Cosa è cambiato veramente nei new media
Marco Senaldi in conversazione con Filippo Bardazzi
C’erano una volta i new media. Sono trascorsi pochi decenni dall’avvento di Internet e sebbene vi siano ancora intere aree del pianeta non cablate e i format televisivi delle principali TV generaliste nostrane siano ormai superati, l’avvento dei social network e della TV digitale ci sembra preistoria. I new media non solo hanno modificato la nostra percezione di spazio e tempo ma hanno “messo” in discussione modalità di percezione della realtà, mettendo al centro temi importanti come autorialità, autorevolezza, credibilità e trasformando in alcuni casi l’uso stesso della lingua. Cosa è cambiato veramente dall’avvento di Internet, dalla sua diffusione capillare ad oggi? Cos’è cambiato veramente nei new media? Quale futuro ci aspetta? Youtube e altre piattaforme multimediali come l’americana Netflix hanno veramente cambiato le nostre vite, abitudini, e in che modo? Ne parliamo con Marco Senaldi.
Filosofo, curatore e teorico d’arte contemporanea e media, Marco Senaldi ha insegnato in diverse università in Italia e all’estero e ha curato numerose mostre di arte contemporanea. Ha pubblicato alcuni saggi tra cui Enjoy! Il godimento estetico, Meltemi, Roma 2003 (2006); Van Gogh a Hollywood. La leggenda cinematografica dell’artista, Meltemi, Roma 2004 (2007), Doppio sguardo. Cinema e arte contemporanea, Bompiani, Milano 2008; Arte e Televisione. Da Andy Warhol a Grande Fratello, Postmediabooks, Milano 2009; Definitively Unfinished. Filosofia dell’arte contemporanea, Guerini, Milano 2012; Rapporto confidenziale. Percorsi tra cinema e arti visive, Mimesis, Milano 2013 e Obversione. Media e disidentità, Postmediabooks, 2014. Attualmente sta approfondendo il rapporto fra Duchamp, l’ottica psico-fisiologica e il cinema. Dal 1994 al 2000 ha lavorato come autore televisivo a programmi culturali. Suoi articoli e interventi sono apparsi su “il Manifesto”, “Corriere della Sera”, “D-la Repubblica”, “Interni”. Collabora da molti anni con “Flash Art”, dal 2005 al 2010 ha tenuto la rubrica hostravistoxte sull’ultima pagina del free magazine “Exibart Onpaper” e attualmente firma la rubrica fissa “In fondo in fondo” su “Artribune”.
Filippo Bardazzi nasce nel 1987 a Prato. Laureato in Filosofia presso l'Università degli Studi di Firenze, è giornalista e membro del collettivo di fotografia documentaria SooS Chronicles. Dal 2010 è operatore culturale per il Circolo del Cinema Mabuse, col quale collabora nella curatela di incontri e rassegne cinematografiche.
Le grandi svolte che il mondo sta attraversando, sia sul versante sociale che su quello politico, economico e tecnologico, nella considerazione dell’arte come mezzo per comprendere – ed eventualmente cambiare – il mondo. Una serie di incontri con alcune personalità internazionali particolarmente attente ai problemi della contemporaneità, per suggerire una mappa di riferimenti sui cambiamenti globali.
Viale della Repubblica, 277, Prato
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