Questo sito utilizza i cookie per migliorare l'esperienza utente e per ricavare informazioni statistiche anonime delle visite alle pagine. Per maggiori informazioni consulta la nostra cookie policy
OK, ho capito

La paura mangia l'anima di Rainer Werner Fassbinder

#40annisenzaFassbinder

FILM / 40 ANNI SENZA FASSBINDER



1 luglio 2022 h 18:00

con Barbara Valentin, Brigitte Mira, El Hedi ben Salem

(Angst essen Seele auf; Germania, 1973) col. 94'; v. or. sott. it

 

condividi



informazioni

Acquista il tuo biglietto online. Clicca qui!

 

SPETTACOLI

venerdì 1 luglio, ore 18.00 - v. or. sott. it

sabato 2 luglio, ore 18.00 - v. or. sott. it

domenica 3 luglio, ore 18.00 - v. or. sott. it

Emmi, una sessantenne vedova e con figli sposati, incontra una sera in un bar Alì, un marocchino immigrato per lavoro in Germania. L'uomo, dopo un po' di chiacchiere, l'accompagna a casa, dove la donna vive sola: essa apprende che egli abita lontano con altri cinque compatrioti in una sola stanza e gli offre un letto per la notte. Nasce così un bizzarro "ménage", ma ciò che manda fuori dei gangheri figli, nuore, fornitori, condomini e compagne di lavoro (Emmi si occupa delle pulizie nell'edificio in cui abita) non è tanto la clamorosa differenza di età tra lei ed il marocchino, quanto il fatto che una "buona tedesca" si sia scelto un uomo di colore. Poi, poco a poco, le cose si appianano: i figli e i fornitori si adeguano, le amiche tornano a venire in visita e toccano estasiate i lucidi bicipiti dell'arabo il quale, da parte sua, ha trovato un vero nido, anche se a volte ne svolazza fuori, per concedersi più soddisfacenti evasioni con una vichinga bionda, la proprietaria del bar vicino a casa. Un giorno però, e proprio in questo locale, Alì cade sul pavimento, viene ricoverato in ospedale: ed Emmi pazientemente lo assisterà, fiduciosa nel proprio affetto e nelle capacità di recupero di quel gigante, tanto più giovane di lei.

Premio Speciale della Giuria al Festival di Cannes nel 1974. 

"Un'anziana donna delle pulizie vedova sposa un immigrato marocchino, di vent'anni più giovane. Doppio scandalo. Non è soltanto un film sul razzismo quotidiano e sulla normalità, ma anche sull'amore e la felicità. Il personaggio che più interessa non è Alì, trasparente e monolitico nella sua araba semplicità di cuore e di comportamento, ma Emmi cui l'amore non basta a farle superare i pregiudizi, l'educazione piccoloborghese, l'innata tedescheria. L'impasto di melodramma e di critica sociale funziona perché il primo è al servizio della seconda come la circolazione del sangue alimenta un organismo. Tenero, asciutto, un po' schematico. Noto anche come "Tutti gli altri si chiamano Alì". Premiato a Cannes 1974 da FIPRESCI e OCIC, a Chicago e in Germania (Brigitte Mira)." (Il Morandini)


40 anni senza Fassbinder


Dove
Cinema - Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci

Viale della Repubblica, 277, Prato 


SPETTACOLI

venerdì 1 luglio, ore 18.00 - v. or. sott. it

sabato 2 luglio, ore 18.00 - v. or. sott. it

domenica 3 luglio, ore 18.00 - v. or. sott. it



condividi