Gender Agendas
A cura di Fabio Cavallucci in collaborazione con Megan Steinman
La mostra offre per la prima volta in Europa un’ampia presentazione delle opere dell’artista di Los Angeles, conosciuta come uno degli autori che fin dai primi anni Settanta, nella West Coast, hanno compiuto un lavoro cruciale mescolando l’arte emergente con l’impegno sociale. La sua attività spazia dalle esplorazioni del corpo alle riflessioni intime, fino alla strutturazione di grandi manifestazioni pubbliche che coinvolgono decine di artisti e migliaia di spettatori. Quest’ultima è la parte che costituisce il filo conduttore principale della mostra, seguendo uno dei leitmotiv alla base della ricerca dell'artista: l’indagine sulla condizione femminile, talvolta svolta in modo più intimo, altre volte attraverso una forte carica politica e civile, nella considerazione del potere dell’arte come strumento di lotta e di promozione di idee libertarie e progressiste.
Nella mostra vengono presentati alcuni dei lavori in cui l’artista ha toccato i temi cruciali della condizione femminile: lo sfruttamento sessuale e la violenza, l’invecchiamento e la considerazione che i media hanno della donna anziana, le questioni sociali che vanno dal razzismo alle condizioni di lavoro e di classe. Temi che, se negli anni Settanta e Ottanta erano provocatori e avanguardisti, oggi sono ancora all’ordine del giorno. L’arte diviene così uno strumento utile, da una parte per scavare più profondamente i significati e le aspirazioni personali di tutte le centinaia di anonime performer che altrimenti non avrebbero accesso ai sistemi di comunicazione, dall’altra per mettere in evidenza, attraverso l’amplificazione dei media, le tematiche dei movimenti di liberazione femminile.
La mostra raccoglie i riadattamenti di alcuni tra i lavori più importanti di Suzanne Lacy, tra cui Prostitution Notes (1974), In Mourning and In Rage (1977), The Crystal Quilt (1985-1987), Full Circle (1994), Storying Rape (2012).
La mostra è arricchita da una sezione di archivio, video e cartaceo, che racconta la multiforme personalità dell’artista, attraverso i molti lavori, compresi quelli iniziali legati alle tematiche del corpo e della carne.
In programma anche la ripresentazione, dal 12 al 14 novembre, della celebre performance Three Weeks in May, realizzata per la prima volta nel 1977 nello shopping center del municipio di Los Angeles.
È prevista la realizzazione di un catalogo, primo di una serie pubblicata da Mousse, che riassume l’intero percorso di Suzanne Lacy, con un testo di Sally Tallant, direttrice della Biennale di Liverpool, un’intervista di Fabio Cavallucci all’artista, e la riproduzione di gran parte delle sue opere dagli anni Settanta ad oggi.
Ripa di Porta Ticinese, 113, 20143 Milano, Italia
Orari
Dal martedì alla domenica
12.00-19.00
Lunedì chiuso
Chiuso anche i giorni 25,26 dicembre e il 1 gennaio
Biglietti
Ingresso gratuito
Opening
13 novembre 2014, h 19
Prodotta da
Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci, Prato
In accordo con SpazioBorgogno
Partner
Franco Soffiantino
Partner tecnici
Romagna Fiere
Studi d’Arte Cave Michelangelo e Castello del Trebbio
Contatti
T. +39 02-36695249-40