di Greta Gerwig
Rilanci
con Margot Robbie, Ryan Gosling
(Usa, 2023) 114' - v. or. sott. it.
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Spettacoli
sabato 16 settembre, ore 18.30 (v. or. sott. it.)
domenica 17 settembre, ore 16.15 (v. or. sott. it.)
mercoledì 20 settembre, ore 21.15 (v. or. sott. it.)
Barbie Stereotipo vive a Barbieland, dove ogni cosa è color confetto (prevalentemente rosa) e ogni giorno è il più bello di tutti. Improvvisamente viene assalita da pensieri di morte, e i suoi piedini perennemente sulle punte sono diventati piedi piatti. L'unica a poterla consigliare sul da farsi è Barbie Stramba, quella su cui qualche bambina annoiata si è accanita, e che vive in parziale isolamento dando buoni consigli alle Barbie perfette (visto che a nessuna interessa il suo "cattivo esempio"). Barbie Stramba spedisce Barbie Stereotipo nel mondo degli umani, alla ricerca della bambina che, con i suoi pensieri tristi, sta rischiando di gettarla in una crisi esistenziale. Se riuscirà a trovare "la bambina che gioca con lei e interferisce con la sua bambolità", recupererà i piedini a punta e la testa sgombra di complicazioni tristi e melense. Al suo fianco, come un clandestino, spunta Ken, da sempre innamorato di lei: un compagno che Barbie dà per scontato e dunque tratta come uno zerbino. Riusciranno Barbie e Ken a ritornare vittoriosi dal mondo degli umani?
Barbie è tanto plastica quanto fantastica
In equilibrio tra popcorn movie e commedia filosofica femminista, il film sulla bambola della Mattel - incredibilmente - funziona. A meraviglia
(K)-enough! Per alcuni il film di Barbie (in sala da qualche giorno, è già un successone al botteghino e un fenomeno transmediale) è un baluardo del femminismo. Per altri una beffarda parabola sulla demascolinizzazione. Per altri una scaltra autocelebrazione della bambola della Mattel - esaltata e contemporaneamente derisa. Un film può essere tutte queste cose, e molto di più. Barbie, come la sua protagonista moltiplicata in una miriade di eterogenee omonime dalle mansioni più diverse - è multitasking. Le donne, generalmente, lo sono. Barbie è il film di Greta Gerwig, rea di un’impresa teoricamente impossibile: celebrare e satireggiare al contempo la bambola della Mattel e la sua azienda, e nel mentre lanciare dal mondo pastelloso di Barbieland una riflessione sull’emancipazione e l’indipendenza femminile. Alla sceneggiatura ha lavorato anche un altro regista e sceneggiatore indie, Noah Baumbach, partner della Gerwig di lunga data (lei nel 2010 ha recitato in Lo stravagante mondo di Greenberg di lui, poi hanno co-sceneggiato insieme Frances Ha nel 2012 e Mistress America nel 2015).
Nel copione si riflette l’autorialità di questo Giano Bifronte: è Greta a dettare la forma, ma i contenuti attingono a voce e pensieri di entrambi. La sceneggiatura di Barbie è come le Lava Lamp dove le bolle di due liquidi si sopraffanno mantenendo l'armonia. La voce di Helen Mirren - in originale – introduce l’eroina della storia, la Barbie Stereotipo inquisitiva e profondamente umana impersonata da Margot Robbie. Tra una manciata di battute geniali, la narratrice sottolinea la perfezione di quella che è, appunto, la tipica barbie bionda, sexy e statuaria. Bastano pochi secondi all’interprete di Harley Quinn (Barbie psicopatica) per dimostrare di essere la scelta di casting perfetto (Amy Schumer, perdonaci) ed eliminare dalla mente collettiva della massa la contemplazione di chiunque altro in quel ruolo. Accanto e lei, quel Ryan Gosling nei panni del bambolotto costantemente rifiutato e sminuito dal Barbie che, inizialmente denigrato dal popolo di Internet come incarnazione di Ken, in questo ruolo si dimostra semplicemente sublime.
Il suo Ken prima insicuro, patetico e appiccicoso e poi arrogante, prevaricatore e promotore del patriarcato è impeccabile in entrambe le versioni e Ryan, nei panni di questa figura defraudata della propria mascolinità in un mondo dove la condizione di uomini e donna è ribaltata, è la sorpresa più grande (assieme al fatto che a Barbie possa farsi crescere una vagina). La barbie stereotipata vive spensierata (e disoccupata) assiema a barbie presidente, barbie carpentiera e tutte le altre barbie che, a differenza di lei, vantano carriere e professioni che ne attestano l’intelligenza e il potere. Tuttavia, questa Barbie è una filosofa: riflette sulla vita, sulla morte (!) e soffre una crisi esistenziale. Anche nella civile e illuminata Barbieland i divergenti e chiunque non si conformi alle norme (come Barbie stramba) vive ai margini e deriso. È proprio costei - considerata a metà tra una svitata e una sciamana locale - a mostrarle la via per superare le incertezze che la tormentano e… le hanno fatto venire i piedi piatti.
