Fotografia, arte contemporanea
A cura di Jean-François Chevrier e James Lingwood
Esiste oggi nei confronti della fotografia un duplice atteggiamento: c’è chi la considera il principale sistema di comunicazione della società post industriale, divoratrice d’immagini, e chi invece vi vede una nuova forma d’arte generata da questa stessa società.
Un’altra obiettività intende mettere in evidenza le diverse attuali interpretazioni artistiche del concetto dell’immagine come oggetto e come riproduzione fotografica, interpretazioni che comunque non mancano mai di tener conto della complessità del visibile.
La storia della fotografia e delle opere fotografiche è arrivata ad un punto in cui gli artisti possono lavorare con questo mezzo, pienamente coscienti delle sue tradizioni e possibilità, senza ricorrere allo sfoggio superficiale di abilità tecniche o critiche che hanno inibito seriamente questo mezzo dagli anni '60. In questo decennio divenne corrente la distinzione tra gli artisti che usano la fotografia e i fotografi.
Ma questa linea di separazione è stata rimossa; è emersa una nuova Secessione che ha abbattuto lo stretto perimetro del mondo fotografico e la nozione di fotografia creativa.
Per gli artisti che producono lavori fotografici, la nozione di oggettività, centrale all'uso descrittivo della macchina fotografica, assume lo statuto di misura dell'esperienza piuttosto che di garante della purezza. Un tale uso dell'oggettività è essenzialmente un modo di resistere in un mondo in cui le immagini vengono costantemente inflazionate e svalutate.
Le opere esposte sono centotrentaquattro, alcune delle quali di grandi dimensioni, per un totale di undici artisti rappresentati: Robert Adams, Bernd e Hilla Becher, Hannah Collins, John Coplans, Guenter Foerg, Jean-Louis Garnell, Craigie Horsfield, Suzanne Lafont, Thomas Struth, Patrick Tosani e Jeff Wall.
La mostra è una co-produzione fra il Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato e il Centro Nazionale delle Arti Plastiche di Parigi. L’esposizione delle opere è già avvenuta a Parigi, dal 14 marzo al 30 aprile 1989, e rispetto all’esposizione di Parigi, a Prato è visibile un maggior numero di opere.
Ad ogni artista è stata assegnata una sala, ad eccezione di Becher e Adams che espongono insieme. La suddivisione spaziale segue un principio di equità, che serve anche a garantire una corretta lettura del lavoro di ciascun artista, dato che ogni sala vive cosi in una atmosfera particolare creata dal singolo artista e dal suo linguaggio.
Il catalogo, edito da Idea Books, contiene i testi di Jean-François Chevrier e James Lingwood con undici interviste agli artisti.
Viale della Repubblica, 277, Prato
Co-produzione
Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato
Centro Nazionale delle Arti Plastiche di Parigi