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Margherita Manzelli

Le signorine

MOSTRE



13 dicembre 2024—11 maggio 2025

Il Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato presenta, da sabato 14 dicembre 2024 a domenica 11 maggio 2025, la mostra Margherita Manzelli. Le signorine, a cura di Stefano Collicelli Cagol.

 

Conferenza stampa: 12 dicembre 2024, ore 11.30

Opening alla cittadinanza: 13 dicembre 2024, ore 18.00

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informazioni

Margherita Manzelli

Le signorine

 

 

A cura di Stefano Collicelli Cagol

 

Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci, Prato

14 dicembre 2024 – 11 maggio 2025

 

Conferenza stampa: 12 dicembre 2024, ore 11.30

Opening alla cittadinanza: 13 dicembre 2024, ore 18.00

 

 

Il Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato presenta, da sabato 14 dicembre 2024 a domenica 11 maggio 2025, la mostra Margherita Manzelli. Le signorine, a cura di Stefano Collicelli Cagol.

 

Il progetto espositivo, di cui Intesa Sanpaolo è Partner, riunisce una selezione di dipinti realizzati da Margherita Manzelli dagli anni Novanta a oggi, insieme a una serie di disegni e un nucleo di opere realizzate appositamente per questa mostra, una delle quali trova ispirazione nella Cattedrale di Santo Stefano, duomo della città di Prato. 

 

Il titolo è ispirato alla modalità dell’artista di riferirsi ai personaggi femminili che da sempre popolano le sue opere. Indipendenti, fiere, senza tempo, androgine, le signorine di Manzelli si prendono la scena e decidono loro modalità e forme di rappresentazione, sfidando convenzioni ataviche e rivendicando la propria indipendenza da legami famigliari.

 

Sin dai primi lavori, la pratica dell’artista è polarizzata intorno all’analisi di tre componenti: la pittura, le azioni e la scrittura. La volontà di raccordare queste tre aree di interesse, all’apparenza così distanti, ha permesso a Manzelli di sviluppare una ricerca unica nel suo genere in Italia. Trasferitasi a Milano dopo aver studiato a Ravenna, l’artista si è imposta all’attenzione nazionale e internazionale già a partire dagli anni Novanta, una decade che guardava con sospetto al ritorno della pittura dopo l’indigestione degli anni Ottanta. 

 

Nei suoi soggetti, il corpo della donna – assieme al sondaggio delle proprie ossessioni visionarie – diventa il pretesto per buttarsi a capofitto nella sperimentazione pittorica, e per forzare indifferentemente i confini tra i generi propri della tradizione del mezzo; in ultimo, per giocare con l’ambiguità della condizione di artista, sospesa tra la necessità di esporsi mettendo in circolo il proprio lavoro e il bisogno di ritrarsi, per tutelare la propria dimensione umana. Le signorine sono persone che, sin dall’inizio dei suoi lavori, popolano le fantasie dell’artista. Con pervicacia, Manzelli ne ha sondato le tensioni psicologiche, mostrandone fragilità e resistenza. Ipervigili ed esangui, nude o seminude, sembrano pronte per la dissezione o la sfida delle convenzioni; trattenute dalla sottile barriera della loro stessa pelle e con uno sguardo che tracima e che trafigge chi le guarda, queste donne ribaltano gli assiomi della rappresentazione del corpo femminile nella storia dell’arte, pensata per l’occhio maschile.

 

Nei dipinti, le signorine sono inserite dentro una spazialità astratta, costituita da ampie campiture con pattern geometrici, soggetti floreali, che richiamano le fantasie di tessuti immaginari o reali – anche di abiti dell’artista stessa – o da spazi regolati da bande verticali colorate. Centrale nelle opere di Manzelli è la relazione tra soggetto e sfondo, mantenuta in una continua tensione per cui il soggetto principale sembra emergere, e al contempo fondersi, con il contesto in cui è inserito. In questo esercizio di percezione, con i colori dello sfondo che vengono a comporre i tratti somatici delle signorine dipinte, Manzelli seduce chi guarda. La testa è l’elemento da cui l’artista da più di trent’anni inizia le proprie ricerche e attraverso cui prende forma la visione che di volta in volta dà voce alle sue ossessioni. 

Nei disegni presentati in mostra, la testa emerge da un campo bianco, come spesso avviene nelle opere su carta di Manzelli. Con le sue opere, Manzelli sembra dare voce a quella consapevolezza della fragilità e resilienza dell’essere umano sperimentata a livello globale con la più recente pandemia. La testa non figura tanto come il luogo della nevrosi ma piuttosto come un elemento formale complesso, in grado di sintetizzare e restituire storie, emozioni, tratti somatici: una sorgente infinita delle possibilità espressive dell’arte.

 

Margherita Manzelli. Le signorine si inserisce nella programmazione annuale di Toscana al Centro, insieme alle mostre Louis Fratino. Satura (sino al 2 febbraio 2025) e Peter Hujar. Azioni e ritratti / viaggi in Italia (dal 14 dicembre 2024 al 11 maggio 2025) che inaugura contestualmente. 

I tessuti, che da sempre connotano l’industria pratese, svolgono un ruolo centrale nella costruzione spaziale ed esistenziale dei dipinti dell’artista sin dal principio, sono essudati dell’interiorità dei soggetti che si espandono o, viceversa, un destino esistenziale che preme dall’esterno come un’infezione.

 

 

 


 

Margherita Manzelli (Ravenna, 1968. Vive e lavora a Milano) Manzelli ha studiato negli anni Ottanta all’Accademia di Ravenna per poi trasferirsi a Milano. La sua ricerca ruota da più di 30 anni intorno alla pittura, al disegno, alla scrittura e alle azioni. Le sue figure femminili sono iconiche di un linguaggio pittorico che attraverso gli anni si è mantenuto costante nella volontà di approfondire le proprie ossessioni, come testimoniato anche dalle poesie e dai testi prodotti e dalle azioni realizzate.

Ha partecipato a diverse esposizioni collettive in istituzioni come ICA, Londra; Centre d’Art Contemporain, Ginevra; Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino; Whitechapel Gallery; Museum of Contemporary Art, Chicago; La Biennale di Venezia; Walker Art Center, Minneapolis; Castello di Rivoli – Museo d’arte contemporanea; XXV Biennale di San Paolo; Palazzo Grassi, Venezia. Sue mostre personali sono state organizzate presso il MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo, Roma; Castello di Rivoli; Irish Museum of Modern Art, Dublino; Art Institute of Chicago; Collezione Maramotti, Reggio Emilia; Galleria Civica di Trento. 

 


 

Si ringrazia ValeriaNapoleoneXXArtists (VNXXA) per il supporto alla realizzazione di questo progetto.

 

ValeriaNapoleoneXXArtists (VNXXA) è un'iniziativa dinamica dedicata al potenziamento delle artiste con forti legami con la collezione. Questo impegno costante si concentra su progetti fondamentali per la pratica delle artiste, offrendo un solido sostegno per la creazione di opere d'arte, pubblicazioni, mostre e altre iniziative significative.

 

 

In copertina: Margherita Manzelli, Senza fine, 2023. Olio su tela,  200 × 300 cm (78 ¾_ × 118 ⅛_). Photo © Roberto Marossi. Courtesy of the Artist & greengrassi, London

 

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Dove
Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci

Viale della Repubblica, 277, Prato




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