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Battle Royale di Kinji Fukasaku

Cult Movie

FILM



28 ottobre— 3 novembre 2022

con Tatsuya Fujiwara, Aki Maeda, Taro Yamamoto, Takeshi Kitano
(Batoru rowaiaru; Giappone, 2002) 114'; v. or. sott. it. e vers. it – V.M 14 anni 
versione restaurata 4K.

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informazioni

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SPETTACOLI
venerdì 28 ottobre, ore 19.00 (vm14) - v. or. sott. it
domenica 30 ottobre, ore 20.30 (vm14) - v. or. sott. it
mercoledì 2 novembre, ore 21.20 (vm14) - vers. it

giovedì 3 novembre, ore 18.00 - vers. it; ore 21.15 - v. or. sott. it

 

UNA PROFEZIA DISTOPICA SU UNO SCONTRO GENERAZIONALE, CHE CONDUCE A UN BARBARICO ESPERIMENTO DI SOPRAVVIVENZA (Emanuele Sacchi, mymovies)
In un ipotetico Giappone del futuro prossimo, lo scontro generazionale ha assunto le sembianze della guerriglia. Tra gli studenti dei licei assenteismo, violenza e mancanza di disciplina sono sempre più diffusi, esasperando gli insegnanti. Uno di questi, Kitano, viene pugnalato da un alunno e abbandona la professione. In risposta all'ondata di violenza, il governo promulga il Battle Royale Act, una legge in base alla quale le classi turbolente vengono deportate su un'isola e obbligate a ingaggiare una lotta all'ultimo sangue, e affida proprio a Kitano il compito di arbitrare la contesa. Solo uno dei partecipanti al grottesco "gioco" può sopravvivere e rientrare in società. Shuya, orfano di padre suicida, e Noriko, innamorata di Shuya, si trovano a competere in un clima di barbarie apocalittica e decidono di affrontarla romanticamente insieme, contro ogni regola.
Uscito nel 2000 generando un'ondata di reazioni controverse, Battle Royale è stato per il Giappone e, in misura minore e con qualche ritardo, anche per l'Occidente, uno choc culturale paragonabile all'impatto di Arancia meccanica negli anni 70.
La tensione generazionale e la sensazione di una società gravata da crepe insanabili si materializza in un distopico affresco di morte, che riesce a mantenere tanto lo spirito ludico che la violenza efferata cari alla cultura giapponese, in un equilibrio impossibile tra poli opposti della medesima schizofrenia. Fukasaku Kinji, veterano dello yakuza eiga e del cinema violento e di genere, mette in scena la sceneggiatura scritta dal figlio Kenta con stile asciutto e privo di compromessi, tanto più scioccante perché i contenuti estremi sono presentati in una veste di quotidianità prosaica, senza enfasi scenografica.


L'esatto opposto di quanto avverrà con i molti epigoni di Battle Royale, quali Hunger Games o Squid Game, campioni di incasso e consensi che renderanno proficuo il concept di Fukasaku senza mai avvicinarsi alla sua radicalità.
La forza di Battle Royale sta nella incapacità, tutta nipponica, di scendere a compromessi. Senza voler dimostrare una tesi, ma con la sola brutalità dei fatti rappresentati, Fukasaku mette in scena l'apocalisse di una società lacerata e senza speranza, in cui ex insegnanti sfogano la loro frustrazione su teenager sfuggiti al controllo, in una grottesco e ludico reenactment del quadro di Goya su Saturno che divora la propria prole.
La scelta di Takeshi Kitano nel ruolo dell'insegnante diabolico e vendicativo è un favoloso esempio di controcasting: la comicità demenziale del presentatore televisivo di Takeshi's Castle - spettacolo di giochi deliranti inflitti a concorrenti volontari e masochisti, da noi approdato nel format Mai dire Banzai - trasla in perfetta continuità su un piano tragico e distopico, senza che la maschera di Kitano presenti mutazioni visibili.
Quentin Tarantino impazzisce per il film e lo divulga in Occidente, contribuendo a un tardivo recupero della carriera di Fukasaku Kinji e del suo cinema di gangster senza speranza (Battles without Honor and Humanity, Graveyard of Honor, Yakuza Graveyard). Oggi come ieri gli anti-eroi di Fukasaku combattono battaglie senza onore né umanità, al servizio di un impero declinante e degenere, che pochi hanno saputo tratteggiare altrettanto lucidamente.


