Par l’errance
Mohamed Keita caratterizza la sua pratica fotografica attraverso un’incessante esplorazione dell’ambiente urbano, condotta senza meta e con interesse per gli incontri imprevisti. Il suo sguardo è attento a ciò che è ai margini e che per questo spesso passa inosservato: persone e cose non integrate nel flusso veloce e produttivo della vita nella città, fermate in immagini acute, intense, a volte ironiche.
Fuggito dal suo Paese a soli 14 anni per sopravvivere alla guerra civile, Keita arriva a Roma che ne ha 17 e per i primi mesi vive in strada. Attraverso l’innato talento per la fotografia –scoperto con una macchinetta usa e getta- ha costruito parte della sua nuova identità.
In mostra espone quattordici scatti recenti (2015-17), tutti realizzati a Roma, e nove appartenenti al suo primo ciclo di lavori, J’habite Termini (2011-13), che ritrae coloro che – come è accaduto allo stesso fotografo – vivono precariamente intorno alla principale stazione ferroviaria della capitale.
La mostra si inserisce nell'ambito delle attività realizzate per il progetto Caleidoscopio. Sguardi cangianti .
Si tratta di un progetto realizzato da Associazione Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci e Fondazione per le Arti Contemporanee in Toscana, in collaborazione con Comune di Prato, Cooperativa il Cenacolo, Cooperativa Pane e Rose, Fondazione Studio Marangoni, Associazione SEDICI e ECCOM, vincitore del bando Prendi Parte! Agire e pensare creativo ideato dalla Direzione Generale Arte e Architettura contemporanee e Periferie urbane (DGAAP) del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, per promuovere l’inclusione culturale dei giovani nelle aree caratterizzate da situazioni di marginalità economica e sociale.
Opening
martedì 27 novembre dalle ore 18.30
La visita alla mostra è su richiesta da fare direttamente in biglietteria.
Immagine di copertina: Mohamed Keita
Viale della Repubblica, 277, Prato
Opening
martedì 27 novembre dalle ore 18.30
La visita alla mostra è su richiesta da fare direttamente in biglietteria.
Immagine di copertina: Mohamed Keita