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Dahomey

di Mati Diop

FILM



November 14—20, 2024

Berlino 74 / Documentario

(Francia-Senegal-Benin, 2024)

durata: 68'

 

versione originale con sottotitoli in italiano

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informations

 

Dahomey

di Mati Diop

 

Spettacoli

venerdì 15 novembre, ore 19.40 (v. or. sott. it.)

sabato 16 novembre, ore 15.30 (v. or. sott. it.)

domenica 17 novembre, ore 21.00 (v. or. sott. it.)

mercoledì 20 novembre, ore 19.15 (v. or. sott. it.)

 

Orso d'Oro al Festival di Berlino 2024

 

Nel novembre del 2021 si concretizza la decisione storica da parte del governo francese di rimpatriare 26 artefatti storici del Regno di Dahomey, in quello che è oggi lo stato del Benin, acquisiti nel diciannovesimo secolo durante l'occupazione coloniale francese. Attraverso la voce di una delle statue, si segue il viaggio da Parigi fino all'arrivo a Cotonou, con tanto di inaugurazione della mostra celebrativa e di un dibattito universitario in cui diversi giovani si confrontano sulle difficoltà di come considerare il periodo coloniale e la valenza di questa restituzione.
 

"Cosa vuol davvero dire un evento del genere? Come può contribuire al riscatto da un passato di oppressione, alla riappropriazione di un patrimonio culturale e alla ridefinizione dell’identità di una nazione? È quanto cerca di capire Mati Diop, che ancora una volta mostra l’urgenza politica del suo cinema. E perciò, dopo una prima in cui racconta il viaggio dei tesori e la loro accoglienza, si concentra su un lungo, acceso dibattito tra i giovani all’università di Abomey. Dove si approfondiscono riflessioni di non poco conto, che svelano una complessità inestricabile. C’è chi, da un lato, vede nella restituzione parziale un insulto o una semplice operazione di facciata, puramente propagandistica, da parte di Macron e di Patrice Talon. Chi rivendica l’importanza di un patrimonio culturale immateriale, fatto di tradizioni, storie, culti popolari capaci di sopravvivere al di là delle spoliazioni materiali. E d’altro canto, c’è chi ricorda come l’imporsi del francese abbia affossato le possibilità evolutive e identitarie della lingua fon e delle altre parlate locali. E poi tutte le questioni legate alla scelta espositiva museale, che limita le possibilità di accesso da parte degli abitanti delle aree interne del paese e quindi rischiano di pregiudicare l’effettiva possibilità di rinsaldare un’identità culturale. E c’è chi invece giudica positivamente questo primo passo, anche per lo sviluppo di una conoscenza tecnica necessaria alla conservazione delle opere. Insomma, quel che viene fuori è una diversità di posizioni, anche estrema. Prova evidente di una cicatrice storica profonda, difficilmente rimarginabile." (Aldo Spiniello)

 

"Raramente un film si presenta con l’urgenza di Dahomey. […] Mati Diop firma alcuni dei momenti di cinema più forti visti nel 2024. Cinema politico, certo, ma dotato di una straordinaria capacità di astrazione fantastica che permette di intravedere fra le pieghe del racconto lo spettro dell’enciclopedia universale rosselliniana. Un film importante” (Giona A. Nazzaro, Direttore Artistico del Locarno Film Festival)




Where
Cinema - Centro per l'Arte Contemporanea Luigi Pecci

Viale della Repubblica, 277, 59100 Prato PO, Italia


Spettacoli

15 novembre, ore 19.40 (v. or. sott. it.)

16 novembre, ore 15.30 (v. or. sott. it.)

17 novembre, ore 21.00 (v. or. sott. it.)

20 novembre, ore 19.15 (v. or. sott. it.)

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