Casa Masaccio centro per l'arte contemporanea ha presentato sul bando Toscanaincontemporanea2020 un proprio progetto dal titolo Casa Masaccio online Back to the Future_expanded reality, finalizzato al sostegno e alla restituzione attraverso la comunicazione online di due display aumentati.
L'attuazione del progetto presentato, attraverso l'uso di strumenti digitali, ha favorito e potenziato il processo di innovazione tecnologica e comunicativo del centro, incrementando la conoscenza e l'accessibilità alla produzione artistica contemporanea da parte di un pubblico, più vasto rispetto a quello tradizionale, oltre a rendere fruibili online le attività proposte anche durante la chiusura dei musei, dovuta all'emergenza sanitaria. Le azioni progettuali realizzate, attraverso una strategia di comunicazione online sul web, sono state sviluppate a sostegno e alla restituzione dei due display aumentati, agendo su livelli paralleli e accogliendo i visitatori con un palinsesto di attività sia online che off-line, sia nei luoghi immateriali e individuali dei “personal devices” e nei paesaggi senza confine dell'etere, che nello spazio espositivo abituale. Le attività digitali realizzate non solo hanno supportato ed esplicitato i contenuti formali dei percorsi espositivi, ma li hanno integrati, grazie all'impiego delle tecnologie più recenti di progettazione tridimensionale, con ricerche d'archivio, documenti inediti e testimonianze e contributi vitali per la ricerca e gli argomenti trattati nello spazio espositivo offrendone esperienze immersive attraverso il web. Le due mostre aumentate realizzate hanno avuto come presupposto la condivisione digitale del processo di costruzione e del pensiero che finalizza i display delle opere e delle installazioni.
Sono stati realizzati come da progetto i seguenti display aumentati:
1)Cinzia Ruggeri… per non restare Immobili (12 settembre-8 novembre 2020). Prima retrospettiva in un istituzione italiana di Cinzia Ruggeri (1942-2019) e prima mostra in assoluto dopo la sua morte, ripristina la destinazione originaria di Casa Masaccio nella dissolvenza di una fantasia domestica facendo del dispositivo spaziale una sorta dl macchina per abitare. Cinzia Ruggeri… per non restare immobili è stata possibile grazie ai contributi filologici e iconografici di Aldo Lanzini, all’Archivio Cinzia Ruggeri, al supporto della Galleria Federico Vavassori (Milano), e in collaborazione con Kunstverein di Langenhagen (G), dove la mostra sarà presentata in una versione adattata nella primavera 2021.
I contenuti aumentati che sono stati prodotti per la comunicazione digitale della mostra si sono avvalsi della curatela di Rita Selvaggio e della collaborazione di Mariuccia Casadio, Alessandro Guerriero, Elena Fava e Marta Franceschini, Valeria Magli, Giancarlo Maiocchi, Damiano Gullì, Ugo La Pietra, Occhio Magico, Metamorfosi, Marco Poma, Alessandro Mendini.
I contenuti aumentati sono stati veicolati attraverso le news letters aumentate Expanded Reality# di Casa Masaccio:
EXPANDED REALITY#1: La consapevolezza che l’arte di vivere sia l’unica artej Casa Masaccio EXPANDED REALITY#2: Cinzia | Alessandro Guerriero
EXPANDED REALITY#3: In words (2019) | Mariuccia Casadio
EXPANDED REALITY#4: Per un vestire organico | Elena Fava e Marta Franceschini
EXPANDED REALITY#5: Scherzando con Cinzia j Valeria Magli
EXPANDED REALITY#6: OCCHIO MAGI CO | Giancarlo Maiocchi
EXPANDED REALITY#7: Corrado Levi: gioielli per Cinzia Ruggeri | Damiano Gullì
EXPANDED REALITY#8: L’elefante scoppiato (1989) | Ugo La Pietra
EXPANDED REALITY#9: ARISTOCRATICA | OCCHIOMAGICO
EXPANDED REALITY #10: Omaggio a Levi-Stross | Elena Fava e Marta Franceschini EXPANDED REALITY #11: Sfilata Fluxus| Marco Poma
EXPANDED REALITY #12: Architettura sussurrante | Alessandro Mendini
EXPANDED REALITY #13: Antologia | Casa Masaccio
Le news letter sono state pubblicate su casamasaccio.it, e veicolate tramite i social del centro.
