente nell’ambito dell’arte contemporanea – e parteciparono, nello stesso anno, alla mostra di Der Blaue Reiter a Monaco, gruppo del quale la Goncharova faceva parte dal 1911. Ma fu il dinamismo futurista a catturare Goncharova, che iniziò a diminuire l’interesse nei confronti per le figure del folklore per lanciarsi nella modernità, con il suo famoso Ciclista o con le provocatorie, rumorose serate, simili a quelle dei futuristi italiani. Come scenografa, lavorò ad importanti imprese, collaborando, tra gli altri, con Igor Stravinsky. Si trasferì a Parigi nel 1921 dove soggiornerà per tutta la vita, fino al 1962.

 

Natalia Goncharova è la protagonista della mostra Una donna e le avanguardie, tra Gauguin, Matisse e Picasso, a cura di Ludovica Sebregondi, Fondazione Palazzo Strozzi, Matthew Gale e Natalia Sidlina, Tate Modern, in esposizione fino al 12 gennaio 2020.

 

"La capacità di coniugare la modernità alla Russia della sua infanzia e giovinezza fa di Natalia Goncharova una donna all’avanguardia in tutto: dall’arte alla vita privata — la descrive così la curatrice Ludovica Sebregondi — fino all’aver praticamente inventato la body art utilizzando il suo volto come una tela dipinta per sconvolgere il mondo borghese dell’epoca".

 

Storica dell’arte, Ludovica Sebregondi è responsabile della direzione scientifica della Fondazione Palazzo Strozzi e consigliere segretario dell’Opera di Santa Croce. È stata, dal 1997 al 2002, capo della delegazione di Firenze del FAI. Nella sua lunga attività ha curato mostre in Italia e all’estero ed è studiosa, in particolare, del mondo delle confraternite, di Savonarola e dell’Ordine di Malta.


 

martedì 15 ottobre, ore 21.00 

Marisa Merz 

presentata da Daria Filardo

 

Marisa Merz è l’unica esponente femminile del movimento dell’Arte Povera. Esordisce nel 1966 esponendo nel suo studio di Torino sculture di lamine di alluminio: strutture spiraliformi in alluminio, mobili e irregolari, che oppongono al rigore del minimalismo un’immagine metamorfica, enigmatica, aerea. Nel 1968 espone il suo lavoro nella collettiva Arte Povera + Azioni Povere curata da Germano Celant agli Arsenali dell’Antica Repubblica di Amalfi. L’artista introduce nel linguaggio della scultura contemporanea tecniche tradizionalmente considerate artigianali o appannaggio del lavoro femminile, sovvertendone la destinazione e attribuendo alle procedure e ai materiali di volta in volta adottati piena dignità artistica.
Tra i numerosi riconoscimenti nazionali e internazionali, l’opera di Marisa Merz è stata esposta in occasione della Biennale di Venezia del 1980, dove è invitata da Harald Szeemann nell’esposizione L’arte degli anni settanta; Identité italienne. L’art en Italie depuis 1959, curata al Centre Georges Pompidou di Parigi da Germano Celant nel 1981; Avanguardia. Transavanguardia curata da Achille Bonito Oliva a Palazzo delle Esposizioni a Roma (1982); a Documenta 7 a Kassel, nel 1982. Sue personali sono state inoltre organizzate presso il Museo MADRE di Napoli; lo Stedelijk Museum di Amsterdam; il Kunstmuseum di Winterthur (Svizzera); il Centre Georges Pompidou di Parigi. Nel 2001 Marisa Merz ha ricevuto il premio speciale “Venice Biennale”.

Marisa Merz è la protagonista della mostra monografica Geometrie sconnesse palpiti geometrici al Museo d’arte della Svizzera italiana di Lugano fino al 12 gennaio 2020, a cura di Beatrice Merz.

 

Storica dell'arte e curatrice indipendente, Daria Filardo insegna 'Contemporary art practices' e 'Art Practicum' al Master in studio Arts, Saci Firenze; insegna ’Visual Arts' e coordina il final project del Master in Arts Management allo IED, Firenze. Dal 1998 al 2000 ha lavorato come curatore al Palazzo delle Papesse di Siena. Scrive su cataloghi e su riviste specializzate.

 


 

martedì 22 ottobre, ore 21.00

Maria Lai

presentata da Bartolomeo Pietromarchi

 

Nata a Ulassai (Nuoro) nel 1919, Maria Lai lascia la Sardegna a venti anni per iscriversi al liceo Artistico di Roma con Marino Mazzacurati. Dal 1943 al 1945 frequenta il corso di scultura dell'Accademia di Belle Arti di Venezia con Arturo Martini e Alberto Viani. Nel 2004 le viene conferita la Laurea Honoris causa in Lettere dall'Università degli Studi di Cagliari.

Negli anni Sessanta si verifica un importante mutamento nella ricerca artistica di Maria Lai, la sperimentazione si estende a nuove materie e nuovi linguaggi: telai, libri e tele cucite, pani e terrecotte, fino alla partecipazione alla Biennale di Venezia nel 1978. Con gli anni Ottanta la ricerca sui segni e sui materiali assume una più accentuata connotazione ambientale: 1981, il suo straordinario intervento ambientale: Legarsi alla montagna, Ulassai (NU); 1983, La disfatta dei varani, Camerino(MC); L'alveare del poeta, Orotelli (NU). In questo periodo iniziano le collaborazioni con il teatro: 1983, Mare-Muro scenografia del concerto Strazza-Rizzo La Scaletta, Roma; 1985 Nello spazio di Euclide, Prato; 1986. I suoi lavori sono stati presentati in numerose mostre nazionali e internazionali e recentemente sono stati esposti a Documenta 14 a Kassel\Atene e alla Biennale di Venezia 2017.

