Quale cultura?
In dialogo con Włodek Goldkorn
Chi sono oggi gli intellettuali? Chi decide cos’è cultura? Quanto il mercato influenza e si ripercuote sulla libertà di pensiero? E ancora, quanto e come le nuove tecnologie, le continue trasformazioni geopolitiche e il “digital divide” hanno trasformato il ruolo degli intellettuali?
il sociologo e filosofo polacco Zygmunt Bauman, partendo dal suo illuminante saggio La decadenza degli intellettuali. Da legislatori a interpreti, pubblicato per la prima volta nel 1987 in lingua inglese, fa il punto su cosa significhi oggi cultura, al di là di semplicistiche e univoche definizioni. Da legislatori moderni a interpreti postmoderni, metaprofessionisti, arbitri, “giardinieri del mondo che ha caratterizzato la fase della modernità con la costruzione dei concetti di nazione e stato” o il risultato di un effetto combinato di mobilitazione e autoreclutamento, chi sono oggi gli intellettuali e soprattutto che ruolo hanno assunto nella società sempre più “glocal”?
Nato nel 1925 a Poznań, città sul fiume Warta, Zygmunt Bauman è tra i più noti, autorevoli e prolifici pensatori del nostro tempo. Il suo lavoro trascende i confini disciplinari della sociologia per abbracciare la teoria sociale e politica, la filosofia, l’etica, gli studi di comunicazione, la psicologia e la teologia. A lui si deve la folgorante definizione di “modernità liquida”. Nel 2010 l’Università di Leeds ha creato in suo onore The Bauman Institute, dedicato allo studio dei suoi temi di ricerca, tra i quali: consumismo, globalizzazione, etica, potere e analisi della modernità. Bauman ha ricevuto il Premio Europeo Amalfi per la Sociologia (1992), il Theodor W Adorno Award (1998) e il Premio Principe delle Asturie (2010). Professore Emerito di Sociologia alle Università di Leeds e Varsavia, è autore di numerosi volumi tra cui: La decadenza degli intellettuali. Da legislatori a interpreti; La società sotto assedio, Modernità liquida, Amore liquido, Vite di scarto, Consumo, dunque sono. Stato di crisi, il suo volume più recente, scritto con Carlo Bordoni e pubblicato da Einaudi, è un’indagine sulle dimensioni politiche, sociali e culturali del malessere del nostro tempo: dalla crisi dello Stato moderno alla progressiva uscita dalla società di massa.
Saggista e giornalista di origini polacche, Włodek Goldkorn è stato fino al 2013 responsabile cultura del settimanale “l’Espresso”, periodico per cui ha lavorato prima come corrispondente da New York. Ha pubblicato saggi e libri sull’Europa Centrale, sulla questione ebraica e su Israele. Negli anni ’80 ha fondato e diretto i periodici sull’Europa Centrale e dell’Est “L’ottavo giorno” e “L’Europa ritrovata”. È co-autore con Assuntino Rudi del libro Il Guardiano. Marek Edelman racconta, e con Massimo Livi Bacci e Mauro Martini del volume Civiltà dell’Europa Orientale e del Mediterraneo. Nel 2006 ha pubblicato La scelta di Abramo. Identità ebraiche e postmodernità.
Cambiamenti affronta le grandi svolte che il mondo sta attraversando, sia sul versante sociale che su quello politico, economico e tecnologico. Nella considerazione dell’arte come mezzo per comprendere – ed eventualmente cambiare – il mondo, il Centro Pecci invita una serie di personalità internazionali particolarmente attente ai problemi della contemporaneità, per suggerire una mappa di riferimenti sui cambiamenti globali.
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