Della mostra è stato realizzato un promo - video e una ricostruzione 3D navigabile con contenuti aumentati e fruibile sulla piattaforma Matterpot, sul sito casamasaccio.it, sui social FaceBook, Istagram e nelle news letter Expanded Reality# di Casa Masaccio.
Casa Masaccio /Centro per l’arte Contemporanea ha il privilegio di presentare la prima personale di Cinzia Ruggeri (Milano,1942-2019) in un’ istituzione pubblica.
…per non restare immobili, prima mostra di Cinzia “senza Cinzia”, ripristina la destinazione originaria di Casa Masaccio nella dissolvenza di una fantasia domestica facendo del dispositivo spaziale una sorta di macchina per abitare.
Guidata unicamente dalle emozioni e non dalle necessità, eclettica, audace e visionaria, eccentrica ed effervescente, ma soprattutto rigorosa, sin da sempre Cinzia Ruggeri ha innestato con infaticabile voracità, arte, design, architettura e moda, facendo esplodere tutte le loro definizioni. Arredi e ambienti, accessori, abiti come architetture che si indossano ma che soprattutto si abitano, abiti a scale dalle geometrie fluide e abiti ziggurat, la “montagna di Dio” dei Sumeri. Con modulazione lirica ed esistenziale, i suoi oggetti sono impastati di parola, ordinarie cose del quotidiano che, con sottaciuto, ambiguo e sommerso linguaggio, si impongono al di là di ogni abitudine percettiva.
In questa dimora dal trascorso indimenticabile, con passo felpato e irriverente ironia, il mondo di Cinzia Ruggeri si impossessa del silenzio delle stanze e della loro abolita durata, delle categorie timiche come delle tonalità affettive. In una sorta di topofilia, la sua pratica si articola nelle ossa di questa introversa architettura e, tra nenie e ricordi accumulati da generazioni, dimenticanze e passate solitudini, lascia ombre e tracce di un esserci stato.
Ad accogliere il visitatore Il bello delle bandiere è il vento (2018) e l’effige di Scherzi, l’adorato schnauzer che introduce ai tratti semantici dell’abitare.
Nel living, in un dialogo serrato con la natura, troviamo sparse le malinconiche rovine dell’ultimo elefante che, impossibilitato a riprodursi geneticamente, esplode e si perpetua in oggetti d’uso domestico. Sospeso tra l’organico e l’artificiale, Abito Primavera (1980 ca), con il suo verde aprile ferito da un ramo di pesco, cuce il vento alla terra. E ancora, da un tailleur aspro come le pietre dei muretti a secco, sbucano coccodrilli e fiori.
Nella camera del sonno, lusinghe di vestaglia nel caldo abbuiarsi di una mezza luna egea * e -“un’ombra su cui puoi riposare”- vegliata dall’ armadio pensato in quegli anni trascorsi tra i due mari, là dove la terra finisce e improvvisamente incomincia l’acqua. Ispirato ai colori delle confraternite religiose nelle processioni del Venerdì Santo, il suo cuore trafitto da un pugnale conserva ancora l’odore di salsedine e giardino, mentre le voci della notte sgocciolano risate e parole lasciando penetrare l’alba da altre fessure. Alla “powder room” sono destinate compiacenze d’accappatoio. Tappezzate di spugne di mare, gemme estive e tempestosa devozione al sole, le misure dell’intimo brillano tra la liquida distesa dell’azzurro indifferente di un introvabile abisso. Nella stanza da pranzo, accanto all’antro della profezia di un camino, alloggia l’Abito Tovaglia (1984) che sibillino allunga il suo candore sino a diventare un’estensione del corpo alla funzionalità.
In alto, lassù, all’ultimo piano, come in una sorta di hangar, la rappresentazione della sequenza iniziale di La Règle du Jeu, film di Jean Renoir del 1939, con il duplice schianto al suolo sia dell’aliante che dell’amore tra André e Christine. L’aviatore e l’amante feriti, intanto… un soffitto di nostalgia / nell’aria esplode e un eco si ode…*. La planata di un amore assente, un volo incompiuto come incompiuta L’Arte della Fuga (1747-1750). Si riverbera l’antico vincolo del giorno e della notte mentre il tema dei contrappunti dell’ ultimo Johann Sebastian Bach intreccia le relazioni umane evocate da O Superman (1981), il primo singolo di Laurie Anderson.
Cinzia Ruggeri ci trasporta in volo in un altrove dove la bellezza è preda di un attimo.
Si prega di suonare il campanello.
