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"La persona peggiore del mondo" di Joachim Trier

Prime Visioni #Cannes74

FILM / PRIME VISIONI



November 22—28, 2021

con Renate Reinsve, Anders Danielsen Lie, Herbert Nordrum

(Verdens verste menneske; Norvegia, 2021) 121'; v. or. sott. it e vers. it

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Oslo, giorni nostri. Alla vigilia dei suoi trent'anni, Julie deve riconoscere con riluttanza di non avere ancora combinato niente nella vita e che ciò non sembra destinato a cambiare in tempi brevi: a peggiorare le cose, Aksel, il suo fidanzato più grande e autore di graphic novel di successo, le fa pressione per accasarsi. Una notte, Julie partecipa a una festa, dove incontra il giovane e affascinante Eivind. Rotto con Aksel e lanciatasi in questa nuova relazione, spera di riuscirvi a cambiare il corso delle cose, ma presto si rende conto che alcune possibilità sono ormai alle sue spalle.
 

Palma d'Oro Migliore Attrice a Renate Reinsve al Festival di Cannes 2021

 

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La persona peggiore al mondo non è la solita commedia sentimentale ma un film di finissima brutalità 

In sala grazie a Teodora l’ultima opera di Joachim Trier. Tra i lindi minimali interni della Oslo contemporanea, la protagonista Julie (la brava Renate Reisve) è costretta a compiere scelte esistenziali sulla sua vita sentimentale, sui figli da avere, sulle possibili professioni da intraprendere. L’ironia soggiace, ma il film scortica lo stomaco.


"Non è la solita commedia sentimentale, anzi. La peggiore persona del mondo – in sala grazie a Teodora – è un film di finissima intima brutalità sull’irreversibilità delle scelte esistenziali nella vita. Sotterraneamente brutale sì. Scorticante nelle pareti dello stomaco, anche. Mai come di fronte al lindo ordine e biancore nordico che soggiace negli interni giorno del film del norvegese Joachim Trier si rimane appesi a quelle impercettibili svolte radicali che la giovane protagonista Julie (Renate Reinsve, Palma d’oro a Cannes come miglior attrice) assume davanti ad un nuovo potenziale amore, all’idea di un figlio, alle mille possibili porticine professionali. No, ecco, Sliding doors proprio no. Semmai una specie di sinfonia inizialmente alleniana, poi un coming of age postdatato di una decina d’anni, infine un dramma bergmanianamente rabbuiato.
Un prologo, un epilogo, e dodici capitoli/frammenti a fare da struttura temporale e stilistica. Julie/Reinsve che abita il film di Trier come un’antieroina romantica: sempre pronta a fallire, imprecisa, in alcuni momenti goffa, ma sempre in modalità solare e ironica. Lei cambia lavoro (medico, psicologo, fotografia, scrittrice, libraia, e ancora fotografa). Lei sceglie con chi flirtare (tre fidanzati) poi li scarica (due di questi, anche se il 'fortunato' lo fa sospirare come non so che). Lei batte il ritmo della narrazione continua degli sguardi, delle espressioni, dei dialoghi nei duetti che costellano il film, come nel mostrarsi o nello spogliarsi senza la malizia di un erotismo evidente ma mai esplicito, rimanendo perfino l’unica attrice del cast a potersi muovere in una sequenza onirica graziosa, nel centro di Oslo mentre l’intera Norvegia e tutti i norvegesi sono immobilizzati in strada, in auto, sul tram, nei negozi, e lei si sposta dall’amato per fermare il tempo e capire se un bacio con lui vale tanto per poter lasciare il proprio fidanzato (spoiler: insomma).
Non ha mai un vero baricentro drammaturgico il film di Trier, ma ha come voglia di essere impulsivamente franco, di far vivere realisticamente l’emozione sentimentale anche drastica e dolorosa di una separazione, di un’idiosincrasia, di una morte che arriva. In tanti hanno pensato ma chi è La persone peggiore al mondo del titolo? Julie? Oppure il coprotagonista, secondo fidanzato, 46enne, autore di popolari graphic novel norvegesi, che nel desiderio di liberarsi di angosce personali con la sua arte finisce nel tritatutto del postfemminismo contemporaneo? Difficile capirlo. Ma nemmeno necessario. Il film di Trier sembra svolazzare leggiadro nella futilità del cicaleccio tra partner, poi si ritrova improvvisamente e duramente sprofondato nelle ferite che un essere umano può arrecare senza capire, senza volere, all’altro. Sorprendente, davvero. Anche se la performance della Reinsve luccica di una forse trascurata copresenza dei suoi due robusti comprimari: il bonario Elvind (Herbert Nordrum) e il tormentato Aksel (lo strepitoso Anders Danielsen Lie).
"

Davide Turrini, 'Il Fatto Quotidiano', 20 novembre 2021

 

Spettacoli

Giovedì 25 novembre: ore 21.15 - v. or. sott. it

Venerdì 26 novembre: ore 18.00 - vers. it

Sabato 27 novembre: ore 16.00 - v. or. sott. it; ore 21.15 - vers. it

Domenica 28 novembre: ore 11.00 - v. or. sott. it; ore 18.30 - vers. it


Prime visioni


Where
Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci

Viale della Repubblica, 277, 59100 Prato PO, Italia


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Giovedì 25 novembre: ore 21.15 - v. or. sott. it

Venerdì 26 novembre: ore 18.00 - vers. it

Sabato 27 novembre: ore 16.00 - v. or. sott. it; ore 21.15 - vers. it

Domenica 28 novembre: ore 11.00 - v. or. sott. it; ore 18.30 - vers. it

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