Una selezione di immagini fantastiche di Animani, prima di una variegata serie di invenzioni create da Mario Mariotti
Quando: 6 maggio 2023
Il Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci presenta una selezione di immagini fantastiche di Animani, prima di una variegata serie di invenzioni create da Mario Mariotti dipingendosi le mani, in forme che originariamente erano ispirate a impronte umane e giochi di ombre, sviluppate quindi in un progetto vivente tutt’ora in progress.
Plinio Il Vecchio scriveva che non abbiamo alcuna conoscenza certa dell'inizio dell'arte della pittura… ma tutti concordano che abbia avuto origine nel tracciare linee intorno all'ombra umana.
Gli fa eco Mario Mariotti quasi diciannove secoli dopo, che la nostra cultura, sempre più visiva, tende a far coincidere la produzione delle immagini con il vivere quotidiano, fino a confonderci. Ma la compagnia della nostra fedelissima ombra sembra ancora sufficiente a restituirci, con la complicità di una piccola luce, la nostra immaginazione, per ricondurci all’intatto stupore racchiuso nell’ambito della grotta: l’impronta di una mano, dalla quale non possiamo allontanarci.
Per un momento, nelle variopinte rappresentazioni di un bestiario, Mariotti fissa nuove creature generate dalla congiunzione illusionistica tra immagini di animali e movimenti delle mani, invitando chiunque a provare: non resta – come egli affermava – che rimboccarsi le maniche e tuffarsi nel colore e nell’immaginazione per far nascere tanti nuovi Animani, quanti la gabbia di un libro non riesca a contenere, che si muovano liberamente e che non siano mai in pericolo di estinzione. (Mario Mariotti, Animani, Firenze 1980)
Immagini e testi provengono dall’Archivio di Mario Mariotti, in comodato al Centro Pecci
Mario Mariotti (Montespertoli FI, 1936 – Firenze 1997) è unanimemente riconosciuto come il "pittore delle mani" trasformate in decine di figure fantastiche diffuse in tutto il mondo dal 1979, attraverso fotografie, libri, pubblicità e film. Autore magmatico, sperimentatore assiduo di linguaggi visivi (a partire dal disegno, sua vera passione e autentica matrice artistica, passando per la scenografia e la grafica, la pubblicità e l'editoria, la proiezione fotografica, la pittura, la scultura, l'installazione, l'azione pubblica, l'intervento estemporaneo), ha operato dagli anni Sessanta "sempre ai margini dello specifico artistico e delle istituzioni", come ha sottolineato la critica Lara-Vinca Masini, e ha incarnato per decenni l'anima popolare e l'indole alla sfida, l'identità poetica e l'identificazione quotidiana con l'arte, rappresentata a Firenze in forma scenica e collettiva di memorabili “feste di piazza” da lui ideate negli anni Ottanta e Novanta.
Nel 2011-2012 il Centro Pecci di Prato gli ha dedicato una mostra e un’ampia pubblicazione retrospettiva, prima indagine del suo lavoro da parte di un museo.