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Racconto di due stagioni - Kuru Otlar Üstüne

di Nuri Bilge Ceylan

FILM



27 giugno— 3 luglio 2024

Cannes 76

con Deniz Celiloglu, Merve Dizdar, Musab Ekici

(Turchia-Francia-Germania-Svezia, 2023)

durata: 197'

 

versione originale con sottotitoli in italiano 

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informazioni

 

Spettacoli

venerdì 28 giugno, ore 17.00 (v. or. sott. it.)

sabato 29 giugno, ore 21.00 (v. or. sott. it.)

domenica 30 giugno, ore 17.30 (v. or. sott. it.)

mercoledì 3 luglio, ore 20.30 (v. or. sott. it.)

 

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Racconto di due stagioni - Kuru Otlar Üstüne

di Nuri Bilge Ceylan

 

 

Samet è un insegnante di educazione artistica di scuola media che sta per finire il suo incarico in un paese sperduto nell'Est dell'Anatolia. Alcuni eventi che accadono nel corso dell'anno lo spingono a desiderare di andarsene non appena gli sarà consentito. L'attenzione nei confronti di Nuray, una collega vittima di un attentato che l'ha costretta a una protesi a una gamba, potrebbe fargli cambiare idea.
 

Palma d'Oro per la Miglior Attrice a Merve Dizdar al Festival di Cannes 2023

 

Il sublime pessimismo di un maestro (Roberto Nepoti La Repubblica)
Basterebbe il titolo a evocare due film precedenti del turco Nuri Bilge Ceylan, tra i più grandi cineasti odierni: C'era una volta in Anatolia e Racconto d'inverno, che nel 2014 vinse la Palma d'oro. L'Anatolia ha due sole stagioni: l'inverno e l'estate. Il regista ambienta il film in un villaggio ghiacciato, bianco e sferzato dai venti. Ci vive Samet, insegnante di arti plastiche che sogna di fuggirsene a Istanbul il più presto possibile. Finché lui e il suo collega Kenan non si trovano accusati di comportamenti inappropriati dalle loro studentesse. Scopriamo, allora, che anche Samet ha un lato oscuro e manipolatore. Ma l'ambiguità è la cifra di Racconto di due stagioni: ancor più da quando entra in scena Nuray, giovane professoressa rimasta mutilata in un attentato. Durante le tre ore e mezza del film non mancano le allusioni alla corruzione, alla burocrazia kafkiana, al Kurdistan. Però il fulcro risiede nelle interazioni fra i tre personaggi, che restano enigmatici inducendoti a sforzi d'intuizione. Ceylan utilizza il paesaggio senza ambizioni estetizzanti, ma per creare un nesso tra natura e stati d'animo interiori. Le immagini sono composte minuziosamente, utilizzando la profondità di campo, le linee dell'orizzonte, bilanciando toni caldi e freddi e collocando la macchina da presa in prospettive mai banali. Un film da non perdere.




Dove
Cinema - Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci

Viale della Repubblica, 277, Prato 


Spettacoli

28 giugno, ore 17.00 vos

29 giugno, ore 21.00 vos

30 giugno, ore 17.30 vos

3 luglio, ore 20.30 vos

 

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