Che architettura farà?
In dialogo con Marco Brizzi
Quanto il clima influisce sulla progettazione e sul linguaggio architettonico? Il Climate Change ha mutato solo le nostre abitudini o sta influenzando anche l’architettura e ridisegnando gli spazi abitativi e i luoghi d’interesse sociale? Che ruolo hanno le nuove tecnologie nel ridefinire lo spazio in base alle necessità biologiche primarie? E soprattutto, in base ai principi della cosiddetta “architettura metereologica”, sarebbe oggi più appropriato dire “che architettura sarà” o “che architettura farà”?
L’architetto d’origine svizzere ma naturalizzato parigino Philippe Rahm ci offre uno sguardo originale sull’architettura, sull’impatto che i cambiamenti climatici stanno avendo sulla trasformazione delle nostre città, sulla “casa come mondo” dove gli aspetti metereologici possono essere usati come oggetti di design. Dal suo progetto Nuvola in Qatar, in mezzo al deserto, ai microclimi di Taiwan con il Jade Meteo Park fino alla progettazione della casa dell’artista Dominique Gonzalez-Foester, per la quale ha lavorato sugli stati termici, creando tensioni termodinamiche all’interno dell’abitazione, l’architetto Philippe Rahm, impiega il vocabolario meteorologico come parte integrante del linguaggio architettonico.
Rappresentante della Svizzera alla 8° Biennale di Architettura di Venezia nel 2002, Philippe Rahm dirige lo studio Philippe Rahm Architects, con sede a Parigi. Ha partecipato a numerose mostre in spazi espositivi prestigiosi in tutto il mondo e a rassegne internazionali (SF-MoMA 2001; Centre Pompidou, Parigi, 2003-2006 e 2007; Manifesta 7, 2008; Museo Louisiana, Danimarca, 2009; Guggenheim Museum, New York 2010). Nel 2007 Canadian Centre for Architecture di Montreal gli ha dedicato una mostra personale e nel 2014 è stato uno dei protagonisti al MAXXI di Roma di Open City Open Museum. Ha ricoperto il ruolo di preside alla Architecture Association di Londra, è stato Visiting Professor presso l’Accademia di Architettura di Mendrisio, presso l’ETH di Losanna, presso la Facoltà di Architettura dell’Accademia Reale Danese di Belle Arti di Copenhagen, e dell’AHO a Olso. L’anno scorso ha pubblicato la monografia Atmosfere costruite. L’architettura come design meteorologico per l’editore Postmedia Books. Informazioni sui suoi progetti e attività: philipperahm.com
Marco Brizzi è critico e curatore di iniziative legate ai temi dell’architettura. Insegna alla California State University (Firenze), alla Kent State University (Firenze) e all’Università degli Studi della Repubblica di San Marino/IUAV. Ha diretto “arch’it”, dal 1995 una delle prime riviste di architettura in rete. Dal 1997 al 2009 ha avviato e diretto il festival “Beyond Media”, manifestazione dedicata alla relazione tra video e architettura contemporanea e quest’anno, con l’obiettivo di condividere un patrimonio di contenuti e di idee raccolti in una vasta collezione di video di architettura, ha dato vita a “the Architecture Player”. È membro del comitato di selezione per il Mies van der Rohe Award.
Le grandi svolte che il mondo sta attraversando, sia sul versante sociale che su quello politico, economico e tecnologico, nella considerazione dell’arte come mezzo per comprendere – ed eventualmente cambiare – il mondo. Una serie di incontri con alcune personalità internazionali particolarmente attente ai problemi della contemporaneità, per suggerire una mappa di riferimenti sui cambiamenti globali.
Viale della Repubblica, 277, Prato
Ingresso
libero
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T. +39 0574 5317
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