Firenze, 1949.
Sin dagli esordi negli anni Settanta il lavoro di Marco Bagnoli si sviluppa come ricerca di una sintesi possibile fra tensione spirituale dell’arte, natura trascendente dell’immagine e rigore scientifico adottato in esplorazioni e combinazioni di generi quali la scultura, la pittura e il disegno, ma soprattutto in riflessioni su forme e materiali organizzati dall’artista secondo schemi e formule ricorrenti.
Elementi della cultura orientale e richiami a civiltà del passato si uniscono nelle sue opere a considerazioni filosofiche e verifiche sperimentali, collegati spesso all’elemento immateriale della luce, inteso da Bagnoli non solo come realtà fenomenica ma anche come entità mistico-religiosa.