"Fabio Mauri, entro uno spazio chiuso cui si accedeva da un boccaporto ovoidale, a mo' di astronave, cosparse il fondo di perlinato di polistirolo, tra cui i piedi dei visitatori affondavano, a immagine del suolo lunare, dove ci si poteva anche sedere o distendersi, con il polistirolo che si attaccava ai vestiti. Il titolo era Luna, l'allunaggio avvenne poco dopo". Così Maurizio Calvesi descrisse l'installazione ambiente nel catalogo della mostra Roma anni '60. Al di là della pittura (Palazzo delle Esposizioni, Roma 1990). Era stato lo stesso Calvesi a presentarla nel maggio del 1968 presso la Galleria La Tartaruga di Roma, all'interno del ciclo di azioni e installazioni intitolato Teatro delle Mostre: "una dimensione più che inconscia, quasi onirica, con denominatore sociale, aveva anche l'operazione di Fabio Mauri... la luce entrando da due aperture, e specchiandosi nel bianco, forniva gli estremi di una nozione abituale, il chiaro di luna; invece il polistirolo, su cui si doveva camminare, con la sua consistenza imprevedibile, agiva fisicamente, come sorpresa, e nella sorpresa consentiva di verificare la nozione puramente mentale e ipotetica della polvere lunare" (M. Calvesi).
Per tre settimane, in quel fatidico maggio '68, gli artisti invitati da Plinio de Martiis si susseguirono proponendo quotidianamente montaggi e smontaggi di allestimenti ambientali che trasformavano la galleria d'arte in 'teatro', estendendo l'esperienza estetica dalla sfera personale a quella sociale, collettiva. Luna 'proiettava' fisicamente il pubblico all'interno di un mondo artificiale rompendo i limiti fra le esperienze reale e virtuale, fra i ruoli dello spettatore e dell'attore. Qualche mese dopo, il 20 luglio 1969 una memorabile diretta televisiva celebrò nel mondo occidentale lo sbarco dei primi uomini, gli astronauti americani dell'Apollo 11, sulla superficie lunare.
Riproposta al Palazzo delle Esposizioni di Roma nel 1970 nella mostra Vitalità del negativo nell'arte italiana e alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma nel 1994 nella retrospettiva di Mauri, l'installazione ambiente è stata riallestita a Prato nel 2008 in occasione del ventennale del Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci, all'interno della mostra 1988. Vent'anni prima, vent'anni dopo, dove era associata a uno Schermo, opera coeva dell'artista che rimanda al contenitore televisivo e, più in generale, a una riflessione sulla realtà manipolata, surrogata dai massmedia e a un'indagine sul "mezzo", rappresentato appunto dallo schermo, come "messaggio" in linea con i testi di Marshall McLuhan pubblicati negli anni Sessanta.
Dagli anni Settanta Mauri incentrerà la propria ricerca su ricognizioni della storia culturale del XX secolo e sulla comprensione del problema storico dell'ideologia attraverso opere e azioni complesse che, analogamente a Luna, attiveranno la partecipazione dello spettatore, il suo coinvolgimento nello spettacolo in presa diretta di arte e vita. Una serie di performance dell'artista fu proposta al Centro Pecci di Prato in occasione della mostra diffusa Inside Out. Museo Città Eventi nel 1993.
Perlinato di polistirolo, installazione ambiente
Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci, Prato. Donazione dello Studio Fabio Mauri ½
Associazione per l'arte L'esperimento del mondo