OK,明白了!



Ritratti di città. Per una narrazione contemporanea dell’arte ambientale

Progetto a cura di Culture Attive

Responsabile scientifico: Anna Mazzanti

 

Ritratti di città. Per una narrazione contemporanea dell’arte ambientale è un progetto che racconta, in chiave sperimentale e digitale, l'arte pubblica presente nei comuni di Volterra, San Gimignano, Poggibonsi, Colle Val d’Elsa, Radicondoli invitando dieci artisti a intervenire sui territori e ispirandosi ai progetti che, negli anni, sono stati qui ospitati: Volterra 73, Affinità, Arte all’arte, tra gli altri.

Vedere la propria città con occhi nuovi, grazie ai linguaggi artistici contemporanei e digitali, può divenire lo strumento adatto a percepire realmente un luogo a cui si è abituati, che si vive distrattamente, cogliendone gli aspetti più inusuali. Attraverso gli sguardi e gli interventi non ordinari degli artisti invitati, il punto di vista della comunità della Val d'Elsa e della Val di Cecina sui luoghi in cui abita e vive ogni giorno assume nuove prospettive, arricchendone la sensibilità e la cultura, restituendone il diritto allo stupore e alla meraviglia.

Il progetto ha visto un tipo di intervento dinamico, puntando tutto sull'espressione artistica online e su prodotti sostenibili: una lettura fresca delle opere contemporanee, ma ormai storicizzate, e dei rapporti che si instaurano tra artisti di ieri e oggi. Utilizzando la sensibilità degli sguardi d'artista, di giovani insieme a più affermati nomi del panorama internazionale, si è riflettuto su come ha origine e si racconta una storia legata a un territorio specifico e lì prodotta.

Il progetto è stato inoltre inserito nell’ambito della campagna ResiliArt dell’UNESCO, collegandosi con il trentennale dell’inserimento di San Gimignano nella lista del patrimonio mondiale.

 

Volterra, San Gimignano, Poggibonsi, Colle Val d'Elsa, Radicondoli: cinque comuni, a forte vocazione contemporanea, che ospitano sul proprio territorio un ricchissimo patrimonio di installazioni site specific, fruibili gratuitamente, costituito dalle opere di artisti internazionali che hanno letto tali luoghi a partire dagli anni Settanta. Un museo diffuso e a cielo aperto, una mappa contemporanea che li lega indissolubilmente.

La Francigena e la Via del Sale, due delle principali vie di comunicazione del Medio Evo, delimitano una zona al centro della Toscana, caratterizzata da una natura in gran parte incontaminata, punteggiata da castelli, fortezze e cinte murarie che raccontano ai viaggiatori di un passato di grandi battaglie e di artisti immortali, ma anche di un futuro che guarda alle energie rinnovabili e alla creazione di un patrimonio culturale e artistico contemporaneo.

Nell'ultimo ventennio, tale area ha saputo cercare un modo originale di confrontarsi con il proprio passato attraverso importanti esperienze d'avanguardia: i progetti Affinità e Arte all'arte hanno popolato la Val d'Elsa di opere di artisti internazionali come Mimmo Paladino, Sarkis, Nari Ward, Antony Gormley, Kiki Smith, Joseph Kosuth, Anish Kapoor, Luciano Fabro, Jannis Kounellis, Eliseo Mattiacci, Nunzio, Giulio Paolini, Marisa Merz, Ilya Kabakov, Alberto Garutti, Cai Guo-Qiang, Tadashi Kawamata; le azioni intraprese in tema di strategie integrate di rigenerazione urbana, come Alta Valdelsa Città di Città (2009) e Città+Città: creatività inclusiva e sostenibile (2015), hanno consentito la realizzazione di progetti strategici nel quadro del sistema territoriale dell’arte contemporanea, come la ristrutturazione di Piazza Arnolfo, della risalita Il Baluardo, dell’area industriale ex Fabbrichina a Colle Val d’Elsa, a opera dell’architetto Jean Nouvel e con il coinvolgimento degli artisti Daniel Buren, Alessandra Tesi, Bertrand Lavier, Lewis Baltz (azioni che si sommano all’opera cardine di Giovanni Michelucci, sede della Banca MPS); a Volterra i Luoghi di esperienza di Mauro Staccioli, a partire dal 2009, vanno a costituire un museo a cielo aperto di arte ambientale; DOTS, Walld'Elsa, Interferenze e Urban Connection, progetti e festival che, dal 2010, hanno portato a Poggibonsi, Colle di Val d'Elsa, San Gimignano e Radicondoli street artists di fama internazionale, come Zed1, MR Thoms, Dome, Sea Creative, Vera Bugatti, Exit Enter, Ni An, Jamesboy, Monograff.