“……….di oggetti utili che svolgono perfettamente la loro funzione ne esistono a sufficienza; quello che io cerco è il comunicare, l’interagire con loro. Per esempio: un bicchiere con una goccia pendente che partecipa tintinnando quando bevi o un’ ombra sulla quale puoi riposare o una doccia a forma di mano dove l’acqua ti accarezza, così è per gli abiti. anche loro interagiscono con la persona che li indossa. Come l’applicazione di cristalli liquidi che cambiano colore in base alla temperatura del corpo o abiti con led che puoi accendere quando incontri qualcuno che ti piace…
I miei elementi abbastanza ricorrenti sono le uova, i cani, i nasi dei cani, i maiali, le perle, il vetro, le galline, i camaleonti, i polpi, le razze,i nautilus, i fenicotteri e altri soggetti liberi, e poi il velluto, la georgette di seta, il lino…
mi piacciono i capperi, i carciofi in particolar modo, il balletto triadico di Oscar Schlemmer e gli alianti.
…e da sempre ridere e nuotare.”
(Cinzia Ruggeri, Febbraio 2019)
*da Aristocratica, Matia Bazar, 1984
Cinzia Ruggeri (1942–2019)
Ha studiato all’Accademia di Belle arti di Brera, Milano. Prossimamente: FUORI, Quadriennale d’arte 2020, Palazzo delle Esposizioni, Roma (2020). Tra il suo repertorio di mostre si menzionano: la règle du jeu?, Galleria Federico Vavassori, Milano (2019); Finché si scherza, Galerie Francesca Pia, Zurigo (2019); Home. A User’s Manual, curato da Fredi Fischli e Niels Olsen con Valentina Enhimb, GTA Exhibitions, ETH Zurigo (2019); déconnexion, Campoli Presti, Parigi (2019); Umbratile con Brio, curato da Mariuccia Casadio, Galleria Federico Vavassori, Milano (2018). Tra le recenti mostre collettive: We need more than one term for these big things, curata da Melanie Ohnemus, University of Applied Arts, Vienna (2019); The Estate Summer, Kim? The contemporary Art Center, Riga (2019); Lost in the Pool of Shadows, curata da Luca Lo Pinto, Emanuel Layr, Roma (2019); Article 132–75, The Art Side of Kartell, curata da Ferruccio Laviani e Rita Selvaggio, Palazzo Reale, Milano (2019); Tra l’inquietudine e il martello, Galleria Federico Vavassori, Milano (2018); ITALIANA. L’Italia vista dalla moda, 1971–2001, curata da Maria Luisa Frisa e Stefano Tonchi, Palazzo Reale, Milano (2018).
…per non restare immobili è stata possibile grazie ai contributi filologici e iconografici di Aldo Lanzini e al supporto della Galleria Federico Vavassori (Milano). In collaborazione con Kunstverein di Langenhagen (G), dove la mostra sarà presentata in una versione adattata nella primavera 2021.
Progetto realizzato nell’ambito di Toscanaincontemporanea2020
2) Jean-Marie Straub a Daniele Huillet film e loro siti (29 novembre 2020- 12 marzo 2021)
prima mostra in un'istituzione italiana dei registi francesi a cura di Rita Selvaggio e Jean-Louis Raymond.
In un momento come l’attuale di profonda discussione e di una messa in crisi dell’antropocene e della sfrenata violenza dell’uomo sulla natura, il programma di casa masaccio ha indagato lo sguardo empedocleo di Jean-Marie Straub (1933 f) e Danièle Huillet (1936-2006), registi francesi che hanno vissuto a lungo in Italia, sia a Roma che nella campagna toscana.
La condivisione di esperienze e l’adozione di nuove tecnologie a sostegno della comunicazione digitale del progetto continua per la mostra di Jean-Marie Straub e Danièle Huillet, i cui contenuti digitali si sono avvalsi della cura di Rita Selvaggio in collaborazione con Jean-Louis Raymond.
L'esposizione indirizzata ad un pubblico più ampio e non “iniziato” a un linguaggio cinematografico cosi intransigente, si è articolata tra documenti e testimonianze, fotogrammi e frammenti, materiali di studio, mappature e affinità elettive che, con potente partitura, posizionano Io sguardo sull'inquietudine della condizione umana. La mostra è stata realizzata in collaborazione con Association des films et leurs sites, Cinémathèque francaise, Cinémathèque de Grenoble, Miguel Abreu e Katherine Pickard ( Miguel Abreu Gallery, NY), Dominique Paini, Jean-Marie Straub, Barbara Hulrich, Servane Zanotti.
