76’38’’ + ∞
a cura di Antonia Alampi
Jérôme Bel offre un diverso approccio alla danza. In cui i ballerini diventano soggetti parlanti e co-autori delle sue opere. In cui danzatori professionisti e amatoriali provenienti da contesti culturali e sociali differenti hanno accesso, insieme, alla scena. In cui il regno del “reale” e dei suoi soggetti esclusi diventa contenuto e forma di opere coreografiche.
Nel percorso di ricerca con il quale intende indagare il carattere e le prospettive dell'atto performativo, il Centro per l'Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato ha organizzato la prima mostra personale in un museo del coreografo francese Jérôme Bel, a cura di Antonia Alampi.
È il tempo, più che lo spazio, a caratterizzare questo percorso. Da qui il titolo 76’38’’ + ∞ che allude proprio alla durata, alla somma delle lunghezze dei video in mostra: un incoraggiamento a osservare i lavori dall’inizio alla fine, norma classica all’interno del teatro, comportamento inconsueto nel museo. Dove ∞ è invece riferito alle innumerevoli possibilità della nuova danza, un loop creato appositamente per il Centro Pecci: un’opera senza fine realizzata per essere esperita dai pochi secondi all’eternità.
La mostra 76’38’’ + ∞ si presenta come quella che Jérôme Bel stesso definisce una “drammaturgia della dis-alienazione”, articolandosi intorno a cinque opere chiave realizzate negli ultimi venti anni: Diaporama (1994-2017) è uno slide-show che presenta l’archivio in fieri di Bel, una collezione di immagini di strutture teatrali dei generi più vari e che illustra lo sviluppo, la metamorfosi e le molteplici forme assunte dallo spazio teatrale nel mondo. Il rapporto tra la cultura capitalistica e l’individuo, una riflessione sul ruolo del segno (il brand) e della sua influenza determinante sulle nostre azioni quotidiane è affrontato da Shirtology (1997/2015). Un’opera che evidenzia l’alienazione causata dalla gerarchia e dalle condizioni di lavoro imposte nel contesto della danza classica è Vèronique Doisneau (2004), la storia della vita di una ballerina del corpo di ballo dell’Opera di Parigi. All’opposto, in Compagnia, Compagnia (2015) un corpo di ballo emancipato, composto da non professionisti di ogni età provenienti dal tessuto sociale di Prato e della provincia di Firenze, demolisce gerarchie e convenzioni teatrali.
Danzare come se nessuno stesse guardando (2017) è un’opera appositamente concepita per la mostra al Centro Pecci: un ballo continuo per un/a solo/a ballerino/a alla ricerca di un concetto di danza privato di gravità, desiderio, cultura e aspettative, una danza che inghiotte i suoi spettatori, ma che esiste anche senza di loro, una danza, più che ispirata, alimentata direttamente dal museo, dalla sua infrastruttura, dai suoi protocolli.
Da un punto di vista formale, 76’38’’ + ∞ ha una componente performativa e una filmica, con performance presentate ogni domenica, ed una che si svolge ogni giorno durante l’intero orario di apertura del museo. Tutti gli altri lavori in mostra sono stati espressamente realizzati per la video-camera, un mezzo che Bel adotta da sempre per riproporre i suoi lavori, legandosi alla storia della danza contemporanea e al suo rapporto con l’immagine in movimento.
In occasione della mostra verrà presentata in prima nazionale a Fabbrica Europa la pièce Gala (10 - 11 maggio 2017 alle ore 21.00, Stazione Leopolda di Firenze). Frutto di una coproduzione tra Centro per l'Arte Contemporanea Luigi Pecci e Fabbrica Europa, lo spettacolo riunisce danzatori e non professionisti per un lavoro che vuole essere una riflessione sul concetto di danza.
Immagine di copertina: Jérôme Bel, Gala, Photographer Josefina Tommasi, Museo de Arte Moderno de Buenos Aires (Argentina, August 2015).
Viale della Repubblica, 277, Prato
Orari
martedì e mercoledì H 12.00 - 20.00
da giovedì a domenica H 12.00 - 24.00
Performance
Compagnia Compagnia tutte le domeniche H 17.00 e H 21.00
In collaborazione con
Fondazione Teatro Metastasio di Prato
Sostenuta da