14 ottobre 2017 - ore 17.00
eseguita da Chiara Saccone
Sabato 14 ottobre 2017, in occasione della XIII Giornata del Contemporaneo organizzata
da AMACI - Associazione dei Musei dell'Arte Contemporanea Italiani, il Centro per l'Arte
Contemporanea Luigi Pecci di Prato sarà aperto a ingresso libero e propone un
evento speciale: l'azione/concerto di Giuseppe Chiari, Suonare la Stanza eseguita da Chiara Saccone.
L'esecuzione dell'opera di Giuseppe Chiari al Centro Pecci, collegata alla collezione
dell'istituzione pratese, è resa possibile per la gentile cortesia di Mario Chiari e
dell'Archivio Giuseppe e Victoria Chiari.
Evento Speciale (ingresso libero):
Ore 17.00 Introduzione all’opera di Giuseppe Chiari - Sala incontri
Stefano Pezzato (conservatore del Centro Pecci) e Luisa Santacesaria (curatore della
sezione musica) introducono il pubblico all'opera multidisciplinare di Giuseppe Chiari.
La presentazione è collegata all'esposizione Dalla caverna alla luna. Viaggio dentro la
collezione del Centro Pecci, dove è inclusa l'opera fotografica di Chiari, Gesti sul piano,
1973 - donata da Carlo Palli.
Ore 17.30 Azione/concerto di Giuseppe Chiari - Sala eventi
Suonare la stanza, opera del 1968 di Giuseppe Chiari, è eseguita da Chiara Saccone.
L'opera: SUONARE LA STANZA
Datata 1968, è pubblicata nel 1973 fra le "opere" di Musica Madre (Prearo, Milano);
inserita nel 1976 nel libro Il metodo per suonare di Giuseppe Chiari (Martano, Torino) fra i
concerti eseguiti da Chiari: in prima il 21 Settembre 1969 per l'Autunno musicale di Como
(in concomitanza con la rassegna Campo urbano dove Chiari propone anche Suonare la
città), quindi alla Galleria Schema di Firenze il 26 Marzo 1973 all'interno del Seminario
attivo sulle avanguardie artistiche di Achille Bonito Oliva, dedicato a "il comportamento
nell'arte contemporanea" con interventi di Chiari, Gino De Dominicis e Vettor Pisani.
Attraverso Suonare la stanza Chiari sviluppa il passaggio dallo strumento suonato, pure in
modo anticonformistico come in occasione di Gesti sul piano, all'ambiente inteso come
strumento per espandere la musica alla vita, includendo la realtà dove si trova a suonare
nella concezione stessa di musica: "Ora lo sappiamo. La musica è suonare" afferma Chiari
(Così è la musica, in "Data" n.3, aprile 1972, p.12)
Anticipata dall'uso di materiali e oggetti come l'acqua, i sassi o la sedia trasformati da
Chiari in strumenti non convenzionali per suonare, l'azione/concerto di Suonare la stanza
porta gli oggetti e dunque gli strumenti in secondo piano rispetto all'intenzione di suonare:
"si deve suonare la stanza / colle proprie mani / o con un'asta / solo..." così egli scrive.
Dopo aver scardinato la divisione gerarchica fra il compositore e l'esecutore con una
improvvisazione libera, Chiari rovescia anche il rapporto fra l'esperienza musicale e il
luogo dove essa avviene, applicando e amplificando l'azione di "suonare" all'intera sede
che la contiene.
L'autore: GIUSEPPE CHIARI
Nato a Firenze nel 1926, nel dopoguerra segue i corsi alla Facoltà di Ingegneria e studia
privatamente pianoforte e composizione musicale. Dopo aver formato un gruppo jazz
amatoriale, dal 1950 si dedica alla scrittura e all'esecuzione musicale. Entra in contatto
con i circoli letterari e artistici del caffè Paszkowski, dove frequenta Piero Bigongiari,
Alessandro Bonsanti, Mario Luzi insieme agli amici poeti Eugenio Miccini, Lamberto
Pignotti e Sergio Salvi. Incontra il musicista Pietro Grossi, che nel 1961 lo coinvolge
nell'associazione "Vita musicale contemporanea", ed entra in contatto con Sylvano
Bussotti e attraverso di lui con Heinz Klaus Metzger e il gruppo di artisti e musicisti Fluxus.
Nel 1962 con Bussotti realizza la manifestazione Musica e segno alla Galleria Numero di
Roma, presentata anche al Creative and Performing Art Center di Buffalo, e la mostra
Gesto e segno alla Galleria Blu di Milano. Nello stesso anno aderisce al primo Fluxus
Festival a Wiesbaden con l'opera Gesti sul piano, eseguita per l'occasione da Frederic
Rzewski. Con Rzewski, che fra il 1963 e il 1965 esegue anche l'opera di Chiari Teatrino,
condivide in quegli anni l'attività del gruppo per l'improvvisazione musicale MEV - Musica
Elettronica Viva.
