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Ri-pensare la scultura di Mauro Staccioli

    Mostre

  • Ritorna alla città di Prato l’opera Prato 88

  • Curata da Archivio Mauro Staccioli

    Mauro Staccioli, Prato 88, litografia, 1989
    Mauro Staccioli, Prato 88, litografia, 1989

    Per festeggiare il ritorno dell’opera Prato 88 di Mauro Staccioli, il Centro Pecci presenta la mostra "Ri-pensare la scultura di Mauro Staccioli", visibile al pubblico gratuitamente presso la Sala Incontri fino a martedì 6 gennaio 2026, e realizzata dall’archivio Mauro Staccioli, nell’ambito del progetto “Rete del Contemporaneo in Toscana e arte ambientale diffusa”.

    La grande scultura Prato 88, concepita come un arco slanciato dall’orizzonte che ne taglia la coda fino al cielo dove svetta la sua punta, è emblematica della poetica di Staccioli che asseriva di “costruire un’idea come costruire un edificio; pensare lo spazio della sua realizzazione materiale come occasione di lettura e di ipotesi immaginative del contesto ambientale”.

    Nonostante il contesto originario sia cambiato a seguito degli interventi architettonici che hanno ampliato gli spazi del Centro Pecci, quest’opera di dimensioni e carattere determinati dall’ambiente rimane, secondo le intenzioni dell’artista, una scultura, una forma sospesa, segno tangibile e distintivo del complesso museale e della presenza artistica contemporanea che connota da decenni la città di Prato.

    L’esposizione propone bozzetti e disegni originali che riguardano la realizzazione di Prato 88 e richiamano interventi coevi di Staccioli nel parco olimpico di Seul e per Documenta a Kassel nello stesso anno 1988. Sono presenti inoltre sculture e disegni dell’artista che anticipano o seguono l’opera di Prato, al fine di tracciare le linee principali della ricerca artistica di Staccioli che parte da sculture appuntite in ferro verniciato o cemento e tubolari del 1971, passando per l’equilibrio di mezzelune disegnate o realizzate in cemento o acciaio corten nei primi Novanta e arriva alla curvatura disegnata e alla forma geometrica attraversabile in acciaio corten all’inizio del nuovo millennio.

    Mauro Staccioli

    Nasce nel 1937 a Volterra, dove si diploma nel 1954 all’Istituto d’Arte. Nel 1960 si trasferisce in Sardegna dove insegna, quindi nel 1963 si sposta a Lodi e poi a Milano dove diventa direttore del Liceo Artistico di Brera nel 1974/75 e 1978/79 e del Liceo Artistico Statale di Lovere (BG). Gli inizi della sua attività artistica sono intrecciati all’esperienza didattica e alla militanza politica. Dalla fine degli anni Sessanta si dedica alla scultura, sviluppando l’idea di una stretta relazione con il luogo dove l’opera è collocata. Negli anni Settanta elabora “sculture-intervento” caratterizzate da una geometria essenziale e dall’uso di materiali semplici come il cemento e il ferro. Negli anni Ottanta la sua ricerca perde durezza e aggressività, per sfidare apertamente lo spazio sovvertendo equilibri statici e dimensionali. Comincia così a lavorare sul rapporto tra segno e paesaggio, tematica che caratterizza le sue opere monumentali più note. Staccioli scompare nel 2018 a Milano, lasciando il suo archivio presieduto dalla figlia Giulia e diretto da Andrea Alibrandi.

    In Toscana

    Altre opere monumentali di Mauro Staccioli in Toscana: nella Collezione Gori alla Fattoria di Celle, Santomato di Pistoia; a Villa Aruch in viale Guidoni a Firenze; alla Serra, Carmignano (Prato); a Greve in Chianti e Impruneta (Firenze); alla Torre di Luciana e a San Casciano in Val di Pesa (Firenze); sul Lungarno di San Giovanni Valdarno (Arezzo); a Pomarance (Pisa); nella sua città natale di Volterra (Pisa) dove ha sede anche il Mauro Staccioli - Museo Archivio; nel Giardino di Daniel Spoerri a Seggiano (Grosseto); in località Giardino a Capalbio (Grosseto) per il progetto diffuso Hypermaremma, che dal 2025 è associato ai musei partner della Rete del Contemporaneo in Toscana.

    Di proprietà del Comune di Prato e dell’Associazione Centro Pecci, la scultura testimonia l’impegno preso dal Comune nel 2023 e ora portato a compimento con la sua ricollocazione. La scultura viene ufficialmente inaugurata e presentata al pubblico nella sua nuova posizione, nel segno del dialogo tra pubblico e privato grazie a uno sforzo condiviso tra Comune di Prato, Associazione Centro Pecci, Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci, Archivio Staccioli, Fondazione Cassa di Risparmio di Prato, Soci fondatori Associazione Centro Pecci.

    Info biglietti

    Ingresso libero