In dialogo con Vera Gheno
Continua giovedì 7 aprile, ore 18.00 al Centro Pecci, la rassegna Centro Pecci Books – Dialoghi con gli scrittori di oggi. Sesto appuntamento in programma con Liv Ferracchiati che presenterà Sarà solo la fine del mondo (Marsilio, 2021).
Ingresso gratuito, con green pass rafforzato e mascherina FFP2.
Prenotazione consigliata cliccando qui
Romanzo di esordio di Liv Ferracchiati - pluripremiato autore e regista teatrale e performer che porta a teatro l’identità di genere, i traumi e il comico della generazione under 40 dell’Italia di oggi - Sarà solo la fine del mondo mette in scena l’inadeguatezza a noi stessi e agli altri e la diversità che sempre ci fa stupendi. L’autore di questo libro è transgender, il protagonista di questo libro è transgender, ma questo libro non è un’autobiografia, è un romanzo. Anzi, quando comincia, l’io narrante non è ancora nato, nonostante i suoi genitori facciano di tutto perché ciò accada e, nonostante non abbia ancora il corpo, l’io narrante racconta. Sarà solo la fine del mondo è infatti un romanzo sul corpo che, anche quando è in piena salute, può essere percepito come inadatto. È con il corpo che ci presentiamo al mondo prima di aver imparato a parlare, è intorno al nostro corpo nudo che viene pensato il colore rosa o l’azzurro anche quando non li indossiamo. Così, visto che il corpo è un problema, il protagonista, da subito, comincia a parlare. Prima di nascere parla e non smette più. Parla tanto, si lambicca, eccepisce, critica e discute. Gioca, soprattutto. Sarà solo la fine del mondo segue la vicenda umana e preumana del protagonista, e anche quella oltreumana. Come il Tristram Shandy di Laurence Sterne, ma anche come il cartone animato Disney Soul. Somiglia, questo protagonista, ad Anima 22, che nel cartone animato non ha voglia di incarnarsi e che, appena le capita, percepisce fascino, ma anche insoddisfazione, perché un corpo ha un genere, un’età, e ti mette in relazione in modo troppo univoco con le circostanze. L’io narrante bambino vuole tutto, e non ha problemi di identità, è certo di chi è e di ciò che vuole, poi purtroppo qualcosa cambia: qualcuno, oltre a se stesso, vuole spiegargli chi è, cosa è, e quando è.
BIO
Liv Ferracchiati si diploma in regia teatrale presso la Civica scuola di teatro Paolo Grassi di Milano nel 2014. Nel 2017 il suo testo Stabat Mater vince il Premio Hystrio-Nuove scritture di Scena, e con Un eschimese in Amazzonia – Trilogia sull’Identità (Capitolo III) si aggiudica il Premio Scenario. Nell’agosto dello stesso anno, Antonio Latella seleziona per la Biennale Teatro di Venezia una monografia di suoi tre lavori. Alla Biennale Teatro 2020, una menzione speciale è stata attribuita dalla giuria internazionale a La tragedia è finita, Platonov, riscrittura dell’omonimo testo.
Ingresso gratuito, con green pass rafforzato e mascherina FFP2.
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La rassegna che dal 2019 il Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato dedica alle narrazioni letterarie del nostro tempo. Oltre ad ospitare delle presentazioni mensili, il Centro da tre anni organizza un Festival in cui per alcuni giorni ospita alcune delle voci del panorama editoriale italiano in un programma ampio di incontri, talk, lecture, reading e interviste, adatti a tutte le età: un cartellone in cui gli autori e il pubblico si sentono accolti e ispirati dal dialogo con le opere, generando una piattaforma collettiva di confronto con autori e autrici. Per meglio leggere il presente.
Viale della Repubblica, 277, Prato
Ingresso gratuito, con green pass rafforzato e mascherina FFP2.
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