Nel mondo reale la Barbie Stereotipo scopre l’esistenza del patriarcato, e lo scopre anche Ken; entrambi sono destinati a infettare con le loro scoperte l’immacolata madrepatria, con conseguenze agghiaccianti. Come la Gerwig sia riuscita a realizzare un blockbuster hollywoodiano dove è la confezione ad attirare il pubblico e i pensieri e i messaggi al suo interno a trattenerlo è ciò che ha fatto del film un fenomeno. Non ci riesce perfettamente - la struttura di Barbie è frammentaria e sbilanciata, la sceneggiatura mette troppa carne al fuoco e fatica a mantenere il focus -, ma mantiene le promesse: Barbie è satirica, autoironica, brillante, filosofica, critica, esistenzialista, attraversata da sprazzi di genialità sovversiva (quel tanto consentito in una megaproduzione di un grande studio). Il tutto è avvolto in accessori rosa, fiocchi e glitter allestiti con monumentale cura e dispendio di energie. La pellicola non è tanto profonda quanto sembra, ma la sequenza che segue l'eroina avventurarsi sulle spiagge di Santa Monica e sperimentare il disagio dei commenti lascivi, assieme al monologo sulle pretese che affliggono le donne, colpisce abbastanza da far venire il magone.
Greta Gerwig non è Phoebe Waller-Bridge, Barbie non è Fleabag, e il monologo sulle ingiustizie di essere donna di cui sopra pronunciato da America Ferrera non vale la metà di quelli che scandiscono la serie britannica. Questo ci dice che Barbie non è il capolavoro femminista che alcuni millantano, ma è comunque un piccolo miracolo. L’equilibrio tra serio e faceto, infatti, la Gerwig lo gestisce ottimamente, senza che al primo venga permesso di sopraffare il secondo. Analogamente, la regista riesce a non superare il labile confine narrativo e stilistico che avrebbe trasformato Barbie da compromesso brillante e stilosa truffa. Il fatto di poter contare su un cast corale che si avvale dei citati Mirren, Robbie e Gosling, oltre a Will Ferrell e a mezzo cast di Sex Education è un altro fattore determinante. Anche e soprattutto grazie a loro, Barbie è un film notevole e sorprendente che fa venire voglia di trasferirsi a Barbieland, pure se il cibo è di plastica.
Chi è Greta Gerwig?
Greta Gerwig (Greta Celeste Gerwig) è un'attrice statunitense, regista, produttrice, produttrice esecutiva, sceneggiatrice, è nata il 4 agosto 1983 a Sacramento, California (USA).
Nel 2020 ha ricevuto il premio come miglior regia al NSFC Awards per il film Piccole donne. Dal 2018 al 2020 Greta Gerwig ha vinto 3 premi: Critics Choice Award (2020), NSFC Awards (2020), Spirit Awards (2018).
Quanti promettenti attori americani darebbero i loro titoli di studio appesi alle pareti pur di avere lo stesso successo che ha questa giovane interprete americana? Come ogni talento, ottiene il massimo con il minimo. Le basta piantare lo sguardo o lasciar scappare i fremiti di un sorriso per liberare furiosi passaggi di carnalità, prostrazione e leggiadria. La facilità con la quale ci fa credere di essere ignara della sua spaventosa bravura è da grande attrice.
Alle spalle ha la sua lunga permanenza nel movimento cinematografico indipendente noto come "Mumblecore" e che ha come principali caratteristiche i budgets sottocosto (si impiegano per questo motivo videocamere digitali, personalizzazioni sui personaggi sempre ventenni, soggetto e sceneggiature improvvisate e attori non professionisti) e l'amicizia che la lega ad artisti come Lynn Shelton, Andrew Bujalski, Mark e Jay Duplass, Aaron Katz, Joe Swanberg e Barry Jenkins.
Nativa di Sacramento, studia al Barnard College, laureandosi in Letteratura Inglese e Filosofia.
All'inizio pensa di diventare una commediografa, ma poi dopo aver recitato in un ruolo minore del film LOL (2006) di Joe Swanberg cambia idea e si unisce al gruppo del Mumblecore, fondando lei stessa un gruppo di improvvisazione teatrale chiamato "The Tea Party Ensemble".
Nel 2007, recita senza sceneggiatura nella pellicola Hannah Takes the Stairs (2007) e nel 2009 dirige con Swanberg Nights and Weekends. Notata da Noah Baumbach, viene invitata a partecipare alla pellicola Lo stravagante mondo di Greenberg (2010) con Ben Stiller, Rhys Ifans, Jennifer Jason Leigh e Brie Larson, nel ruolo della giovane assistente personale Florence Marr che entra in contatto con lo strano zio Roger, con il quale imbastisce una curiosa storia romantica. Un personaggio che è stato creato su quello della Stacy Hamilton del film Fuori di testa (1982), interpretato proprio da Jennifer Jason Leigh.
Dopo la partecipazione al più commerciale Amici, amanti e... (2011), partecipa al film romano di Woody Allen To Rome With Love e al teen-movie sui generis Damsels in Distress. Conquista la sua interpretazione nel brillante Frances Ha, diretto da Noah Baumbach, regista che l'ha assunta come musa e che l'attrice ritroverà ancora una volta per Mistress America (2015). Sarà poi protagonista di Il piano di Maggie - A cosa servono gli uomini di Rebecca Miller, in cui recita accanto a Ethan Hawke e Julianne Moore, oltre a venire diretta da Todd Solondz (Wiener-Dog) e da Pablo Larrain (nel film su Jackie Kennedy con Natalie Portman protagonista Jackie).
Nel suo esordio alla regia, Lady Bird, del 2017, racconta la sua adolescenza e si aggiudica il Golden Globe come miglior commedia (e quello per la miglior attrice protagonista di una commedia, andato a Saoirse Ronan).
Dopo Piccole donne (2019), film grazie al quale riceve la sua terza candidatura agli Oscar (nella categoria miglior sceneggiatura non originale), nel 2022 dirige il film Barbie, con Margot Robbie e Ryan Gosling.
(Fabio Secchi Frau, mymovies.it)
Viale della Repubblica, 277, 59100 Prato PO, Italia
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