Al termine della mostra Ri-pensare la scultura di Mauro Staccioli, realizzata per il ritorno della grande opera Prato 88, martedì 6 gennaio 2026 alle ore 16 il Centro Pecci presenta insieme all’Archivio Mauro Staccioli 3 film documentari sull’artista e il suo lavoro, nell’ambito del progetto “Rete del Contemporaneo in Toscana e arte ambientale diffusa”.
Finissage con proiezione di tre film documentari sull’artista al cinema del Centro Pecci
Le proiezioni saranno introdotte da interventi di:
- Andrea Alibrandi, direttore dell’Associazione Archivio Mauro Staccioli
- Duccio Benvenuti, regista e scrittore
- Caterina Martinelli, direttrice del Mauro Staccioli museo archivio di Volterra
- Stefano Pezzato, responsabile di collezione e archivi del Centro Pecci di Prato
Programma delle proiezioni:
Mauro Staccioli. Luoghi d’esperienza (Volterra, 2009)
Regia di Duccio Benvenuti, 20 min. 30 sec.
Il progetto espositivo di Mauro Staccioli. Volterra – Luoghi d’esperienza (settembre-novembre 2009) trae idealmente origine dalla sua mostra personale Sculture in città, organizzata a Volterra nel luglio 1972 e curata da Enrico Crispolti. In quel momento Staccioli definisce il suo modo di fare scultura, focalizza l’attenzione sulla vita e l’ambiente urbano, compiendo così un importante passo verso un nuovo modo di concepirla.
Di quel progetto espositivo è stato possibile mantenere in essere i grandi interventi scultorei nel paesaggio attraverso i quali l’artista, originario di Volterra, riesce a creare un dialogo con l’intero territorio della città, mettendo in luce tempi e luoghi di un paesaggio in cui storia, cultura e lavoro umano si incontrano con la sua personale memoria.
Mauro Staccioli. Museo Archivio (Volterra, 2024)
Video di Francesco Castellani. 12 min. 14 sec.
Dal 20 gennaio 2025 è aperto a Volterra museo archivio Mauro Staccioli, che trova dimora permanente negli ambienti dell’Ex Oratorio del Crocifisso, all’interno del complesso del Centro Studi Espositivo Santa Maria Maddalena, messo a disposizione dalla Fondazione Cassa Risparmio di Volterra. L’esposizione di circa quaranta progetti plastici, fra i molti realizzati negli anni da Staccioli per studio, verifica e presentazione delle sue sculture, ambientate all’interno di luoghi urbani o in contesti naturali, è affiancata da un touch screen interattivo appositamente progettato per risalire, attraverso documenti d’archivio, schizzi, disegni preparatori, fotomontaggi progettuali digitalizzati, alle grandi sculture dell’artista in Italia e all’estero.
Mauro Staccioli. Opere 2025
Video di Francesco Castellani. 12 min. 14 sec.
Staccioli asseriva di “costruire un’idea come costruire un edificio; pensare lo spazio della sua realizzazione materiale come occasione di lettura e di ipotesi immaginative del contesto ambientale”. Oltreché a Prato e Volterra sue opere permanenti si trovano a Milano, Bergamo, Santa Sofia in Romagna, Pesaro, San Casciano Val di Pesa, Impruneta e Greve in Chianti, San Giovanni Valdarno, Capalbio in Maremma, Tortolì e Ozieri in Sardegna, davanti alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma. Per la “Fiumara d’arte” in Sicilia l’artista ha realizzato una Piramide in acciaio corten sul 38° Parallelo.
Mauro Staccioli nasce nel 1937 a Volterra, dove si diploma nel 1954 all’Istituto d’Arte. Nel 1960 si trasferisce in Sardegna dove insegna, quindi nel 1963 si sposta a Lodi e poi a Milano dove diventa direttore del Liceo Artistico di Brera nel 1974/75 e 1978/79 e del Liceo Artistico Statale di Lovere (BG). Gli inizi della sua attività artistica sono intrecciati all’esperienza didattica e alla militanza politica. Dalla fine degli anni Sessanta si dedica alla scultura, sviluppando l’idea di una stretta relazione con il luogo dove l’opera è collocata. Negli anni Settanta elabora “sculture- intervento” caratterizzate da una geometria essenziale e dall’uso di materiali semplici come il cemento e il ferro. Negli anni Ottanta la sua ricerca perde durezza e aggressività, per sfidare apertamente lo spazio sovvertendo equilibri statici e dimensionali. Comincia così a lavorare sul rapporto tra segno e paesaggio, tematica che caratterizza le sue opere monumentali più note. Scompare nel 2018 a Milano, lasciando il suo archivio presieduto dalla figlia Giulia e diretto da Andrea Alibrandi.
