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Józef Robakowski "Più vicino – più lontano"

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Il Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci presenta la prima retrospettiva in Italia di uno dei massimi rappresentanti dell'arte e del cinema sperimentale polacco, Józef Robakowski, dal titolo Più vicino – più lontano, a cura di Bożena Czubak.

 

Józef Robakowski (Poznań, 1939) è artista e autore di film, video, installazioni, performance e fotografie, ma anche animatore culturale e teorico d’arte. Ha coordinato alcuni dei movimenti artistici fondamentali della seconda metà del Novecento, dal Collettivo Zero-61 (1961-1969) che si è ispirato alla tradizione del montaggio metaforico utilizzato dal cinema d’avanguardia, al Laboratorio per la Forma Cinematografica (Warsztaty Formy Filmowej, 1970-1977).

Animatore del movimento artistico progressista polacco, la sua ricerca l’ha portato a interrogarsi sul linguaggio, la meccanica e il materiale filmico, unendo a questi elementi un interesse verso la tradizione concettuale d’avanguardia filtrata attraverso la lente dell’autenticità e dell’identità personale.

 

Più vicino, più lontano (Bliżej, Dalej, 1985), che dà anche nome alla mostra, è una reminiscenza autoironica della ricerca analitica degli anni Settanta, dedicata al Laboratorio per la Forma Cinematografica, esperienza - all’epoca - ormai defunta. È una specie di gioco che l’artista fa con la propria immagine riflessa attraverso la manipolazione dello zoom, citando, in maniera non troppo velata, l’iconico lavoro di Dziga Vertov L'uomo con la macchina da presa; ma diviene anche metafora della lontananza della cultura artistica oltrecortina che questa mostra vuole cercare di avvicinare.

 







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Dalla Caverna alla Luna

Due percorsi espositivi, articolati fra l'ala grande del nuovo e metà del vecchio edificio museale, suddivisi in otto sezioni collegate dialogicamente con spettacolari evidenze, attraverso relazioni inedite e raffronti originali fra le opere che inglobano oppure evitano di volta in volta combinazioni filologiche per generi artistici, gruppi stilistici o cronologia storica, raccontano una prima parte del patrimonio d'arte contemporanea raccolto negli ultimi tre decenni dal Centro per l'Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato, finalmente presentata al pubblico. Il pubblico potrà entrare dentro la collezione del Centro Pecci per farsi stimolare dall'incontro con le opere o lasciarsi coinvolgere dalle combinazioni proposte, in una visita d'arte ricca di suggestioni e rivelazioni. L'esposizione si sviluppa fra il tempo ancestrale evocato dalla leggendaria Caverna dell'antimateria di Pinot Gallizio e lo spazio cosmico anticipato dalla Luna di Fabio Mauri, passando per la proliferazione energetica emersa ne La spirale appare di Mario Merz, l'habitat futuribile della Supersuperficie immaginata dal Superstudio, l'integrazione fra arte e architettura sperimentata nell'Intercamera plastica di Paolo Scheggi.

 

Artisti: Vito Acconci, Vahram Aghasyan, Archizoom Associati, Marco Bagnoli, Pier Paolo Calzolari, Paolo Canevari, Loris Cecchini, Marcos Chaves, Giuseppe Chiari, Fabrizio Corneli, Enzo Cucchi, Gino De Dominicis, Ulan Djaparov, VALIE EXPORT, Jan Fabre, Factory of Found Clothes, Sylvie Fleury, Michael Fliri, Lucio Fontana, Pinot Gallizio, Rainer Ganahl, Marco Gastini, Nan Goldin, Franco Grignani, Pietro Grossi, Shirazeh Houshiary, Ilya Kabakov, Anish Kapoor, Dani Karavan, Joseph Kosuth, Jannis Kounellis, Ketty La Rocca, Sol LeWitt, Francesco Lo Savio, Amedeo Martegani, Fabio Mauri, Mario Merz, Robert Morris, Maria Mulas, Ugo Mulas, Bruno Munari, Marco Neri, Lamberto Pignotti, Michelangelo Pistoletto, Chris Sacker, Remo Salvadori, Paolo Scheggi, Julian Schnabel, Keith Sonnier, Esther Stocker, Superstudio, David Tremlett, UFO, JCJ Vanderheyden, Luigi Veronesi, Massimo Vitali, Andy Warhol, Erwin Wurm, Gilberto Zorio. Progetti speciali di Carlos Garaicoa, Henrique Oliveira (from the exhibition The End of the World) Curatore della mostra: Stefano Pezzato


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