Paduli (BN), 1948. Vive e lavora a Paduli
Esponente di spicco del movimento della Transavaguardia, dai suoi esordi negli anni Settanta Mimmo Paladino ha realizzato opere di sapore arcaico improntate all’uso di tecniche e simbologie antiche. Attraverso la riscoperta della pittura e il recupero del colore, in termini sia espressivi sia materici, l’artista ha concentrato il proprio interesse sulla peculiarità della figurazione a divenire linguaggio. Immagini astratte e oniriche si susseguono così su grandi tele dai forti valori timbrici, spazialmente definite da strutture geometriche, rami e figure emblematiche, rapprese nella fissità propria delle icone. Oltre alla pittura, al disegno e all’incisione, parte fondamentale del lavoro di Paladino è la scultura. Fuse in bronzo o in alluminio, realizzate in rame, legno o terracotta, le sue opere plastiche conservano un’ambiguità densa di allusioni: sono figure dalle volumetrie schematiche, teste dai profili elementari, maschere senza sguardo, che tendono a sfuggire ad un’interpretazione univoca, come se dovessere custodire segreti o serbare misteri. Al Centro Pecci Paladino ha esposto nel 1988 nella mostra inaugurale Europa Oggi e, successivamente, in una mostra personale nel 2002-2003. In quest’ultima occasione è stata presentata l’opera Senza titolo acquistata dagli Amici del Museo Pecci.