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Sverdlovsk, 1933, Russia. Vive e lavora a Mosca.
Erik Bulatov Vladimirovich è uno dei fondatori della scuola di Mosca concettuale. Nei suoi primi lavori dal 1960, Bulatov ha studiato i principi di interazione tra superfici e lo spazio come una concezione filosofica del dipinto e lo spazio. Questa è stata una tappa importante per il suo lavoro e chiaramente esposto l'influenza di Falk su Bulatov, che ha chiamato Falk, così come Favorskiy, il suo maestro. Nei primi anni 1970, a cominciare con la sua opera Horizon, Bulatov ha iniziato a sviluppare un nuovo, stile personale, che riunisce paesaggi naturali standard, con grandi simboli di manifesti e slogan trasparenti. Come risultato l'artista riesce a illustrare l'assurdità di una realtà, traboccante di simboli di propaganda sovietica, in modo estremamente accessibile. Per Bulatov, spazio era sempre molti strati: o testi da slogan o simboli riconoscibili sono stati collocati sopra le cime delle immagini. Sottolineando il contrasto tra la propaganda e la realtà, il lavoro di Bulatov si avvicina a Sots Art, ma il suo obiettivo principale rimane lo studio del confine tra lo spazio dell'arte e lo spazio sociale. Da giugno ad ottobre 2013, il Nouveau Musée National ha onorato Erik Bulatov con una mostra retrospettiva. Le sue opere sono apparse in importanti mostre riguardanti l’arte russa del ventesimo secol, tra cui RUSSIA! al Guggenheim Museum di in New York e di Bilbao (2005), Berlin- Moscow / Moscow-Berlin 1950–2000, alla Tretyakow-Galerie di Mosca (2003) e Traumfabrik Kommunismus. Die visuelle Kultur der Stalinzeit, Schirn Kunsthalle, a Frankfurt am Main (2003). Ha inoltre partecipato alla Biennale di Venezia nel 1988 e alla Third Moscow Biennale nel 2009, mentre sue mostre monografiche sono apparse al Mamco – Musee d’art moderne et contemporain di Geneva, Svizzera (2009/2010), al Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris, Francia (2007), al Kestnergesellschaft di Hannover (2006), ed al Tretyakow-Galerie di Mosca (2003 e 2006).