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Costruire Comunità | La programmazione espositiva e culturale al Centro Pecci per l’anno 2025

27 febbraio 2025



Il Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato
presenta
 
Costruire Comunità: La programmazione espositiva e culturale al Centro Pecci per l’anno 2025
 

 
È stato presentato oggi il programma espositivo e culturale per l’anno 2025 al Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato, alla presenza di Lorenzo Bini Smaghi, Presidente del Centro Pecci, Ilaria Bugetti, Sindaca di Prato, e Stefano Collicelli Cagol, Direttore Generale dell’istituzione, riconfermato dal Consiglio di Amministrazione per il triennio 2025-2027.
 
La programmazione pensata per l’anno 2025 si intitola “Costruire Comunità” e include le tre mostre primaverili (dal 30 maggio) “SMISURATA. Opere XXL dalla Collezione del Centro Pecci”, “Davide Stucchi. Light Lights” e “Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi. La marcia dell’uomo” e l’esposizione autunnale “Vivono. Arte e affetti, HIV-AIDS in Italia. 1982-1996.

 

Accanto ai progetti espositivi, il Centro Pecci propone un ricco calendario di appuntamenti pensati per diverse tipologie di pubblico con l’obiettivo di potenziare l’accessibilità del Museo e renderlo una piattaforma di incontro aperta a tutti. Il calendario coinvolge tutta la struttura del centro proponendo proiezioni, incontri letterari e attività educative.
Il Centro Pecci Cinema, oltre alla programmazione dal mercoledì alla domenica con prime visioni e film d’essai anche in lingua originale, ha in programma due rassegne speciali: la prima dedicata a David Lynch e la seconda costituisce la quarta edizione di “Pezzi Unici” dedicata ai film a tematica LGBT.
Il Centro Pecci Books presenta invece “Leggere il presente” che prevede diversi incontri con autori e approfondimenti sui temi più urgenti dell’attualità.
Il Dipartimento Educativo prosegue nella sua intensa attività laboratoriale pensata per le scuole di ogni ordine e grado, ma anche per combattere la dispersione scolastica con “Prato Comunità Educante” o introdurre all’arte con “Primi Mille Giorni d’arte al Centro Pecci”, che si rivolge ai più piccoli così come alle mamme, e “Cinefilante” che approfondisce la video arte. Grazie a una solida rete di relazioni sul territorio, nella consapevolezza che l’arte e la cultura possono contribuire al benessere mentale, il Centro Pecci collabora con diverse realtà sviluppando progetti per persone affette da malattia di Parkinson e Alzheimer.
Inoltre, il Centro Pecci apre le sue porte anche oltre l’orario consueto di visita con l’appuntamento mensile Centro Pecci Night e il progetto “E se ci entrassi dentro?” in cui si incrociano laboratori, performance, momenti musicali e tante altre opportunità per sperimentare gli spazi espositivi in maniera inedita.

 

“Costruire Comunità”, tema attorno al quale ruota la programmazione del 2025 del Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci, corrisponde alla particolare vocazione dell’istituzione che trova nel radicamento sul territorio pratese e toscano e nelle relazioni nazionali e internazionali la linfa per portare avanti le sue molteplici attività. Un centro culturale che grazie alle arti permette di creare occasioni di incontro, scoperta e riflessione sul presente.
 
Costruire comunità significa guardare a tutti, senza distinzioni di età, target e gusti. - afferma la sindaca Ilaria Bugetti - Un centro di arte contemporanea deve fare questo, deve aprirsi al territorio, alle sue realtà e alle sue associazioni, comprese quelle sociali. Questo spazio deve essere a 360 gradi tutti i giorni attraverso l’arte, i lavoratori, i convegni, il cinema e le rassegne dedicate alla musica e ai libri. Un’impostazione che ci permetterà di valorizzare e migliorare i buoni risultati che arrivano dal 2024 con un numero di visitatori in aumento e una bella visibilità nel mondo”.
 
Spiega Stefano Collicelli Cagol, Direttore Generale del Centro Pecci di Prato: «Un Centro per l’arte contemporanea che accende il focus sui propri pubblici, ciascuno caratterizzato dalle proprie specifiche necessità, è qualcosa di urgente in Italia. Lo strumento scelto è quello dell’accessibilità: al Centro Pecci lavoriamo per trovare modi diversi per avvicinare all’arte contemporanea, per comunicarla in modo facile e chiaro, ricercando degli appigli nelle nostre narrazioni che consentano a tutti di confrontarsi con l’opera a partire dal proprio vissuto e dalle proprie conoscenze.
Ci stiamo dotando di nuovi strumenti per aumentare il proprio raggio d’azione ma anche di far sentire a proprio agio chiunque entri negli spazi museali. Mai come oggi servono spazi di aggregazione dove confrontarsi, conoscersi, sfiorarsi e essere fisicamente insieme, mai come oggi l’arte che parla del presente può essere un viatico per orientarsi nella comprensione del mondo attraverso le sue forme, i suoi colori, le emozioni contrastanti che è in grado di suscitare.
Con la collezione, l’archivio, la biblioteca - che quest’anno riaprirà ponendosi come un nuovo spazio di aggregazione aperto alla città, ma anche come piattaforma di ricerca nazionale e internazionale – e poi con le mostre, il cinema, i laboratori per le attività didattiche e i progetti speciali di Arte e Benessere, il ristorante, il bistrot, il playground e l’arena esterna, il Centro Pecci si rivolge a tutte quelle persone che scelgono di arricchire la propria quotidianità attraverso il contatto con i linguaggi delle arti contemporanee
 
