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Happy together di Wong Kar-wai

Rassegna: Una questione di stile - Il Cinema di Wong Kar Wai in versione restaurata

FILM / RASSEGNE



June 03—16, 2021

(Hong Kong, 1997) 93'; v. or. sott. it

Con Leslie Cheung, Tony Chiu-Wai Leung, Chen Chang

 

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Po-wing e Yiu-fai sono una coppia. Una coppia gay che decide di spostarsi da Hong Hong all'Argentina in cerca di futuro. Po-wing e Yiu-fai non potrebbero essere più diversi, nonostante il fortissimo legame, e sui loro tormenti, sulle loro distanze, Wong Kar Wai costruisce splendidamente Happy Together: la cronaca di un amore tanto desiderato quanto impervio, doloroso, con la celebre canzone dei Turtles chiamata a giocare di contrappunto. La coppia reggerà agli urti della nuova vita o la celebre scena del tango sarà solo il presagio di un inevitabile addio?

 

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"La migliore canzone dei Turtles, Happy together, che coglie zucchero e grinta dei ribelli anni Settanta, dà il titolo spiazzante a un film che da ieri è in programmazione al Nuovo Sacher di Roma e che è stato, quanto a design, il più aggiornato oggetto in gara all'ultimo festival di Cannes '97. Un film d'amore che parla del futuro politico di un pezzettino di Cina ma lo fa catapultando i protagonisti in un'atmosfera impropria e lontana. Ma sensuale e struggente, elegante e carnosa, popolare e sanguinante, fantasmatica e atroce, formalista e dunque autentica, come solo Buenos Aires sa essere. Set pulsante e di attrazione cinematografica continua, visto che questa metropoli, la più europea e "avanzata" che esista, è stata rovistata e scandagliata in un recente nockumentary inglese di Sally Potter, Lezioni di tango, dove la regista di Orlando reinventa una vera storia d'amore con un grande danzatore di tango, inseguedolo dappertutto, imparando mosse e nuances di un ballo sfrontato e raffinato. A forza di dire "tutto vero" il film diventa falso, esotico: ronde indiscreta e ripetitiva, tranne la colonna sonora (ben tre canzoni di Osvaldo Pugliese). Happy Togheter, invece, lo dirige l'astro del cinema di Hong King, Wong Kar Wai, già scoperto dalla nostra distribuzione più eretica e nello spettro di geniali registi asiatici forse il più rock e esistenzialista. Il cineasta, già conosciuto e adorato in Italia, da un piccolo grande pubblico, per Fallen angels, è comunque un punto di riferimento per il cinema video-sensibile: il suo occhio fende la vita con sciabolate elettroniche mozzafiato, come un invisibile Bruce Lee dell'anima. Nessun passatismo, però, non è provocatoriamente démodé come un altro grande e più sconosciuto in Italia, Allen Fong. Per saperne di più leggere il bel libro, recentissimo, di Nazzaro sul cinema di Hong Kong (edizioni Le Mani). Happy Together è un tipico "trance film" di Wong Kar Wai, uno dei suoi "film vertigine". È stato, a Cannes, il più esplicito dei film gay, ma non più spinto, non hard, come se ne facevano una volta. Opera d'atmosfera, di sottili frammenti, ellittico, incantato sul prima e sul dopo delle emozioni. Dei sentimenti. Delle azioni. Visualmente è al di là e al di qua della fascinazione pubblicitaria, dribblata alla Maradona. Colori timbrici e debordanti, blu, rossi, o quasi un film colorizzato e ingrigito dai tecnici Mtv. Un flusso ottico inabissato dentro un'antisinfonia di Frank Zappa e affogato in troppo Astor Piazzolla, a far l'ambiente tanghéro della movida di Buenos Aires, tra i vicoli proletari dove spopola il derby Boca Junior-River Plate, e dove Lai Yiu Fai (Tony Leung), il posato, e Ho Po Wing (Leslie Chang), lo scatenato, giovani amanti in rotta continua, si ritrovano, si riamano e si lasciano per sempre. Lai, posato buttafuori da bar, poi lavapiatti, poi operaio del mattatoio, incapace di stare solo, non ne può più dello sfarfalleggiare da un amante all'altro di Ho, il passionale. E allora litigi, botte, fughe e, dopo l'ultimo "ricominciamo da zero", fine. Lai butta Ho fuori di casa, soffiandogli perfino il passaporto, per puro dispetto. E sappiamo quanto sia atroce per molti cinesi questa mancanza di "carta d'identità", sinonimo di mancanza assoluta di diritti, di schiavismo totale... Perché Lai adesso ama segretamente, riamato segretamente, il collega di cucina Zhang, che viene da Taiwan e che parte per la Patagonia, verso il punto più a sud del pianeta... unico legame tra loro un nastro registrato da Lai che Zhang promette di sentire solo davanti allo stretto di Magellano. E saranno solo inarticolate tracce di pianto... Le due Cine improprie, davanti a noi, e lo shock di un 1 luglio 1997 che si avvicinava, mentre Deng sta morendo, Tienanmen non sparisce in dissolvenza, e anche a Taiwan chissà come finirà... Elegia di dolore per la madre patria disintegrata, Hong Kong, urlata perfino nel sud più a sud del sud (come direbbe il nostro filmaker indipendente "southern" Nico Cirasola). Lai la immagina e noi la vedremo, visto che siamo dall'altra parte dell'equatore, di notte e a testa in giù. E poi, in un finale impasticcato e tenero, tra i banconi di un mercato asiatico, Lai cerca Zhang, mentre ossa, nervi e cuore sono pressoché spenti. Ma l'eco dell'amore antico gli permetterà ancora un surplus di sopravvivenza, il deambulare fissato dell'ubriaco, quando si ha ben in testa l'obiettivo senza avere più alcun contegno."

Roberto Silvestri, il manifesto, 25/9/1997

 

Spettacoli:

giovedì 3: ore 20.40 - v. or. sott. it

venerdì 4: ore 18.15 -  v. or. sott. it

mercoledì 9: ore 21.30 -  v. or. sott. it

giovedì 10: ore 21.15 - v. or. sott. it

venerdì 11: ore 18.15 -  v. or. sott. it

mercoledì 16: ore 21.15 -  v. or. sott. it


Rassegne


Where
Cinema - Centro per l'Arte Contemporanea Luigi Pecci

Viale della Repubblica, 277, 59100 Prato PO, Italia


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Spettacoli:

giovedì 3: ore 20.40 - v. or. sott. it

venerdì 4: ore 18.15 -  v. or. sott. it

mercoledì 9: ore 21.30 -  v. or. sott. it



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