Il display è stato Inaugurato con un Opening digitale in streaming sulla piattaforma Civicarn zoom il 29 novembre 2020 alle ore 18.30 e reso fruibile su casamasaccio.it e sui social del centro. La mostra,durante la chiusura al pubblico dei musei, è stata visibile online sui canali social, sul sito casamasaccio.it attraverso un video della stessa e una ricostruzione 3D navigabile sulla piattaforma Matterpot e con una proiezione in esterno della mostra sulla facciata di Casa Masaccio. Infine la mostra è stata fruibile in presenza fino a marzo 2021, nei momenti di riapertura dei musei.
I materiali selezionati per la diffusione in rete della mostra hanno previsto still da film e loro relativa sinossi, video di preparazione ai film, diagrammi e materiali vari connessi ai differenti set cinematografici. Le testimonianze digitali della mostra hanno approfondito i meticolosi e formalmente innovativi adattamenti, da parte dei due registi, dei testi dei grandi autori della letteratura occidentale come Sofocle, Corneille, Bach, Hölderlin, Cèzanne . Particolare attenzione è stata dedicata inoltre al documentario “Quei loro incontri /gli uomini, gli dei” (2006) girato a Buti (Pi) e prodotto con il supporto della Regione Toscana. Ispirato ai “dialoghi con Leucò” di Cesare Pavese in cui si ricostruisce la preparazione del relativo spettacolo teatrale messo in scena nel maggio del 2005 presso il teatro Francesco Di Bartolo di Buti. Nel documentario le immagini delle prove dello spettacolo si intersecano con le interviste agli attori e ai due registi che raccontano il loro percorso artistico e le loro affinità con Cesare Pavese e la sua descrizione del mondo contadino del dopoguerra. Per l’occasione sono stati messi a punto materiali e testimonianze dal carattere quasi didattico e divulgativo indirizzati ad un’utenza più ampia e non iniziata al linguaggio cinematografico sperimentale.
La produzione dei contenuti scientifici per la comunicazione digitale del dlsplay si è avvalsa oltre che dei curatori, delle seguenti collaborazioni: Enrico Ghezzi che per primo ha importato in Italia il cinema di Straub-Huilet e prodotto alcuni dei loro film; Miguel Abreu, studioso di cinema e titolare dell'omonima galleria a New York che rappresenta e divulga II lavoro dei due registi francesi, Katherine Pickard, co-fondatrice e direttrice di Sequence Press e editor del volume che raccoglie tutti gli scritti dei 2 registi, Barbara Hulrich, attrice interprete in diversi loro film. I contenuti aumentati e i film in mostra sono stati resi fruibili attraverso una produzione video e la navigazione 3D della mostra e le new letter aumentate del progetto Expended Reality, di Casa Masaccio.
29 novembre 2020 – 12 marzo 2021
Casa Masaccio | Corso Italia, 83 | San Giovanni Valdarno
Grazie a: Association des films et leurs sites, Cinémathèque française, Cinémathèque de Grenoble, Miguel Abreu e Katherine Pickard (Miguel Abreu Gallery), Dominique Païni, Jean-Marie Straub, Barbara Ulrich, Servane Zanotti.
« Un film è solo una scuola di percezione, basta. Bisogna essere coscienti e modesti e sapere di cosa si tratta. È uno strumento per aiutare la gente a vedere e a guardare, e a vedere meglio e a sentire meglio »
(Jean-Marie Straub e Danièle Huillet, Incontri, Cineteca di Bologna 2001)
Casa Masaccio | Centro per l’Arte Contemporanea ha il piacere di ospitare, per la prima volta in un’istituzione italiana “Jean-Marie Straub e Danièle Huillet. Film e loro siti”. Curata da Jean-Louis Raymond e Rita Selvaggio e indirizzata ad un pubblico più ampio e non “iniziato” a un linguaggio cinematografico così intansigente, la mostra si articola tra documenti e testimonianze, fotogrammi e frammenti, materiali di studio, mappature e affinità elettive che, con potente partitura, posizionano lo sguardo sull’inquietudine della condizione umana.
Il cinema di Jean-Marie Straub (1933) e Danièle Huillet (1936-2006), ha attraversato il Novecento, i suoi conflitti e le sue impossibili utopie, sollevando interrogativi che rimangono senza risposta, se non quella di un’immagine e di una ricerca formale che nasce e si sviluppa in modo rigoroso confrontandosi con le strutture e l’imprevisto del reale nella sua complessità semantica e percettiva. In questo loro cinema dell’essenziale che invera le immagini in un concreto abitare politico, la profonda materialità è fatta di suoni in presa diretta, di volti ma anche di terra, di acqua e di rocce, di aria e di vento, di natura come materia ma anche mistero.