Con la mostra SMISURATA. Opere XXL dalla collezione del Centro Pecci, pensata dall’architetto Ibrahim Kombarji in collaborazione con il Centro, il museo intende celebrare alcuni contributi fondamentali per la storia delle proprie collezioni e alcune successive occasioni di ampliamento del proprio patrimonio. L’esposizione invita a confrontarsi con le opere di grande formato che fanno parte della collezione e che saranno allestite nelle sale del Gamberini attraverso un dialogo serrato tra le esigenze degli spazi, i principi dell’accessibilità e le necessità delle opere. La mostra, inoltre, permette di celebrare il ritorno di Prato’88, la grande opera di Mauro Staccioli che verrà riallestita nell’area limitrofa del Centro Pecci, vero e proprio landmark che per anni ha accolto i visitatori del museo e, più in generale, chi entrava a Prato. La mostra è resa possibile dalle caratteristiche uniche delle sale disegnate da Italo Gamberini, pensate e costruite appositamente, con lungimiranza, per accogliere opere di arte contemporanea anche di grandissimo formato. A ridosso della catastrofe della Seconda Guerra Mondiale, dopo il crollo della dittatura fascista, la grande museografia italiana ha saputo mettere in prima linea i musei e le loro collezioni per rigenerare il tessuto sociale e comunitario di un Paese ferito. Per questo, nell’anno dedicato alla costruzione di comunità è importante riconoscere nel patrimonio collettivo, inteso come bene comune, un volano per la costruzione del senso di appartenenza alla città, al territorio e a una comunità in continuo mutamento.

 

La collezione continua a espandersi anche grazie a recenti acquisizioni, come nel caso di un’opera video che costituisce una pietra miliare della storia dell’arte italiana e che sarà presentata contestualmente alle due mostre primaverili. “La marcia dell’uomo” di Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi è un’installazione monumentale, realizzata da due pionieri dell’immagine in movimento, che dagli anni Settanta hanno indagato archivi di famiglia o di cineoperatori della prima metà del XX secolo, recuperando importanti testimonianze di come veniva visto il mondo all’epoca. L’allestimento di quest’opera, realizzato nell’ambito del progetto Il museo situato. Nuove acquisizioni per il Centro Pecci sostenuto dal PAC2024 - Piano per l’Arte Contemporanea, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, permette di confrontarsi con l’immaginario con il quale veniva raccontata l’Africa dai colonizzatori. Restituendo dignità alle popolazioni sottomesse e sottolineando le bestiali dinamiche di potere messe in atto dai coloni italiani, Gianikian e Ricci Lucchi testimoniano una ricerca che ha precorso molte delle successive.
Presentato per la prima volta alla 49. Mostra Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia, curata da Harald Szeemann, e successivamente nell’ambito di una personale presso Pirelli HangarBicocca a cura di Andrea Lissoni, l’opera troverà casa permanente all’interno della collezione del Centro Pecci. Mai come oggi è importante riconoscere come le dinamiche di potere e controllo territoriale, economico e sociale possano avere disastrosi effetti sulla possibilità di convivere pacificamente tra comunità diverse.
 
A proseguimento della ricerca sull’arte italiana che ne contraddistingue da sempre la vocazione, il Centro Pecci presenta la prima mostra istituzionale di Davide Stucchi, “Light Lights” un viaggio immersivo nelle opere di luci create dall’artista e allestite in dialogo con gli spazi dell’Ala Piccola Nio. Queste sculture delicate e fragili testimoniano di un mondo in continuo movimento, in trasloco costante da uno spazio all’altro, da un’emozione all’altra, e riassumono la grande capacità di Davide Stucchi di trasformare i luoghi in cui si trova a operare.
Da artista Stucchi si è confrontato con diversi ambiti disciplinari, dalla moda alla scenografia passando anche per la pubblicità, acquisendo una serie di capacità manuali e di allestimento che ben riassumono la poliedricità creativa che da sempre caratterizza il Centro Pecci.
 
Nel mese di ottobre, il Centro Pecci ospita la prima grande mostra dedicata a un tema che del fare comunità è stato centrale: “Vivono, Arte e affetti, HIV / AIDS in Italia, 1982-1996” a cura di Michele Bertolino che ha ricevuto una borsa di studio dal MIC per fare ricerca su questa tematica. Una generazione di artisti e creativi falcidiata dall’HIV / AIDS trova spazio in questo progetto espositivo e il suo lavoro viene ripensato alla luce dell’impatto storico. Una mostra che per la prima volta ricostruisce il contesto entro cui la pandemia di HIV è scoppiato e permette di affrontare tematiche ancora oggi rilevanti come la salute, il costruire comunità, l’educazione sessuale e affettiva, la capacità di resistenza attraverso l’arte, la bellezza e gli affetti nonostante le difficoltà.

 

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