"Da più parti lo si è etichettato semplicemente come una sadica variazione sui meccanismi del “Grande Fratello” televisivo, ma in realtà Battle Royale di Kinji Fukasaku, è un bel pezzo di cinema, politico e pregno di energia. Lo spunto di partenza è una chiara satira dei meccanismi educativi di una società, quella giapponese, tarata sui canoni di un invasivo conformismo, dove i giovani devono scontare le decisioni imposte dall’alto, vestire la medesima divisa scolastica e lasciare scorrere l’oliato meccanismo della società capitalistica. La ribellione generata da un sistema basato su una totale repressione dell’io viene così ingabbiata nelle strette maglie del sadico gioco eponimo, un micidiale meccanismo di eliminazione reciproca attraverso il quale i giovani potranno imparare la “sana” arte della sopraffazione reciproca e diventare bravi cittadini del nostro mondo progredito.

'Battle Royale', torna in sala il film con Kitano che ha anticipato 'Squid Game'
(di Giovanni Gagliardi, 'LaRepubblica')
Il lavoro di Kinji Fukasaku è uscito nel 2000 suscitando reazioni contrastanti in Giappone e nel mondo. Dal 20 ottobre di nuovo al cinema in versione restaurata
Prima di Hunger Games e della serie Squid Game, le regole per la sopravvivenza sono state dettate nel 2000 da Battle Royale. Il thriller distopico di Kinji Fukasaku (regista di grandi film come Tora! Tora! Tora!), arriva nei cinema italiani per la prima volta in versione in alta definizione (4K) e nella versione Director's cut il prossimo 20 ottobre 2022.


La trama
Sceneggiato da Kenta Fukasaku, figlio del regista, il film è tratto dall'omonimo romanzo di Koushun Takami e vede tra i protagonisti Takeshi Kitano. La trama è ambientata in un futuro prossimo e in una nazione asiatica non meglio specificata, travolta da una crisi economica e sociale senza precedenti. Quarantadue studenti vengono selezionati per partecipare al programma annuale Battle Royale, voluto dal governo per disciplinare i giovani, tra i quali anche Shuya Nanahara, uno studente di scuola media scosso dal suicidio del padre.
Battaglia all’ultimo sangue
Spediti su un’isola remota gli allievi ricevono un’arma con l’ordine di eliminare i propri compagni entro tre giorni. A sorvegliare questo crudele gioco è lo spietato professore interpretato da Kitano. Ha inizio una battaglia all’ultimo sangue in cui il sopravvissuto sarà soltanto uno.
 

Lo scandalo
Al suo debutto in Giappone nel dicembre del 2000, Battle Royale suscitò grande scalpore. Fu anche oggetto di discussioni parlamentari e in alcuni Paesi venne censurato a causa della sua eccessiva violenza. Nel 2001 uscì la seconda versione del film, denominata "Special version".
Un successo in patria e nel mondo
Il lavoro di Kinji Fukasaku è una delle opere asiatiche di maggiore successo nel mondo: è stato infatti distribuito in oltre 20 Paesi e in patria è entrato nella top 10 dei maggiori incassi. È considerato uno dei film giapponesi più famosi e uno dei migliori lavori del regista.
 

Il sequel
Fukasaku iniziò a lavorare al sequel, Battle Royale II: Requiem, ma morì di cancro alla prostata il 12 gennaio 2003 dopo la ripresa di una sola scena con Takeshi Kitano. Suo figlio, Kenta Fukasaku, completò il film nel 2003 e lo dedicò a suo padre.
L'ammirazione di Tarantino
Battle Royale ha ottenuto il consenso della critica e del pubblico a livello internazionale, diventando a tutti gli effetti un cult contemporaneo. È considerato il capofila dei survival movie, oltre a essere stato nel corso degli anni fonte di ispirazione per altri grandi autori (Quentin Tarantino, che ha più volte dichiarato il suo amore per il film, scelse l’attrice Chiaki Kuriyama per il ruolo di Gogo in Kill Bill).
Il restauro in 4K è stato effettuato da Arrow Films nel 2021 partendo da un negativo originale della stessa Arrow. Il restauro è stato approvato da Kenta Fukasaku, dal direttore della fotogafia Katsumi Yanagijima e da Toei Company, Ltd.
La versione restaurata in 4K di Battle Royale - Director’s Cut è stata presentata in anteprima italiana al 24esimo Udine Far East Film Festival 2022.




Dove
Cinema - Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci

Viale della Repubblica, 277, Prato 


SPETTACOLI
venerdì 28 ottobre, ore 19.00 (vm14) - v. or. sott. it
domenica 30 ottobre, ore 20.30 (vm14) - v. or. sott. it

mercoledì 2 novembre, ore 21.20 (vm14) - vers. it

giovedì 3 novembre, ore 18.00 - vers. it; ore 21.15 - v. or. sott. it



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