(Fra, 2017; 180’; vers.orig.sott) di Abdellatif Kechiche
Il regista de La vita di Adele torna con un film ancora più estremo sull'egemonia dei sensi nei rapporti interpersonali. Amin, giovane fotografo e sceneggiatore, spia (in apertura, la più bella scena di sesso dell’anno), guarda e osserva l’attrazione tra i corpi di amici e coetanei intorno a lui in una mise en abyme dello sguardo del regista. Tripudio dionisiaco di primi piani di bocche, ombelichi, seni, spalle e natiche, è uno straordinario inno alla Bellezza. Per noi è in assoluto uno dei migliori film dell’anno.
Amin, un aspirante sceneggiatore che vive a Parigi, ritorna per l'estate nella sua città natale, una comunità di pescatori del sud della Francia. Occasione per ritrovare la famiglia e gli amici d'infanzia. Accompagnato da suo cugino Tony e dalla sua migliore amica Ophelie, Amin passa il suo tempo tra il ristorante di specialità tunisine dei suoi genitori, i bar del quartiere e la spiaggia frequentata dalle ragazze in vacanza. Incantato dalle numerose figure femminili che lo circondano, Amin resta soggiogato da queste sirene estive, all'opposto del suo cugino dionisiaco che si getta nell'euforia dei corpi. Munito della sua macchina fotografica e guidato dalla luce eclatante della costa Mediterranea, Amin porta avanti la sua ricerca filosofica lanciandosi nella scrittura delle sue sceneggiature. Ma quando arriva il tempo dell'amore, solo il destino, solo il mektoub può decidere.
"Con Mektoub, My Love Kechiche non solo gira il suo film più autobiografico – cosa che non sarebbe più interessante di un semplice aneddoto – ma riesce a mettere a tema, probabilmente nella sua forma più lucida, il tema fondamentale del suo cinema: il rapporto tra la vita e lo sguardo. Il suo cinema ha sempre tentato di dare una forma visiva alla dimensione plurale e molteplice della vita: non si trattava solo di usare la camera a mano, di riempire il campo acustico di voci e rumori, o di mettere il punto di vista nella confusione del mondo; ma anche – come ha fatto con La Vie d’Adèle – di costringere due attrici a estenuanti e lunghissime sessioni di riprese perché quel gemito fosse reale, quella lacrima fosse la più autentica, quel gesto fosse esattamente come è nella vita.
Inevitabilmente, prima o poi non poteva non accadere che questa dualità venisse messa a tema: la vita o la si guarda o la si vive. Tertium non datur. Amin, o vive il proprio desiderio nella sua forma scopica o lo vive nella sua forma sensuale. La comunità, o la si guarda dall’esterno o la si vive sciogliendosi in essa. Il corpo, o lo si desidera con gli occhi o lo si tocca. E per chi ha fatto della visione la propria vita, l’unica soluzione possibile sarà accettare di vivere sulla soglia del mondo e l’unico finale l'incontro chi, in modo simile, ha deciso di restare ai margine della comunità". (Pietro Bianchi, cineforum.it)
"Se mai esistesse un cinema afrodisiaco, ovvero un tipo di cinema in cui l'eros è più evocato che vissuto, in cui la sensualità è una linea costante del racconto senza mai esplodere pienamente, se mai ci fosse un genere così allora Mektoub My Love - Canto Uno, il nuovo film di Abdellatif Kechiche (Cous Cous, La vita di Adele) ci entrerebbe di rigore. Perché il primo di quello che dovrebbe essere un trittico è un film che la tensione erotica la accarezza, la coltiva, la trasporta lungo tutto il racconto, ma che è più interessato appunto al processo che al risultato, è più curioso del percorso che dell'arrivo". (Chiara Ugolini, 'La Repubblica')
"Aspiro a fare in libertà dei film che siano anch'essi liberi, realizzati con pochi mezzi, e con l'intento di raccontare una storia, di partecipare al risveglio dell’anima (anche se il mio spirito non è più sveglio di altri). Sono cosciente che la mia anima è oscurata da questo nuovo secolo. Senza essere un politico, le circostanze della mia nascita, le mie origini, la mia carriera, fanno di me un’entità politica. Dentro di me, i miei pensieri, i miei sentimenti, sono diventati politici perché la società mi ha politicizzato. Questo film vuole essere un inno alla vita e alla luce, un'ode alla bellezza, una storia gioiosa ed euforica che analizzi le conseguenze di azioni passate sul presente. Questa luce è la libertà di pensiero, la libertà che rivendico". (Abdellatif Kechiche)
Quando
giovedì 7 febbraio ore 21.00 - vers.orig.sott
venerdì 8 febbraio ore 15.30 - vers.orig.sott
sabato 9 febbraio ore 18.00 - vers.orig.sott
domenica 10 febbraio ore 11.00 - vers.orig.sott
mercoledì 13 febbraio ore 18.00 - vers.orig.sott
Biglietti
Intero 6 euro
Ridotto 4,50 euro
Per informazioni sulla sala cinema e biglietti
In questo periodo assistiamo un po’ dappertutto al proliferare di classifiche riguardanti i migliori film del 2018, fatte da giornalisti, critici cinematografici o semplici appassionati. Abbiamo pensato di partecipare anche noi a questo gioco, certamente divertente ma possiamo dire anche necessario per un dipartimento Cinema di un centro d’arte contemporanea che voglia e debba provare a fornire continui stimoli e suggestioni per conoscere ed approfondire le tendenze più interessanti della produzione internazionale. Come si capisce benissimo già dal sottotitolo della rassegna, abbiamo voluto dare un taglio ben preciso alla nostra Top 5, optando per una prospettiva che ci desse la possibilità sia di mostrarvi film sovente assenti nella maggior parte delle classifiche, sia opere che di solito non incontrano il gusto più tradizionale dello spettatore dei cinema d’essai.
Ai contenuti e all'impegno, abbiamo preferito il furore estetico e linguistico; alla grazia e all'eleganza, l’adrenalina, l’eccitazione, la paura e l’angoscia. Sono i cinque film, usciti nelle sale italiane nel 2018, che insieme a pochissimi altri, sotto questi aspetti, ci hanno segnato maggiormente, la cui visione non ci ha lasciati immutati. Speriamo possano avere lo stesso effetto anche su di voi. Buona visione. (Luca Barni, Curatore Centro Pecci Cinema)
Il programma della rassegna
giovedì 10 gennaio ore 21.15 e fino al 16 gennaio
Dogman di Matteo Garrone
giovedì 17 gennaio ore 21.15 e fino al 23 gennaio
Ghostland - La casa delle bambole di Pascal Laugier
giovedì 24 gennaio ore 21.15 e fino al 30 gennaio
The Killing of a Sacred Deer - Il sacrificio del cervo sacro di Yorgos Lanthimos
giovedì 31 gennaio ore 21.15 e fino al 6 febbraio
Revenge di Coralie Fargeat
giovedì 07 febbraio ore 21.15 e fino al 13 febbraio
Mektoub, My Love - Canto Uno di Abdellatif Kechiche
Viale della Repubblica, 277, Prato
Quando
giovedì 7 febbraio ore 21.00 - vers.orig.sott
venerdì 8 febbraio ore 15.30 - vers.orig.sott
sabato 9 febbraio ore 18.00 - vers.orig.sott
domenica 10 febbraio ore 11.00 - vers.orig.sott
mercoledì 13 febbraio ore 18.00 - vers.orig.sott
Biglietti
Intero 6 euro
Ridotto 4,50 euro