Supersuperficie conclude un'articolata ricerca per immagini sviluppata da Superstudio tra la fine degli anni Sessanta e i primi Settanta nell'intento di sperimentare le "possibilità dell'architettura" di agire non solo come attività risolutiva ma come strumento di conoscenza. L'atteggiamento critico nei confronti della disciplina spinse il gruppo fiorentino a visualizzare progressivamente "idee di architettura non fisica" (Adolfo Natalini), tra le quali figurano, dopo il periodo della Superarchitettura (1966-68), la generazione automatica “non figurativa” di un sistema quantitativo di "diagrammi tridimensionali non-continui" (Istogrammi di architettura, 1969), l'elaborazione di un modello architettonico di urbanizzazione totale (Monumento continuo, 1969-70), l'applicazione spaziale degli effetti illusionistici degli specchi (Architettura riflessa, 1970), l'estensione utopica dell'architettura nello spazio astrale (Architettura interplanetaria, 1971), che nel loro insieme costituiscono le premesse al progetto di Supersuperficie.
Seguirono le visioni di 12 Città Ideali (1971) proposte da Superstudio come "premonizioni della rinascita mistica dell'urbanesimo", a cui nel 1972 fece eco la pubblicazione del libro Le città invisibili di Italo Calvino, e la "parabola letteraria" di cinque Atti fondamentali incentrati sui temi rituali di Vita, Educazione, Cerimonia, Amore, Morte (1971-73) sviluppati come "presupposti necessari a una rifondazione filosofica e antropologica dell'architettura della città" (Roberto Gargiani). In simultanea a queste ultime ricerche, il progetto di Supersuperficie giunse a prefigurare "un modello alternativo di vita sulla terra" attraverso quella che Cristiano Toraldo di Francia ha definito "un'altra visione limite: una nuova realtà, che persi i suoi connotati solido-meccanici, oggettuali, di architetture come supporti tridimensionali di vita, si distribuisce su una griglia neutra, virtuale, di flussi di informazione e di energia come supporto di una organizzazione debole del territorio. Partendo dall’ipotesi del pianeta reso omogeneo attraverso una rete di energia e di informazioni, si ipotizzava un processo riduttivo per l’architettura ed un diverso controllo dell’ambiente senza il necessario impiego di sistemi tridimensionali".
Il nuovo habitat proposto da Superstudio portava al limite studi, suggestioni e rimandi che vanno dai modelli urbani adottati dai Situazionisti ("bidonvilles, drop-out city, campings, baracche, tendopoli o cupole geodesiche") alle tendenze comunitarie degli hippies e dei provos indicate pure da Achille Bonito Oliva nel saggio Il territorio magico pubblicato nel dicembre 1971, dalle concezioni fantascientifiche ed effimere degli Archigram alle attrezzature per missioni spaziali e sottomarine, dai congegni tecnologici per potenziare le capacità umane ai sistemi scientifici per espandere l'energia ed estendere le comunicazioni.
Il film e il progetto di microambiente – "una stanza come campione di Supersuperficie" – che fu realizzato per la mostra Italy: The New Domestic Landscape allestita nel 1972 al MoMa di New York ed è stato ricostruito dal Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci, evocano profeticamente la possibilità di vivere in "un mondo senza prodotti e rifiuti, una zona in cui la mente sia energia, materia prima e anche prodotto finale, l'unico intangibile oggetto di consumo" (Superstudio).
Film 35 mm riversato in dvd e ricostruzione del microambiente realizzato per il MoMA di New York
Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci, Prato