Volterra (PI), 1937 - Milano, 2018
A partire dagli Sessanta Mauro Staccioli realizza sculture caratterizzate da un forte connotazione ambientale, dove il legame con lo spazio fisico è molto stretto e rivolto, al tempo stesso, a reinterpretare sia la forma sia la storia del luogo. Una delle prime sculture concepite su scala urbana è quella progettata per la città di Volterra nel 1972, a cui seguiranno quelle realizzate per la rassegna Volterra 73. La collocazione delle opere è suggerita all’artista dal contesto ambientale intendendo il paesaggio nella sua totalità, sia quello naturale sia quello creato dall’uomo. Nel lavoro, dichiara Staccioli in una recente intervista: “la scultura diventa segno, elemento di un rapporto di dialogo, di risposta, di attività riflessiva rispetto alle forme e alle morfologie del luogo... la presenza del segno mette in atto delle riflessioni su quel luogo perché esso tende a diversificarlo, a problematizzarlo, quindi ad attivare un rapporto”. Tra le sue opere-intervento ricordiamo il celebre Muro alto otto metri per la Biennale di Venezia del 1978, che posto davanti all’entrata del Padiglione Centrale, ne ostruiva polemicamente il passaggio.