di Maïwenn
Cannes 76
con Maïwenn, Johnny Depp, Benjamin Lavernhe, Pierre Richard
(Francia, 2023) 116' - v. or. sott. it. e vers. it.
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Spettacoli
giovedì 14 settembre, ore 17.00 (vers. it.)
venerdì 15 settembre, ore 19.00 (v. or. sott. it.)
sabato 16 settembre, ore 21.15 (v. or. sott. it.)
domenica 17 settembre, ore 18.30 (vers. it.)
Liberamente ispirato alla vita di Jeanne du Barry, l'ultima amante di Luigi XV alla corte di Versailles, dopo Madame de Pompadour.
Maïwenn porta sul grande schermo la storia della cortigiana divenuta la favorita del re. Un racconto di emancipazione femminile che, seppur non sia un capolavoro, farà discutere!
di Margherita Bordino, (artribune.com)
“Tu sei e resterai per sempre una puttana ignorante”. È in questa frase che si racchiude la motivazione che ha indubbiamente spinto la regista e attrice Maïwenn a realizzare un ritratto su Jeanne du Barry – La favorita del re, film d’apertura della 76esima edizione del Festival di Cannes. La storia di una donna che usando la sua intelligenza e il suo fascino è riuscita a fare una notevolissima scalata sociale che l’ha portata dalla classe operaia ai corridoi di Versailles. Inoltre, Jeanne du Barry – La favorita del re è una vera e propria storia d’amore che deve fare i conti con le etichette di corte e con il tempo in cui matura e vive, ma non per questo è meno importante di tante altre.
Jeanne du Barry – La favorita del re è una storia che va ben oltre la semplice biografia per diventare un forte esempio di emancipazione femminile. La storia di una donna educata per pura fortuna – viste le sue umili origini – alla letteratura e alla poesia, e che per sopravvivere ha ceduto al mestiere più antico del mondo, lo stesso che con arguzia le ha permesso di farsi conoscere ben in alto e di conquistare il sovrano, non solo per la bellezza. E se molti si ricordano di lei nei primi episodi dell’anime Lady Oscar – come appunto la dama preferita dal re – è pur vero che per tanti altri è invece una vera sconosciuta ma dalla vita indubbiamente interessante. Il desiderio della regista di portare sul grande schermo questa storia risale al 2006, “ero andata al cinema a vedere ‘Marie Antoinette’ ed ero rimasta affascinata dall’interpretazione di Jeanne fatta da Asia Argento”, ha dichiarato tempo fa Maïwenn. “Ho sentito una totale empatia nei suoi confronti al punto che m’è mancata quando non l’ho vista più in scena. Tuttavia, non ho avuto il coraggio di affrontare subito la sua storia per una specie di complesso di inferiorità: nonostante le ricerche e le letture, non ero pronta. Sono serviti oltre dieci anni per convincermi, dopo le riprese di ‘Mon roi’, che potevo farcela”.
In Jeanne du Barry – La favorita del re la regista e attrice Maïwenn sceglie di concentrarsi sul percorso della protagonista, sulla relazione tra Jeanne e Luigi XV e sullo sviscerare le motivazioni che hanno permesso di etichettarla come la cortigiana del re. In queste motivazioni Maïwenn trova degli spunti assai attuali, corrispondenti alla nostra epoca. Jeanne du Barry – La favorita del re, prossimamente al cinema nelle sale italiane con Notorious Pictures, ha per protagonista la star americana Johnny Depp che torna sul grande schermo dopo il processo contro la ex moglie Amber Heard. La polemica però non riguarda in alcun modo questa vecchia storia, ma la stessa regista accusata di aver attaccato il giornalista Edwy Plenel, co-fondatore del sito Mediapart. Un attacco di cui non si conosce la motivazione – che la regista ha annunciato di dare a tempo debito. Oltre a questo però, ci sono vari rumor secondo i quali Maïwenn e Johnny Depp non sono andati poi così tanto d’accordo sul set. “È stato intenso, a volte tumultuoso, ma ci sono abituata. Come per tutte le star di questo calibro, peraltro abituate come lui, ci sono grandi vantaggi e svantaggi. Prendi il pacchetto, fa parte del patto”, ha chiarito in una lunga intervista alla rivista Harper’s Bazaar la stessa regista. Quello che conta ora è il risultato: Jeanne du Barry – La favorita del re è un film godibile, dai meravigliosi costumi, dettagliato sulle usanze del tempo e sulla vita a corte, e seppur non sia un capolavoro ha una scrittura intelligente e contemporanea che mette in risalto temi di emancipazione femminile e razziale. Una piccola curiosità: tra i luoghi di Versailles in cui è stato girato il film, ci sono la Chapelle Royale, la Galerie des Glaces e il salone Hercule.
