"Zdzislaw Beksinski è un pittore che consacra su tela le gotiche ossessioni della sua mente. Un artista anticonvenzionale che, tormentato da fobie, vive in conflitto con un figlio nato con il desiderio di morire e una moglie sottomessa. Di decade in decade l'universo politico e sociale che circonda il patriarca di The Last Family evolve ma Beksinski è emotivamente statico come le pareti della sua casa a Varsavia. Un'indifferenza nei confronti della vita che nemmeno il tempo e la perdita dei suoi cari riesce ad attenuare. Tra suicidi ed omicidi il nucleo familiare di Beksinski sopravvive nell'assenza di amore, vittima dell'autodistruttività di uno dei più grandi pittori polacchi della storia. Una famiglia infelice che nessuno ricorderebbe se non fosse per i ritratti in Super 8 della sua tragica quotidianità.
"Questo film è basato su fatti reali". La formula che accompagna la maggior parte dei film tratti da una storia vera assume una sfumatura diversa in The Last Family. Un biopic sui generis che, segnando il debutto nel lungometraggio di Jan P. Matuszynski, trascende l'immensa arte di Zdzislaw Beksinski.
Classe 1984 Matuszynski, dopo una serie di cortometraggi e documentari, firma un dramma complesso ed affascinante. Un'opera coraggiosa che, dominata da piani sequenza e soggettive, racconta le tragiche vicende di una famiglia disfunzionale. Il dirompente e, a tratti macabro, eco dei Tenenbaum di Wes Anderson resta sullo sfondo come le sfumature politiche delle varie decadi. Il cuore del film è la famiglia di un artista consumato dal potere distruttivo dell'arte: "Tutta la nostra vita familiare e le nostre reazioni consistono nel dare calci nei punti più vulnerabili" sostiene la moglie di Beksinski che, dietro la maschera di indifferenza, nasconde un profondo desiderio di sofferenza.
Tra il respiro metacinematografico e il guizzo documentaristico, Jan P. Matuszynski immortala i silenzi e le ossessioni di un padre anaffettivo, una madre repressa e un figlio suicida. Antieroi spodestati dal quarto protagonista della storia: la morte che, dal 1977 al 2005, colpisce la famiglia Beksinski in modi tragici e inaspettati.
Ventotto anni di evoluzione musicale (immortalati dalle nostalgiche playlist di Tomasz) e tecnologica (celebrati dal lento passaggio tra la macchina fotografica classica e la digitale HD di Zdzislaw) racchiusi in un film sospeso tra il dramma, la commedia nera e il mockumentary. Tutto cambia ed evolve tranne l'artista incarnato dallo straordinario Andrzej Seweryn che, dopo Schindler's List e Rozyczka, illumina un'opera statica ed autoriale.
Utilizzando un approccio linguistico asciutto, Jan P. Matuszynski firma un ritratto familiare privo di artifici cinematografici. Un biopic che, come una Polaroid, immortala l'ultimo respiro dell'artista con la controversa ossessività di Beksinski". (Carlo Andriani,
mymovies.it)
Quando
giovedì 25 gennaio ore 21.15
venerdì 26 gennaio ore 18.15
domenica 28 gennaio ore 21.15
martedì 30 gennaio ore 21.30
mercoledì 31 gennaio ore 18.30
Ingresso
Intero € 6
Ridotto € 4,50
Per informazioni sulla sala cinema e biglietti
Polish Cinema #1: Last Years
in collaborazione con Istituto Polacco di Roma
Il Centro per l'Arte Contemporanea Luigi Pecci ospita la rassegna cinematografica "Polish Cinema #1: Last Years " dedicata al cinema polacco. La rassegna si svolge in concomitanza con la mostra dedicata all'artista polacco Józef Robakowski.