Tutte iniziative che promuovono il sistema territoriale di arte ambientale e uniscono coraggiosamente realtà differenti.

Il progetto ha visto una serie di attività da giugno a novembre 2020.

 

I primi momenti espositivi sono stati realizzati nel mese di giugno (27 giugno 2020), nel contesto di grande vivacità e condivisione rappresentato da Nottilucente, la notte della cultura di San Gimignano, incentrata per questa edizione sul tema delle relazioni, delle connessioni, prendendo spunto dai versi del poeta Alberto Pellegatta Dimentica di essere un telefono per diventare affetto. Nottilucente ormai da nove anni coinvolge tutte le realtà di arte contemporanea presenti sul territorio locale e non, portando nel borgo toscano artisti di fama internazionale.

Nella particolare edizione del 2020, Massimo Ricciardo ha creato un’opera grafica, poi utilizzata come immagine coordinata di tutta Nottilucente, partendo dal tema delle connessioni. I suoi schizzi e personaggi abbracciano le torri colorate, popolate di animali, vibrazioni, auricolari. Antico e contemporaneo si intersecano; la verticalità delle sue linee vogliono ricordare il dialogo con l’opera di Eliseo Mattiacci Equilibrio compresso, ponendosi dialetticamente all’opposto.

Concetta Modica ha realizzato un video in cui tenui acquerelli si confondono con le parole e narrano una storia intima: quella dell’artista e della sua esperienza a San Gimignano nel 2019, un viaggio ricco di contaminazioni.

I Kinkaleri hanno interpretato il tema delle connessioni attraverso l’opera OHHh: una fotografia digitale che sintetizza il bisogno di contatto, di legami tra esseri umani attraverso un groviglio di corpi.

Margherita Morgantin e Michele Di Stefano (MK) hanno presentato TRANSFER DESK: ispirato a un segno regolatore della mobilità contemporanea dei flussi migratori, il cartello diventa un’insegna luminosa per attività da svolgersi sul piano simbolico e dell’immaginario, una via d’uscita sul posto.

Lucia Mazzoncini ha contribuito con delle fotografie polaroid che vanno a costituire l’incipit della serie CORPO CARTA mi faccio piccola immensa un work in progress-studio.

Elisa Biagini ha invece scritto e letto la sua poesia Prendere dimora, dedicata all’opera Yellow Girl (2011-2020) di Kiki Smith, collocata presso la Rocca di Montestaffoli.

Anche il comune di Colle di Val d’Elsa ha scelto di reinterpretare alcune opere d’arte e di architettura contemporanea presenti sul suo territorio. In particolare, l’attenzione si è focalizzata sull’opera di Giovanni Michelucci per la sede della Banca Monte dei Maschi di Siena e sulla piazza Arnolfo di Cambio, ridisegnata grazie all’artista francese Daniel Buren nei primi anni Duemila. Tale interpretazione è stata fatta in due step. Nell’ambito di 2050 ArchiFest - Abitare il mondo altrimenti, il Festival dell’architettura che si è svolto a Colle di Val d’Elsa dal 24 settembre al 4 ottobre 2020, sono state presentate due installazioni: Autonomie sensibili, a cura di OKS Architetti e +Bes - Pil di Sebastiano Pelli. Da queste ne è emersa una rielaborazione visual, digitale, a cura di Andrea Montagnani – Pupillaquadra.

