Uomo nudo di schiena (1962/1987), esemplare della serie che ha scandito l'intero percorso artistico di Pistoletto, premiato con il Leone d'oro alla Biennale di Venezia nel 2003, con il Premio Imperiale a Tokyo e con una mostra al Musée du Louvre di Parigi nel 2013: il "quadro specchiante", acquisito dal Centro Pecci in occasione della mostra/laboratorio ideata e curata dall'artista con Bruno Corà (Habitus, Abito, Abitare - Progetto Arte, 1996; collegata alla 1° Biennale di Firenze: il Tempo e la Moda diretta da Germano Celant).
L'opera è collocata all'altezza del pavimento, come una soglia che dilata lo spazio reale e lo mette in comunicazione con quello della rappresentazione, che si crea e ricrea a seconda del movimento e degli interventi riflessi sulla superficie spostando i confini tradizionali della pittura verso quelli dell'animazione teatrale, che rivoluziona il concetto di quadro proiettando i visitatori al suo interno in posizione virtualmente frontale a un Uomo nudo, modello iconico universale, invitati a guardare se stessi e riflettere sulla propria essenza umana.
Nello "specchio" di Pistoletto la figura riprodotta si combina e confonde con quelle delle persone riflesse dal vivo, in una dialettica fisica e psicologica tra vedere e vedersi nell'opera. La figura nuda a grandezza naturale, che con una nota di sottesa malizia sembra fare leva sul voyerismo dei visitatori, si attiva nel momento dell’incontro tra l’immagine riprodotta nel "quadro" e quelle momentaneamente riflesse dal fondo specchiante, per il tempo in cui l'opera e lo spettatore "si riguardano" innescando un cortocircuito fra arte e vita.
serigrafia a colori, acciaio inox lucidato a specchio,
cm 225x125