Artista di Los Angeles attiva fin dai primi anni Settanta, Suzanne Lacy ha compiuto un lavoro cruciale mescolando l’arte emergente con l’impegno sociale. La sua attività spazia infatti dalle esplorazioni del corpo alle riflessioni intime, fino alla strutturazione di grandi manifestazioni pubbliche che coinvolgono decine di artisti e migliaia di spettatori. In molti suoi lavori (video, installazioni e performance) ha affrontato argomenti che riguardavano la donna, ancora oggi drammaticamente attuali: dallo sfruttamento sessuale alla violenza, dal razzismo alla discriminazione della figura femminile nei luoghi di lavoro e nella società. Trai si suoi lavori ricordiamo “Prostitution Notes”, (1974), in cui svolgeva un'indagine sulle prostitute e sul loro sfruttamento in alcune aree di Los Angeles, “Three Weeks in May” (1977) nel quale l'artista, focalizzava l’attenzione sulle violenze sessuali contro le donne, oppure “The Tatooed Skeleton” (2010) per il Museo Nacional Centro Reina Sofia di Madrid, una performance che si concentrava sugli omicidi che avvengono nelle mura domestiche in Spagna.
L’arte di Suzanne Lacy è diventata così uno strumento importante per portare all’attenzione dell’opinione pubblica e dei media le tematiche dei movimenti di liberazione femminili.