Esporre i fotogrammi
Ciò che per una gran parte della produzione internazionale di film per il cinema rientrerebbe semplicemente nel registro della documentazione (immagine estratta per memoria, per informazione) diventa, nel caso di Danièle Huillet et Jean-Marie Straub, un nuovo accesso ad uno degli aspetti essenziali della loro opera: l’inquadratura. Il quadro degli Straub comporta il tempo. Si colloca nella durata delle immagini. La sua precisione, propizia a cogliere il movimento, apre uno spazio che permette allo spettatore l’inclusione in un’esperienza unica, rinnovata ogni volta, in un luogo la cui prima analogia è il quadro della pittura.
Queste inquadrature singolari, i fotogrammi le restituiscono totalmente e, nel rimandare direttamente ai film, rivelano simultaneamente la loro potente autonomia e la loro forza espressiva. E’ la loro qualità plastica fondamentale che ha guidato la concezione iniziale di questa mostra.
L’opera degli Straub è esemplare per il suo impegno in una forma artistica nutrita dalla storia delle arti. Il cinema, la pittura e, al centro, la letteratura, la musica e il teatro sono le fonti dell’insieme del loro lavoro. La loro determinazione e volontà politica sottende ciascuna delle scelte, in un’incessante esplorazione degli arcani delle società umane, alla ricerca di una comunità emancipata, poetica. Dai volti ai paesaggi, dai corpi alle architetture, spetta a noi percorrere una memoria attiva degli esseri e del mondo.
La mostra ne è un’intera testimonianza. Si rivolge ad un pubblico di appassionati o di non addetti ai lavori. Lungi dall’essere imprescindibile per la scoperta e l’apprezzamento dell’opera, va intesa come un approccio che promuove la riflessione e l’interrogarsi; un tempo donato al capire quanto ciascuna di queste immagini sia « metonimicamente » impregnata del film da cui è estratta.
Jean-Louis Raymond
La mostra « Jean-Marie-Straub et Danièle Huillet. Film e loro siti. », è stata concepita e realizzata da Pascal Kern, Jean-Louis Raymond e Servane Zanotti, su proposta di Dominique Païni, nel contesto del programma di Ricerca dell’l’École Supérieure des Beaux-Arts di Le Mans (ESAD TALM).
È stata inizialmente installata e inaugurata all’ École di Le Mans nel novembre del 1999 contemporaneamente all’uscita in sala di « Sicilia ! » e in presenza di Jean-Marie Straub e Danièle Huillet (1936-2006). Successivamente è stata proposta al Centre National de la Photographie di Parigi (2000), all’Ambasciata di Francia a Roma e al Locarno Film Festival, alla Mediateca di Metz (2002), al Centro d’Arte Contemporanea di Villa Arson, Nizza (2004) all’ l’École d’Art de Grenoble (2012) e nel 2016 alla Miguel Abreu Gallery di New-York.
Progetto realizzato nell’ambito di Toscanaincontemporanea2020
I risultati conseguiti con le attività realizzate nell'ambito del progetto Toscanaincontemporanea2020 CasaMasaccionline Back to the Future_expanded reality ha permesso di rafforzare e consolidare i rapporti nazionali e internazionali del centro d’arte contemporanea promuovendo la cooperazione tra le diverse realtà . Inoltre è stato possibile sperimentare relazioni tra i diversi linguaggi della cultura contemporanea attraverso l'uso di strumenti digitali e attraverso nuove strategie comunicative finalizzate a sviluppare e intercettare, attraverso attività e azioni sul web, l'interesse di un ampio pubblico, non solo nazionale, creando così un’ interazione che ha stimolato una visita dal vivo o un confronto diretto con il museo.
Il progetto ha incrementato e sviluppato la partecipazione dei diversi pubblici attraverso i nuovi linguaggi digitali che hanno permesso di documentare, valorizzare e promuovere l'arte e la cultura contemporanea, favorendone lo studio e la conoscenza.
Tutta la documentazione, le recensioni critiche e le produzioni realizzate sono pubblicate su
casamasaccio.it, sulla piattaforma 3D Matterpot, sui social media (Facebook, Instagram) di Casa Masaccio centro per l'arte contemporanea.
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