Il video racconto di Autonomie sensibili. Dispositivi per la sensibilità pone la questione di considerare le interazioni di una collettività nello spazio pubblico. Il video è una traccia, una narrazione per immagini di come le interazioni, mai definite, possano dare forma alle esigenze di ognuno, scegliendo come creare lo spazio di relazione. Il video, proiettato in diretta social con un’anteprima da parte di OKS e Comune di Colle di Val d’Elsa (30 novembre), mostra come le Autonomie sensibili entrino nello spazio pubblico rappresentato dalla Piazza di Daniel Buren e creino un gioco visivo tra le strutture in legno, cubiche ma vuote e la scacchiera in marmo bianco e nero creata per una parte di pavimentazione della piazza dall’artista francese.

L’installazione di Sebastiano Pelli +Bes -Pil, ha “agganciato” un amo su una delle travi di acciaio dell’opera di Giovanni Michelucci: più benessere equo sostenibile e meno prodotto interno lordo. L’opera oscilla nella piazza coperta dello spazio Michelucci grazie al movimento delle persone e vuole essere una chiave di lettura del momento storico attuale, una riflessione sull’importanza del benessere equo sostenibile rispetto al Pil. La sua collocazione, nello spazio di una banca, non è casuale: il suo lavoro incarna anzi il concetto michelucciano della banca che si apre alle persone, le accoglie, si fa piazza, biblioteca. Grazie all’elaborazione digitale nel video d’arte a cura di Andrea Montagnani - pupillaquadra, le due opere assumono una nuova veste: nasce così DIA_LOGO//2020, una reinterpretazione dello spazio che diviene quasi sacrale attraverso simmetrie, strutture che sembrano prendere forma come in un caleidoscopio. Elementi quasi organici, dove la materia diviene pressoché trasparente perde la sua pesantezza: tutto resta sospeso, con la voce di Michelucci a scandirne il significato.

Giuseppina Giordano, artista di origine siciliana che ama definirsi interdipendente, ha vissuto la comunità di Radicondoli, con i suoi 900 abitanti, e il territorio limitrofo (anche la frazione di Belforte) tra i mesi di agosto e novembre 2020. Radicondoli è un piccolo comune, “come un’isola se vista dal circondario, nelle mattinate di nebbia”, come sostiene l’artista, dove la geotermia ha plasmato luoghi, attività e anime. Dopo una prima escursione in agosto, in cui Giuseppina Giordano ha conosciuto l’Amministrazione Comunale, le associazioni, ha visto gli spazi storici, quelli privati, gli spazi pubblici, le opere già presenti; tra il mese di ottobre e quello di novembre  ha svolto un ciclo di incontri online dal titolo Sognando “RITRATTI DI CITTA”. Tramite delle tecniche ispirate al social dreaming e al coinvolgimento sinestetico, la Giordano ha fatto luce sul contesto sociale di Radicondoli immaginando con i partecipanti un’opera per il paese: i sogni individuali possono avere contenuti comuni, descrivendo e dando un significato al clima sociale e collettivo.