 

Maria Lai è la protagonista della mostra retrospettiva Tenendo per mano il sole, visitabile al MAXXI - Museo nazionale delle Arti del XXI secolo fino al 12 gennaio 2020, curata dal direttore del MAXXI Arte Bartolomeo Pietromarchi e da Luigia Lonardelli. 

 

Bartolomeo Pietromarchi è critico e curatore d’arte. Dal 2002 al 2007 è stato Direttore Artistico della Fondazione Adriano Olivetti. Ha curato diverse mostre e cataloghi tra cui Santiago Sierra, Ponticelli, Museo MADRE, Napoli, 2009; la retrospettiva di Alfredo Jaar It Is Difficult, Hangar Bicocca e Spazio Oberdan (con Gabi Scardi), Milano 2008; Lucy+Jorge Orta – Antarctica, Hangar Bicocca, Milano, 2008; The Hot Season. Italian Art Now, Stenersen Museum, Oslo 2008, Not Afraid of the Dark – Emergenze, Hangar Bicocca, Milano 2007, il progetto di ricerca triennale Trans:it. Moving Culture through Europe, il laboratorio per giovani artisti Prototipi (con Stefano Chiodi). È autore di diverse pubblicazioni tra cui Il luogo (non) comune. Arte, spazio pubblico ed estetica urbana in Europa (ACTAR, 2005); Creazione Contemporanea. Arte, società e territorio tra pubblico e privato (Luca Sossella Editore, 2004); Mario Merz. Igloo (Testo&Immagine, 2001). Collabora con la rivista RESET di cui cura la sezione di arte contemporanea. Dal 2016 è Direttore del MAXXI Arte.

 


martedì 29 ottobre, ore 21.00

Kara Walker 

presentata da Cristiana Perrella

 

Kara Walker è conosciuta soprattutto per le sue candide indagini su razza, genere, sessualità e violenza attraverso figure che si stagliano apparse in numerose mostre in tutto il mondo. 

Nata a Stockton (California) nel 1969, Walker è cresciuta ad Atlanta, in Georgia dall'età di 13 anni. Ha studiato all'Atlanta College of Art (BFA, 1991) e alla Rhode Island School of Design (MFA, 1994). Ha ricevuto numerosi premi, in particolare il John D. e Catherine T. MacArthur Foundation Achievement Award nel 1997 e gli Stati Uniti Artists, Eileen Harris Norton Fellowship nel 2008.

Le sue opere sono presenti in musei e collezioni pubbliche negli Stati Uniti e in Europa, tra cui il Solomon R. Guggenheim Museum di New York; The Museum of Modern Art, New York; The Metropolitan Museum of Art, New York; The Tate Gallery, Londra; il Museo Nazionale delle Arti del XXI Secolo (MAXXI), Roma; e Deutsche Bank, Francoforte.

Kara Walker: My Complement, My Enemy, My Oppressor, My Love è stata organizzata dal Walker Art Center di Minneapolis, dove è stata presentata per la prima volta nel febbraio 2007 prima di recarsi all'ARC / Musée d'Art moderne de la Ville de Paris ; Il Whitney Museum of American Art di New York; The Hammer Museum di Los Angeles; e il Museum of Modern Art di Fort Worth. Recenti mostre personali sono state presentate all'Art Institute of Chicago; Camden Arts Centre di Londra; e Metropolitan Arts Centre (MAC) a Belfast.

 

Kara Walker è l’autrice della grande installazione site-specific Fons Americanus ospitata nella Turbine Hall della Tate Modern di Londra, in esposizione fino al 05 aprile 2020.  

 

Curatrice e critica, Cristiana Perrella è la Direttrice del Centro per l'arte contemporanea Pecci di Prato. Ha diretto dal 1998 al 2008 il Contemporary Arts Programme di The British School at Rome. Dal 2007 al 2009 ha ideato e avviato per RISO – Museo d’arte Contemporanea della Sicilia, l’attività di un’agenzia per lo sviluppo dell’arte giovane (SACS-Sportello per l’Arte Contemporanea in Sicilia), essendone curatrice nei primi due anni e di nuovo nel 2012-13. Dal 2009 al 2017 ha curato la parte artistica delle attività della Fondazione Golinelli di Bologna. 

Nel 2016, è stata una delle curatrici  della 16a Quadriennale di Roma. Come curatrice indipendente ha collaborato con istituzioni italiane e internazionali, tra cui il MAXXI, per cui ha curato nel 2010 una delle mostre con cui il museo si è inaugurato, proseguendo poi la collaborazione con altri tre progetti espositivi e la Fondazione Prada. Dal 2004 al 2010 ha insegnato “Fenomenologia dell’arte contemporanea” alla facoltà di Lettere dell’Università di Chieti e dal 2013 al 2017 allo IED di Roma. Ha pubblicato numerosi testi e monografie, tra cui, tra le più recenti, quella dedicata a Francesco Vezzoli, uscita nel febbraio 2016 per Rizzoli International. Dal 2015 fa parte del Comitato Scientifico di AlbumArte.




Dove
Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci

Viale della Repubblica, 277, Prato




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