Chi è Maïwenn ?
Data di nascita 17 aprile 1976.
Nel 2021 ha ricevuto il premio come miglior regia al Lumiere Awards per il film Dna - Le radici dell'amore.
Top model e attrice già a tre anni, quando la madre volle dare una svolta sicura alla sua vita di bambina imponendole di ballare, recitare, posare per fotografi e pubblicitari. Sua unica complice la sorella Isild, anche lei destinata a essere una bambina prodigio e anche lei sorprendente davanti e soprattutto dietro la macchina da presa.
Che tipo di infanzia ha avuto Maïwenn? Breve. E infatti anni dopo prenderà definitivamente le distanze dalla madre crudele e dal padre manesco accusandoli anche di violenze fisiche e vessazioni psicologiche. Per questi trascorsi coltiva un'ossessione nei confronti degli abusi sui minori, rendendosi protagonista di campagne di sensibilizzazione, in Francia, contro lo sfruttamento dei bambini. Una bellezza esotica la sua, un magnetismo insolito, sofferto, anche indomito però, con una forza negli occhi che spacca lo sguardo. Maïwenn, nel cinema francese, è davvero personaggio unico. Nonostante unioni sentimentali chiacchieratissime e tutte vissute fino all'ultimo respiro, invece di diventare semplice carne da macello per i giornali scandalistici l'attrice si scava una nicchia nell'establishment maschile dello spettacolo che difende con le unghie e i denti, anche coinvolgendo altre donne, a partire da Isild per arrivare alla sceneggiatrice Emmanuelle Bercot, con la quale fonda nel 2008 la società di produzione MAI.
I suoi drammi personali di bimba stravolta diventano la materia di un film, Pardonnez-moi (2009), anche interpretato nei panni di una futura madre che deve fare i conti con i segreti della propria vita familiare, prima di affrontare nuove responsabilità. Un film crudo, realizzato come fosse un documentario, macchina da presa a mano e attori professionisti, da Aurelien Recoing a Mélanie Thierry, chiamati spesso a improvvisare sul set. Un metodo ripreso per Polisse, vincitore del Premio della giuria al Festival di Cannes 2011. La storia nuda e cruda di una brigata della polizia criminale che si occupa di reati sui minori. Qui, Maïwenn si ritaglia il ruolo della fotografa Melissa, testimone per un reportage delle operazioni del gruppo e a sua volta coinvolta ben oltre le aspettative. Nel 2015 lavora alla realizzazione della storia appassionata e complicata Mon Roi - Il mio Re, con Emmanuelle Bercot e Vincent Cassel. Nel 2023 apre il Festival di Cannes con Jeanne du Barry - La favorita del re, film biografico su Marie-Jeanne Bécu du Barry con lei protagonista e Johnny Depp nei panni di Luigi XV di Francia.
Per la cineasta la mescolanza tra arte e vita sembra un destino scritto nella carne, non è solo prerogativa dei suoi personaggi. Quando girò Il quinto elemento era sposata con Luc Besson (insieme hanno una figlia, Shanna) che proprio su quel set si innamorò di Milla Jovovich, abbandonandola. A causa del trauma Maïwenn divenne bulimica ingrassando venticinque chili in poche settimane, per poi essere salvata dai medici e dalla passione per il suo lavoro. Girando Polisse ha rotto invece con il suo ultimo compagno, JoeyStarr.
(Mauro Gervasini, mymovies.it)
Viale della Repubblica, 277, 59100 Prato PO, Italia
Spettacoli
14 settembre, ore 17.00
15 settembre, ore 19.00 vos
16 settembre, ore 21.15 vos
17 settembre, ore 18.30
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