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La generazione perduta di Marco Turco

Documentario

FILM / PRIME VISIONI



21—26 aprile 2023

(Italia, 2022) 75'

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informazioni

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Spettacoli
venerdì 21 aprile, ore 19.30
sabato 22 aprile, ore 18.30
domenica 23 aprile, ore 21.00
mercoledì 26 aprile, ore 19.15

 

Negli Anni Settanta si diffonde il consumo e il commercio di eroina in Italia. Il giovane giornalista Carlo Rivolta è fra i primi a indagare e raccontare il fenomeno, sia mettendolo in relazione alla crisi ideale, politica e sociale di una generazione disillusa, sia analizzando a fondo le dinamiche relative allo spaccio, agli effetti delle diverse droghe e alla tossicodipendenza. Finirà ben presto anche lui risucchiato nel vortice dell'eroina, diventando a suo modo testimone e simbolo di un'epoca.

 

Vincitore Nastro d'Argento Miglior Documentario 2023

 

Vincitore del Nastro d’Argento, il doc è davvero convincente nel raccontare, senza retoriche, gli anni ’70 in cui l’eroina aveva conquistato il mercato dei giovani (Leonardo Lardieri, sentieriselvaggi.it)
Giunge in sala La generazione perduta, presentato all’ultimo Torino Film Festival e premiato con il Nastro d’Argento per il Miglior documentario dell’anno. Diretto da Marco Turco, autore tra gli altri, del recente Questo è un uomo, su Primo Levi per Rai Uno, il doc è davvero convincente da tutti i punti di vista, non solo per la capacità di raccontare, senza retoriche, gli anni infuocati in cui l’eroina aveva conquistato il mercato dei giovani, ma anche per aver costruito un toccante profilo di Carlo Rivolta, giornalista di “Paese Sera” e del nascente quotidiano “La Repubblica”. Carlo Rivolta incarnava fedelmente le pulsioni, le passioni e i drammi degli anni ’70 in Italia ed è stato l’autore di avvincenti inchieste sulla droga che tra il 1974 e il 1975 si diffondeva prepotentemente nel nostro Paese, devastando intere generazioni. Addirittura arriverà, da vero cronista ossessionato dalla verità, a sperimentare gli effetti della droga su se stesso, con esiti catastrofici portandolo alla morte a soli 32 anni nel 1982.


Una sinfonia corale accompagnata dalla voce di un solista. Ecco cosa è riuscito a creare il regista, attraverso immagini di repertorio, testimonianze acute (in particolare quella di Enrico Deaglio) e imprescindibili (quella della compagna di Rivolta, Emanuela Forti) e la voce fuori campo dell’attore Claudio Santamaria, lettore di brani degli articoli dello stesso Rivolta. La vicenda personale del giornalista quindi diventa il contesto per raccontare gli anni delle speranze e del cambiamento naufragato tra i corpi senza vita. Rivolta intuisce le dinamiche che regolano il traffico. Mette il consumo crescente in relazione al naufragio dei movimenti collettivi nati dalla spinta del ’68. È la voce di una generazione in caduta libera. Attraverso le sue parole e il suo sguardo, viviamo in diretta lo spirito dei tempi, le enormi speranze e le amare delusioni di una generazione martoriata dall’eroina. Nello sterminato materiale di repertorio utilizzato dal regista spiccano i fenomenali contributi di Alberto Grifi e Antonello Branca: il primo con il memorabile reportage del grande raduno di Parco Lambro, il secondo con il ritratto di Filomena e Antonio, una coppia di tossicodipendenti a Milano, che danno la parola ai giovani drogati. Ma c’è tutto che gira nel verso giusto, anche la voce radiofonica che gela chi ascolta con i racconti dei genitori dei figli preda dell’ago e abbandonati al proprio destino.


Prime visioni


Dove
Cinema - Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci

Viale della Repubblica, 277, Prato 


Spettacoli
21 aprile, ore 19.30
22 aprile, ore 18.30
23 aprile, ore 21.00
26 aprile, ore 19.15


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