- BHMF. Repose and Resist
15.02.2024-30.03.2024
Repose and Resist è una mostra a cura di Black History Month Florence che esamina i concetti di riposo e guarigione in relazione alla produzione culturale afrodiscendente. Le opere degli artisti internazionali - Raziel Perin, Nari Ward, Eve Tagny, Anike Joyce Sadiq, Bradly Dever Treadaway, Sikelela Owen - esplorano la cura del corpo e dello spirito come gesto di riconoscimento della fatica e dell'esaurimento. Dalle opere emergono pratiche volte alla rigenerazione di energie, simili al riposo della terra tra una stagione di semina e l'altra.
- SADI. Agorà
Dal 01.02.2024
Agorà è un progetto di installazione sonora site-specific per il Carcere duro di MAD realizzato dall’artista SADI, il quale ha focalizzato la sua ricerca relativa al carcere per il ventennio che va dagli anni Venti agli anni Settanta del Novecento. Questa ha evidenziato una vasta gamma di figure antifasciste, tra cui Gaetano Salvemini, Hans Purrmann, Aldo Capitini, Carlo Levi e Alessandro Sinigaglia. Questo progetto rappresenta una restituzione all’onore della libertà di pensiero, di genere, di origine e di religione, attraverso la celebrazione delle vite e delle idee di coloro che hanno resistito e dissentito in quegli anni cruciali della storia.
- Roberto Fassone. MOMENTI 25.01.2024
MOMENTI di Roberto Fassone è un progetto pensato come una coreografia per la mente, si è sviluppato in una documentazione audiovisiva composta di tre atti, corrispondenti a tre momenti differenti che indagano il rapporto tra l’artista e la musica. La restituzione, sotto forma di performance è stata, dunque, dedicata al potere performativo della musica.
- Mariana Ferratto. Libertà clandestine
19 ottobre 2023 – 7 gennaio 2024
Libertà clandestine è un progetto che affronta e racconta gli spazi di “libertà” e “creatività clandestina” che i prigionieri politici conquistarono durante la dittatura argentina del 1976- 83. Le opere esposte ruotano intorno a due progetti centrali dell’artista: Memoria de la materia, vincitore dell’Italian Council 2022, e Affiorare, sviluppato durante la residenza che l’artista ha svolto presso MAD. Durante la dittatura, gli istituti penitenziari sottoposero i prigionieri politici ad un regime di isolamento e inattività come metodo di distruzione fisica e psicologica. In segno di resistenza si formarono piccoli gruppi che portarono avanti delle attività creative alle spalle delle guardie carcerarie. Le opere in mostra raccontano questa esperienza, del potere della creatività come spinta alla sopravvivenza.
- A4C per il Progetto RIVA. Sentipensare con l’Arno
25.05.2023-23.07.2023
Sulla scorta della ricerca correlata al progetto Rīvus, A4C Arts for the Commons ha svolto una residenza su invito di MAD in collaborazione con Artegiro Contemporary Art. La metodologia di A4C si basa su un approccio di lavoro collaborativo e partecipato: la residenza ha infatti previsto la formazione di un gruppo di lavoro di giovani artisti, curatori e mediatori culturali che ha affiancato la ricerca sul territorio toscano improntata sul riconoscimento dei diritti dell’Arno come fiume e come ecosistema.
Residenze di rigenerazione urbana: arte contemporanea, Istituti di ricerca stranieri e il carcere
- Nicolò Degiorgis. 102 Metri
29.03.2023-30.04.2023
Su invito di Kunsthistorisches Institut in Florenz e MAD Murate Art District, l’artista ed editore Nicolò Degiorgis, specializzato nel lavoro di osservazione e relazione con le carceri, espone per la prima volta il materiale fotografico edito nel libro Prison Museum all’interno del quale è tracciato un dialogo per immagini tra gli spazi del carcere di Bolzano e Museion, il museo di arte moderna e contemporanea della città. La fotografia diventa strumento di indagine tra le due istituzioni e le comunità che le abitano, tracciando una linea immaginaria che unisce i due edifici.
- Aryan Ozmaei. Terzo Spazio
9.03.2023-9.04.2023
La mostra Terzo Spazio di Aryan Ozmaei, sviluppata a partire dal lavoro A Day at the Anthropological Museum of Florence, è stata articolata tra MAD e il Museo di Antropologia e Etnologia, ispiratore di questa prima opera nel 2019. L’attitudine archeologica della pittura di Aryan Ozmaei l’ha condotta ad imbattersi nelle collezioni del Museo, il primo del suo genere. Il suo allestimento rimasto pressoché invariato dalla seconda metà dell’Ottocento, ha stimolato una serie di riflessioni nell’artista come i rapporti interdisciplinari tra arte e antropologia, la storia coloniale, lo sguardo etnocentrico.
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