Floral Park, USA, 1946-1989.
Dal 1963 al 1970 studia pittura e scultura presso il Pratt Institut a Brooklyn. La sua produzione fotografica, che ha iniziato nel 1972, risente da una parte del suo background accademico e dall’altra della realtà underground newyorkese. Nel 1977, la Holly Solomon Gallery e The Kitchen dedicano all’artista due mostre personali. Le tematiche ricorrenti nelle fotografie presentate in quelle occasioni e che caratterizzano poi il suo lavoro futuro sono: scene erotiche, fiori e ritratti. All’inizio degli anni ’80 ottiene una serie di mostre personali nei musei più prestigiosi del mondo: il Centre Georges Pompidou di Parigi (1983); The Institute of Contemporary Art di Londra (1984); lo Stedlijk Museum di Amsterdam (1986). Nel 1988, il Whitney Museum di New York organizza la prima retrospettiva di tutti i suoi lavori, una mostra che viaggia in vari musei americani e che crea controversie a causa di alcune delle tematiche trattate, soprattutto quelle riguardanti scene di omosessualità. Il 12 giugno 1989, Christina Orr-Cahall, direttore della Corcoran Gallery of Art, Washington D.C, decide di annullare la mostra: Robert Mapplethorpe: The Perfect Moment, che si doveva inaugurare il 1 luglio. Tale decisione suscita una forte reazione nella comunità artistica: per protesta la Coalition of Washington Artits nel giorno previsto per l’inaugurazione, proiettò sul muro esterno della Corcoran Gallery of Art le fotografie di Mapplethorpe che avrebbero dovuto essere esposte. La mostra viene trasferita successivamente a Philadelphia, Chicago e Cincinnati, scatenando un’ondata di violento moralismo nell’ambito del mondo politico statunitense. Robert Mapplethorpe muore di AIDS nel 1989, poco prima della sua morte fonda la Robert Mapplethorpe Foundation, allo scopo di fornire fondi per ricerche mediche e per istituzioni fotografiche. Anche la mostra presentata al Museo Pecci contribuisce, attraverso, la Mapplethorpe Foundation, a questi scopi.