di Alessandro Cassigoli e Casey Kauffman
Venezia 81
con Marilena Jasmine Amato, Gennaro Scarica, Marilena Amato
(Italia, 2024)
durata: 80'
Spettacoli
mercoledì 16 ottobre, ore 21.15 | alla presenza dei registi Alessandro Cassigoli e Casey Kaufman e Nanni Moretti presente in remoto
venerdì 18 ottobre, ore 21.15
sabato 19 ottobre, ore 18.30
domenica 20 ottobre, ore 20.00
mercoledì 23 ottobre, ore 17.15
A Jasmine, quarantenne, sembra non mancare niente: ha un marito devoto, tre figli amorevoli e un fiorente salone di bellezza a sud di Napoli, proprio accanto a dov’è cresciuta. Dopo la morte del padre, però, il suo mondo è turbato da un sogno ricorrente in cui una bambina le corre tra le braccia, dandole un profondo senso di completezza. Dopo un periodo di angosciante riflessione, Jasmine decide che deve trovare la bambina del sogno. Si tuffa a capofitto nel complesso mondo dell’adozione internazionale. Questa decisione mette a rischio il suo matrimonio, la stabilità dei figli e la sua bussola morale. Vittoria esplora le intricate dinamiche della famiglia e i desideri apparentemente irrazionali che guidano la psiche umana. Basato su eventi realmente accaduti, il film presenta le persone reali che hanno vissuto questa esperienza e ne racconta la storia con uno stile cinematografico inconfondibile.
"Quando Jasmine ci ha raccontato la sua storia ci siamo guardati e abbiamo capito di avere un film. Ecco una donna consumata da un profondo desiderio che tutti intorno a lei consideravano irrazionale. Ma lo era? È sbagliato farsi guidare dal cuore e dall’istinto piuttosto che dalla ragione? Ci siamo prefissati di esplorare queste domande nel mondo poco conosciuto dell’adozione internazionale, un labirinto in cui aspiranti genitori in uno stato di forte intensità emotiva perseguono il loro desiderio di avere un figlio. La posta in gioco è alta, persino esistenziale. Era chiaro fin dall’inizio che Jasmine e il marito potevano mettere in scena la propria storia, consentendoci di combinare esperienza di vita reale e drammaturgia classica. Non avevamo però previsto che questo espediente narrativo avrebbe dato ai nostri protagonisti uno spazio per fare i conti con risentimenti irrisolti. Questa cruda autenticità, registrata dalla macchina da presa, non solo si è rivelata gratificante per noi registi, ma ha anche elevato l’esperienza emotiva per il pubblico." (I registi)
Un cinema che sembra muoversi per incontri casuali e che si apre in una progressione continua. Denso e vitale anche oltre le logiche della ricostruzione. (Aldo Spiniello)
Il cinema di Cassigoli e Kauffman sembra muoversi per incidenti, incontri casuali e si apre in una progressione continua. Ai margini di ogni storia, ci sono mille altre storie che vivono negli sguardi che incrociamo per caso, nei percorsi che per un attimo si intrecciano alle strade che stiamo percorrendo. Così come, d’altro canto, ogni storia si complica in rivoli, sottotrame, combinazione multiple. Il racconto prolifera e le vite da raccontare sono dei rizomi che si espandono sottoterra. È esattamente quel che accade in Vittoria, dove, dietro la vicenda principale, ci sono tante altre traiettorie, tutte direzioni potenziali di un percorso a parte: il padre di Jasmine morto per asbestosi per avere respirato polvere di amianto a Bagnoli, la causa contro l’azienda per il risarcimento e per l’affermazione di un (vano) principio di giustizia, Rino che vuole spostare a Capri il suo laboratorio artigianale e cerca di far quadrare i conti, il primogenito Vincenzo che vuole imparare a fare il parrucchiere e, dopo una crisi di panico, decide di trasferirsi a Milano. È chiaro che poi tutto ruota intorno al percorso di adozione intrapreso da Jasmine, alle tensioni familiari che ne seguono, ai dubbi, alle aspettative e alle paure. Ma la logica della struttura narrativa non vale a tenere a freno tutta questa vita che si muove intorno. Proprio come la messinscena della ricostruzione, la compostezza funzionale delle soluzioni formali (i dialoghi rigorosamente in campo contro campo) non bastano a contenere la realtà delle esperienze, la densità delle emozioni, dei conflitti e degli affetti che trovano sempre una loro via di ricomposizione.
Jasmine, Rino, i protagonisti non solo intrepretano la loro vicenda, la rimettono in scena, ma in qualche modo ne rivivono le implicazioni, sono costretti a riaffrontarne i nodi. Ed è questo a nutrire la sostanza di Vittoria, a garantire l’urgenza della sua materia. Che vive di silenzi dolorosi, momenti di spaesamento, di litigi, ma soprattutto di gesti d’affetto, abbracci, balli, giochi con la palla, caramelle e cioccolate regalate. Nel cinema matrilineare di Cassigoli e Kauffman, sempre incentrato su storie al femminile, accade poi che sia un uomo, un “padre”, reale o putativo, a ristabilire le priorità, a compiere i gesti risolutivi. Come già capitava con Lucio Zurlo in Butterfly e Californie, qui è Rino ad avere lo scatto decisivo, quello che compatta la nuova famiglia: basta cu ste scemità, “la bambina sta bene”. Quello splendido abbraccio nel finale riconcilia tutto e tutti, anche i nostri sguardi.
Viale della Repubblica, 277, Prato
Spettacoli
16 ottobre, ore 21.15
18 ottobre, ore 21.15
19 ottobre, ore 18.30
20 ottobre, ore 20.00
23 ottobre, ore 17.15