Tra settembre e ottobre 2020, anche la fotografa Carlotta Bertelli ha compiuto più viaggi, percorrendo la SR68 Volterrana, unendo i comuni di San Gimignano e Volterra in un unico sguardo: quello della sua Rolleiflex. Carlotta lavora in analogico, investigando e rileggendo le opere storiche di arte ambientale presenti sul territorio, in una sorta di diario visivo e poetico, in una punteggiatura personale, fatta di geometrie e segni puri. Fin dai primi sopralluoghi, immediata è stata l’immagine di opere d’arte che si stagliano in modo iconico contro il cielo o contro l’architettura storica che le ospita. Dopo un incontro con gli Amministratori e dopo aver fatto ricerche archivistico-bibliografiche, Carlotta ha condensato il suo lavoro in 20 scatti, da lei definiti “segni”, alfabeto minimo delle preesistenze contemporanee su quei territori. La restituzione di tale lavoro è stata fatta attraverso la mostra online Sulla soglia di un segno (opening 28 novembre), una galleria web su exhibit.cultureattive.org, dove sono stati inseriti tutti gli scatti e un testo della Bertelli.

Nel mese di settembre, Poggibonsi ha invece ospitato in residenza il leccese Davide Casavola (in arte Davide DPA - Poesia D’Assalto), street artist di fama internazionale, grazie alla collaborazione con Associazione Mixed Media. Nell’ambito del Festival Urban Connection III, Davide DPA ha realizzato un murales pavimentale in un luogo iconico della cittadina valdelsana, il parcheggio multipiano del Vallone: uno spazio riqualificato negli anni, che ha visto all’opera numerosi street artist nazionali e locali nei tre piani a disposizione. Iride è il titolo della sua opera: un grande occhio che si insinua proprio nel cortile rotondo al piano terra del Vallone. Un mix di colori, linee, sfumature che partono dalla calligrafia araba e tibetana, conosciuta dall’artista, facendola propria e creando così un lessico nuovo, universale, un significato altro. Un drone ha ripreso il lavoro del giovane street artist e la sua restituzione è un video dal forte impatto emozionale, che lega quel luogo al Cassero di Poggio Imperiale, passando per l’opera I dormienti di Mimmo Paladino presso la Fonte delle fate, occhieggiando ai cerchi di Mauro Staccioli e dialogando con le preesistenze street del multipiano.

All’interno del progetto, gli storici dell’arte di Associazione Culture Attive si sono occupati della creazione e implementazione di contenuti digitali: un primo passo verso la creazione di un Museo diffuso digitale di arte e architettura contemporanea, attraverso schede e percorsi capaci di riunire l’arte ambientale presente nei cinque comuni coinvolti, formulando nuove schede e correggendo/revisionando le schede presenti nel portale https://www.betuscanforaday.com/, reperendo informazioni di prima mano attraverso ricerche bibliografiche e archivistiche.

#ritrattidicittàcontest, il contest digitale aperto alle scuole e ai giovani cittadini della Val d'Elsa-Val di Cecina, ha invece animato e tenuti vivi i contatti tra Culture Attive e le scuole dei cinque comuni coinvolti dal progetto. In una modalità mista, sono state coinvolte n. 15 classi tra Istituti Comprensivi (primarie e secondarie di I grado) e Istituti Superiori, per un tot. di circa 500 studenti. Massimo Ricciardo ha creato l’immagine coordinata del contest: una fotografia digitale che mostra il cielo al tramonto su una città in cui aleggia una delle sue figure stilizzate, con tavolozza e colori, macchina fotografica e squadra. Il tema proposto è stato quello di ispirarsi alle opere di arte ambientale presenti sul proprio territorio, ma soprattutto a visioni future delle proprie città, dell’arte come mezzo di espressione, del poter tornare a visitare installazioni, musei, gallerie, a vivere i propri luoghi di cultura, una volta superata l’emergenza sanitaria. Alunni e studenti si sono così espressi secondo le modalità a loro più congeniali: dal disegno al video, dalla fotografia al testo scritto. Molto forte è emersa la voglia di stare insieme, di vivere fisicamente il proprio territorio. Una giuria scientifica composta da storici dell’arte, operatori culturali, artisti, amministratori, direttori museali, è stata chiamata a valutare le opere fatte dai ragazzi e a consegnare premi e attestati.

Sito web del progetto: 

www.cultureattive.org