Questo sito utilizza i cookie per migliorare l'esperienza utente e per ricavare informazioni statistiche anonime delle visite alle pagine. Per maggiori informazioni consulta la nostra cookie policy
OK, ho capito

Incontro con Adrian Paci

in dialogo con Cristiana Perrella




18 giugno 2020 h 18:30—20:00

condividi



informazioni

L'artista Adrian Paci presenterà l’opera Interregnum -attualmente in mostra al Centro Pecci fino al 23 agosto- e la sua produzione artistica dialogando con la direttrice Cristiana Perrella e rispondendo alle domande dei visitatori presenti e di coloro che seguiranno l’incontro in streaming.

 

Interregnum
La video installazione Interregnum (2017) presenta un montaggio di sequenze di funerali di dittatori comunisti di diverse nazionalità ed epoche, recuperate dagli archivi di stato o dalle trasmissioni televisive albanesi. Il video collega diverse realtà del blocco comunista attraverso il linguaggio condiviso del dolore e del lutto.  


Dapprima uomini, donne, bambini ripresi in primo piano, in lacrime, per poi passare a inquadrature da lontano, che li vedono ordinati in code chilometriche: il corpo individuale diviene un corpo collettivo che occupa i grandi spazi urbani. Il film rivela da un lato il dolore dei singoli che, come ricorda l'autore, “non era contemplato nella società comunista” ma che tuttavia si manifesta irrefrenabile, liberato dalla morte dei leader, dall'altro ci fa assistere a un crescendo in cui la manipolazione delle masse e la spersonalizzazione dell'identità individuale ad opera dei regimi diventano sempre più evidenti.

 

Adrian Paci
Adrian Paci nato a Scutari in Albania il 28 gennaio del 1969, è attivo a Milano dove vive dal 2000.
Intellettuale rigoroso e sensibile, in grado di manipolare mezzi espressivi diversi (pittura, scultura, fotografia, videoinstallazioni).  

La sua ricerca ha privilegiato le tematiche sociali, in primo luogo quella delle migrazioni umane prodotte dai conflitti bellici, affrontando in senso più generale i nodi problematici delle precarietà esistenziali che lo svolgimento in forme poetiche e delicate non depotenzia della sua veemenza di denuncia. La cifra stilistica di P. risiede nel senso di straniamento e di perdita che egli riesce a veicolare con nitidezza neorealista, non indulgendo mai nella retorica ma imprimendo nel mezzo espressivo un senso di sofferta realtà di per sé autoesplicativo. Tra le personali dell’artista si ricordano: nel 2002, la mostra presso il Bildmuseet di Umea (Svezia) e  la prima esposizione italiana alla Galleria Francesca Kaufmann di Milano; le esposizioni al Baltic art center nell’isola svedese di Gotland (2003), alla Galleria civica di Modena (2006), al Center for contemporary art di Tel Aviv (2009), alla Kunsthalle di Zurigo (2010), alla Galleria nazionale del Kosovo a Pristina (2012) e al Padiglione di arte contemporanea di Milano (2013)




Dove
Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci

Viale della Repubblica, 277, Prato


SOLD OUT

L'incontro verrà trasmesso in streaming sui canali Facebook e Youtube del Centro Pecci



condividi