A Firenze Chiari partecipa alla formazione del Gruppo 70 e alle ricerche sul valore visuale
del testo scritto, o della scrittura musicale, sviluppate in rassegne come Arte e
comunicazione del 1963 ed Arte e tecnologia del 1964. Da quel momento diventa anche
performer delle proprie opere, legate alla teatralità del gesto e alla produzione di immagini
sonore, e intraprende la realizzazione di un originale Metodo per suonare.
Dagli anni Settanta adotta mezzi espressivi come testi, segni e collage su spartiti musicali
e interventi visuali su strumenti quali chitarre, violini e pianoforti. Parallelamente crea
un'ampia produzione di dichiarazioni testuali manoscritte o stampate.
Dagli anni Sessanta pubblica articoli e partiture su riviste come "Marcatrè", "NAC","IN".
Inizia quindi a pubblicare libri: Musica senza contrappunto del 1969; Senza titolo del 1971
(uscito in occasione di una mostra alla Galleria Toselli di Milano); Musica Madre del 1973
pubblicato da Prearo Editore di Milano; Teatrino del 1973 per Banco / Nuovi strumenti di
Brescia; Il metodo per suonare pubblicato nel 1976 da Martano Editore di Torino.
Negli stessi anni è considerato spesso nell'ambito dell'arte, invitato fra gli autori di Fluxus e
associato a ricerche di matrice concettuale: espone e interviene fra le varie occasioni alla
Galerie René Block di Berlino nel 1966 e 1973, alla rassegna Campo urbano di Como nel
1969, alla Biennale di Venezia nel 1972, 1976, 1978, 1984 e 1990, a Documenta 5 di
Kassel nel 1972, alla rassegna Contemporanea a Villa Borghese di Roma nel 1973-74, al
Kunstmuseum Luzern nel 1973, alla Galleria Schema di Firenze nel 1973 e 1976, alla
rassegna La performance oggi alla Galleria d'Arte Moderna di Bologna del 1977, alla
mostra Umanesimo, Disumanesimo nell'arte europea del 1980 a Firenze, alla Biennale di
Sidney nel 1990.
Negli ultimi decenni si susseguono le sue azioni in musei, gallerie, teatri mentre la sua
"arte" è celebrata in numerose mostre personali e retrospettive.
Scompare a Firenze nel 2007.
La performer: CHIARA SACCONE
Pianista, è nata nel 1985 a Firenze. Ha frequentato la Scuola di Musica di Fiesole,
diplomandosi nel 2006 a pieni voti presso l’Istituto Musicale Pareggiato Mascagni di
Livorno. Ha proseguito gli studi perfezionandosi presso l’Accademia Musicale Pescarese e
nel 2010 ha concluso cum laude il Biennio di Musica da Camera presso il Conservatorio
Frescobaldi di Ferrara e il Biennio di formazione orchestrale dell’Orchestra Giovanile
Italiana.
Negli ultimi anni si è specializzata nel repertorio contemporaneo. Ha avuto l'opportunità di
incontrare e lavorare con compositori quali Helmut Lachenmann, Beat Furrer, Simon
Steen Andersen, Frederic Rzewski, Vinko Globokar, Wolfgang Rihm, Sofia Gubaidulina,
Jennifer Walshe e Francesco Filidei. Lavora stabilmente in duo con il chitarrista Ruben
Mattia Santorsa. Con la clarinettista Chiara Percivati è parte del duo Toolbox, che si
dedica all'esecuzione di partiture in cui azioni, gesti e parole vengono trattati come
elementi musicali. Tra il 2011 e 2013 ha frequentato il Master di Musica Contemporanea
presso l’Hochschule Musik Luzern; nell’anno 2012-2013 ha vinto la borsa di studio "Swiss
Government Excellence" conferita ai migliori studenti stranieri ammessi ad un'università
svizzera.
Il 5 luglio 2013, con il gruppo di performer Instrumots, ha presentato l'opera Teatrino di
Giuseppe Chiari al Theater Pavillon di Lucerna, replicando nell'aprile 2014 a Firenze per
l'associazione Fosca.
È stata ospite della stagione Rondò 2016 del Divertimento Ensemble, eseguendo al
Teatro Litta di Milano il Klavierstück XII di Karlheinz Stockhausen. Ha frequentato la
Dartington Summer School nel 2013, la Impuls Academy 2013 a Graz e gli Internationalen
Ferienkurse für Neue Musik Darmstadt 2014.
Viale della Repubblica, 277, Prato
Quando
sabato 14 ottobre dalle 17.00
Ingresso gratuito