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Dià-lògos. Oltre il genere

 

Associazione Culture Attive

 

 

Il dialogo dovrebbe essere semplicemente un suono fra gli altri, solo qualcosa che esce dalla bocca delle persone, i cui occhi raccontano la storia per mezzo di espressioni visive

(Alfred Hitchcock)

 

Dià-lògos. Oltre il genere è un progetto di valorizzazione e promozione della produzione e conoscenza della creatività contemporanea che, attraverso azioni partecipate e relazionali, installazioni, riqualificazione di spazi urbani, mira a interpretare il confronto tra culture e generi, attivando una consapevolezza sociale e civile nella comunità, contribuendo alla crescita culturale della società.

Creare uno spazio di dialogo tra individui, tra realtà artistiche, espressioni di genere, è l'obiettivo di Dià-lògos. Oltre il genere: un progetto che vuole andare oltre con la parola, la conoscenza, la sperimentazione dell'alterità, rompendo la comodità del conosciuto e promuovendo il dialogo attraverso il linguaggio universale dell'arte per comprendere il mondo circostante. Dià-lògos si avvia come una riflessione sul genere e sugli spazi, il filo conduttore di tutte le attività progettuali, che si articolano in macro aree, sviluppatesi tra aprile 2023 e marzo 2024, coinvolgendo le comunità di San Gimignano e Poggibonsi.

 

1. Dià-lògos intersezionali:

A San Gimignano, l'avvio di un percorso formativo e una collaborazione professionale per  giovani creativi del territorio, ovvero Nottilucente ACADEMY, incentrato sui temi della valorizzazione del contemporaneo, delle pari opportunità, dell'organizzazione di eventi culturali. Il festival multidisciplinare Nottilucente è il punto di partenza di una riflessione ampia grazie al tema del DIALOGO TRA GENERI. All'interno di questo contenitore, si avviano i progetti artistici che vedono coinvolti: PASQUALE VINO, giovane fotografo pugliese, nella mostra fotografica THERE ARE NO EDGES che tratta la tematica della fluidità di genere con particolare attenzione all’importanza di limitare il bisogno di rinchiudere il proprio essere in standard definiti. Il lavoro, che comprende esclusivamente soggetti maschili, prevede il coinvolgimento di persone di varie età. ANDREA MONTAGNANI, artista volterrano, nel live painting ARTUAN, un risultato di anni di ricerca con l’obiettivo di unire fotografia e pittura per una destrutturazione degli elementi della contemporaneità. GINEVRA BALLATI, in un artwork dedicato ai concetti di convivenza e di convergenza, di generi, arti, anime che danno origine a uno stormo candido e potente e la sua diffusione sia online che cartacea attraverso manifesti e affissioni pubbliche. Il COLLETTIVO MEDUSE (nato nel 2020 a Pistoia, indipendente e non binario, costituito da: Emanuela Baldi, Ginevra Ballati, Sara Bargiacchi, Cristina Calamassi, Eleonora Chiti, Elisa Gavazzi, Cecilia Lattari, Lucia Mazzoncini) con l'azione partecipata LA NOTTE, L'ACQUA, LE ERBE, un'installazione-performance che condivide un gesto artistico, pubblico, capace di contaminare lo spazio: il rito dell'acqua di San Giovanni coinvolgerà studenti e anziani. Da qui scaturiscono 3 laboratori artistici rivolti alla comunità da svolgersi in collaborazione con la Libera Università e con le associazioni del territorio: QUESTIONE DI GENERE, con Domitilla Marzuoli, illustrolibraia indipendente che propone un percorso sul genere tra arti visive e linguaggio; ELEGIA. LABORATORIO ARTISTICO POLISENSORIALE, a cura di Lucia Mazzoncini (artista), Francesco Biadene (musicista) e LDB (street artist): costruzione di un happening che passa da un momento di creazione collettiva, una scintilla che accende persone, esseri viventi, spazi, cose. I linguaggi artistici (sonoro, tattile, poetico, visivo, installato, performato) si fondono in un gioco in cui ogni soggettività si esprime nella sua pienezza e nel suo limite; DELLE INVISIBILI PRESENZE, a cura del COLLETTIVO MEDUSE, atto ultimo del percorso partecipato sui temi di genere, una riflessione che conduce a un'esperienza di relazione volta a indagare il tema della presenza e dell'invisibile attraverso un processo di creazione condivisa.

 

2. Dià-lògos rigeneranti:

Tra settembre 2023 e marzo 2024, Poggibonsi è teatro di azioni volte alla riqualificazione di spazi urbani grazie alle arti visive. Sostenere il protagonismo giovanile attraverso attività  partecipate, legate all'arte urbana nelle sue varie forme e favorendo la rigenerazione urbana a base culturale è al centro delle attività nate in collaborazione con Associazione Mixed Media. Il lavoro di riqualificazione artistica consente a tutta la comunità di valorizzare e riscoprire gli spazi della città, luoghi spontanei di ritrovo che vengono restituiti al territorio trasformati. Promozione dell'aggregazione ed espressione della creatività sono alla base di interventi come: 

URBAN CONNECTION 6, festival capace di far rivivere i 3 livelli del Multipiano del Vallone, luogo marginale, attraverso una STREET JAM con 20 street artist, coordinati da Skino, per il recupero di vecchie pareti e di rampe di accesso. Tra questi: KOTE, DROSTE, MIRKO, BONS, SWEN, SYNK, ZEISA, TRAUMART, TIMEA, MONOGRAFF, KATONE, GIBO. Nell'ultimo livello è stato coinvolto l'artista pistoiese SOWET che ha realizzato un murale di grandi dimensioni: un'esplosione di colore capace di rendere il Multipiano una cattedrale del writing. Oltre al muralismo, l'organizzazione di un URBAN MARKET, mercatino di autoproduzioni artistiche, promuovendo artisti che restano fuori dalle logiche standard di mercato e gallerie, e di un TALK a tema, dal titolo 50 ANNI DI Cultura Hip-Hop. Riappropriazione degli spazi pubblici e Approcci Educativi Integrati tra Giovani, Comunità e Scuola, un incontro che promuove il dialogo tra le istituzioni, la comunità e la sua componente più giovane e una riflessione sulle forme di rigenerazione dal basso.

La CASA DEL CUSTODE, residenza artistica, a cura di Antonella Iannella, volta a rigenerare un luogo particolare: 3 stanze all'interno del Cassero nella Fortezza medicea di Poggibonsi. Inizialmente pensate come casa del custode, non sono mai state utilizzate come tali e anzi dimenticate. Un luogo mai vissuto da restituire alla comunità. La residenza, rivolta ad artisti che vivono in Toscana, propone RAFFAELE DI VAIA (Torino, 1969) come primo ospite. Di Vaia è invitato a mettere il luogo in comunicazione con l’esterno, entrando in  intimità con il concetto di custodia, raccontando passato e presente. Sono organizzati in parallelo incontri con archeologi, antropologi, storici dell’arte, fisici. Le opere prodotte da Di Vaia saranno infine esposte nelle stanze del custode e accompagnate da un catalogo progettato dagli allievi della LABA, Libera Accademia di Belle Arti di Firenze.








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