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L'ultima alluvione

Open call fotografica

PROGETTI SPECIALI



4—10 dicembre 2023

Call fotografica per raccogliere le immagini che raccontano i tragici momenti dell'alluvione che ha colpito il territorio pratese il 2 novembre scorso e la mobilitazione generale che ne è seguita nei giorni successivi

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informazioni

All'interno delle attività dell'Urban Center della Città di Prato, l'osservatorio dedicato alle trasformazioni urbane della città frutto della collaborazione tra l'amministrazione comunale e la Fondazione per le Arti Contemporanee in Toscana, il Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci promuove una call fotografica per raccogliere le immagini che raccontano i tragici momenti dell'alluvione che ha colpito il territorio pratese il 2 novembre scorso e la mobilitazione generale che ne è seguita nei giorni successivi. 

 

L'obiettivo della call è quello di realizzare un diario per immagini di uno degli eventi più devastanti che ha investito la Toscana negli ultimi anni, colpendo gravemente abitazioni e aziende, trasformando il paesaggio, cambiando la quotidianità delle persone, distruggendo memorie personali e collettive. Attraverso questa call si vuole raccontare l’evento da prospettive differenti e creare una testimonianza importante di ciò che è successo grazie al potere delle immagini di essere memoria tangibile del passato e patrimonio per il futuro.

 

La call è rivolta a tutte le persone senza limiti di età e conoscenza della fotografia: una selezione di immagini sarà effettuata dal dipartimento curatoriale del Centro Pecci in collaborazione con il fotografo Andrea Abati, e confluirà in uno slide show che sarà presentato da venerdì 15 dicembre presso gli spazi dell'Urban Center

 

Modalità e scadenza per la presentazione delle immagini: una o più fotografie, fino ad un massimo di 5 (formato jpg. e tiff., no pdf) possono essere mandate all'indirizzo bandi@centropecci.it entro il 10 dicembre 2023 alle 23.00.

 

 

 


 

 

 

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Andrea Abati (Prato, 1952)
Si occupa di fotografia dalla fine degli anni Settanta. Punto di partenza del suo lavoro sono l’analisi delle trasformazioni del paesaggio architettonico industriale, l’osservazione simbolica della natura antropizzata, l’attenzione all’avvicendarsi delle genti e al mutamento del tessuto sociale della città attraverso un uso della fotografia come strumento di conoscenza e di relazione tra il sé e il mondo. Per l’artista abbandonare il concetto di opera e pensare di innescare pratiche artistiche nella sfera pubblica, può in certi momenti diventare prioritario.
Fondatore dello spazio Dryphoto di Prato, dagli anni Ottanta partecipa attivamente al dibattito culturale con mostre, seminari e incontri con importanti fotografi italiani ed europei, con l’obiettivo di far conoscere la fotografia italiana di paesaggio. Dal 2008 si occupa anche di video.

 

 

 

Le sue opere sono presenti nelle collezioni del MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo di Roma; del Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato; MUFOCO Museo di Fotografia Contemporanea; Fondazione Sandretto Re Rebaudengo; Galleria Civica di Modena; Fondazione Malerba; CCA Canadian Centre for Architecture, Montreal; Centre national de la photographie Nord-Pas-de-Calais (F) e in altre collezioni pubbliche e private.

 

 

 

In copertina: Andrea Abati, I luoghi Del Mutamento, Prato, viale Galilei (1990)




Dove
Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci

Viale della Repubblica, 277, Prato


Scadenza 

10 dicembre 2023

 

 

vedi anche
Centro Pecci Night / E SE CI ENTRASSI DENTRO?
15 dicembre 2023 h 18:00—23:00
15.12.23 | e se ci entrassi dentro?

Centro Pecci Night



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