A cura di Bruno Corà
La mostra antologica delle opere di Gerhard Richter, realizzate tra la prima metà degli anni Sessanta e la seconda dei Novanta, comprensiva anche dell’importante raccolta Atlas, rappresenta un'occasione unica per conoscere a fondo l'opera di uno fra i massimi protagonisti della scena artistica internazionale. La complessità dell’opera di Richter non equivale solo ai dilemmi del nostro tempo, ma anche alla crucialità di una gran quantità di interrogativi che l’artista stesso si è posto durante la creazione delle opere. “Parlare di pittura non ha alcun senso;” ha scritto Richter, ”esprimendo una cosa col linguaggio la si trasforma”, sopprimendo ciò che nella pittura è più importante e che non può essere espresso con la parola. La riflessione di Richter stesso sulla sua pittura lo ha condotto a interrogazioni sulla realtà, sulla natura, sulla morte, su quanto ci trascende.
Il percorso espositivo si apre con Atlas - un’opera a carattere enciclopedico composta da oltre 600 fra fotografie, collages, schizzi e disegni, una vera e propria raccolta personale di immagini, organizzate in pannelli di medie dimensioni che comprendono fotografie, ritagli di diari o riviste e disegni. I materiali sono raggruppati in forma di album tematici, come scene familiari private o immagini di eventi sociali e storici contemporanei. Tra le opere esposte spiccano la Grosse Sphinx von Giseh, Das Parkstück e le numerose altre invenzioni spaziali come Stadtbild e Abstraktes Bild. Conclude l’esposizione un'ampia scelta di oltre 50 dipinti ad olio di cui taluni di grandi dimensioni appartenenti ai vari cicli pittorici, esperimenti speciali e formali, paesaggi, viste aeree di città, abitazioni, carte di colori, colori spalmati, astrazioni, in costante evoluzione. Da tale compilazione di immagini l’artista trae temi e motivi per i suoi dipinti, come documentano le opere pittoriche esposte in parallelo.
Viale della Repubblica, 277, Prato
Produzione
Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato